Ripropongo questo mio commento, pubblicato l'8 gennaio e finito in fondo a un post trascurato:
Ai amministratori di questo blog: Voglio presentare i miei complimenti per il post "L'incontro con l'amministrazione" ed esprimere la mai soddisfazione di lettore e di persona riformata dei fatti. Questo mi pare il modo giusto: - relazionare i fatti (da tutti verificabili, e se qualcuno non è d'accordo può produrre la sua propria versione. Il blog è aperto ai commenti), - pubblicare i documenti (in questo caso la lettera). I fatti, unicamente i fatti, nient'altro che i fatti. Trasparenza, onesta trasparenza. E su questa via c'è ancora molto da fare, ma un passo dopo l'altro.
Punti da chiarire (per fare trasparenza): L'attuale sito della SMI sarà ceduto per impiantarvi la centrale, a chi? quale società? chi sono gli imprenditori? quale capitale? quale finanziamento? quale attività verrà svolta effettivamente? una centrale a biomassa per la produzione elettrica? una distilleria i cui scarti saranno smaltiti con la centrale (in questo caso inceneritore, visto il basso potenziale calorifico di questi detriti)? E che ne è dello studio d'impatto ambientale, qualcuno l'ha visto? è stato pubblicato? è consultabile? La scelta del sito in riva al fiume Trigno (rischi d'inondazione?), in una stretta vallata. Quali sono i regimi dei venti? sono stati valutati nello studio d'impatto ambientale? eccetera, eccetera.
Il senso del dissenso: La posizione "'anti' centrale biomassa" può essere percepita (o presentata) come una postura di parte, da contraddire in polemiche infinite, a colpi di esperti o pseudo tali. Messi in dubbio perché presentati da l'uno o dall'altro. E si finirà fazione contro fazione. Nel presente caso, il cosiddetto "Progetto Mafalda", innanzitutto è un'operazione finanziaria-imprenditoriale che bisogna dell'avallo del politico (in primis l'amministrazione e l'ufficio tecnico comunale, primo passo decisionale) per realizzarsi. L'aspetto "ambientale", "fonte d'energia rinnovabile", è la vaselina per farlo passare. Argomento utilizzato a due fine: i) A l'indirizzo della popolazione locale. Si parte da una costatazione di fatto: il paese si spopola, verranno i -ricchi- profughi venezuelani a ripopolarlo. Investiranno i loro milioni sul nostro territorio, creando -molti- posti di lavoro (sic). E come primo investimento, le fonti d'energia rinnovabile. (Consiglio comunale del 27/12/06 tenutosi nella palestra con buffet offerto, risoluzione approvata a l'unanimità della maggioranza e opposizione, N.B. l'intero C.C. è stato filmato da un impiegato comunale) ii) Al fine di ottenere dei finanziamenti dalla regione e dai fondi strutturali europei.
Nel senso della trasparenza aggiungo. Da un periodo indeterminato e fino ad oggi, 12 gennaio 2009, il sito del Comune di Mafalda, http://www.comune.mafalda.cb.it/ , è “in allestimento”. I documenti ufficiali soggetti a consultazione sono scarsi. Al capitolo “Atti”, la voce “Statuto” è vuota, a la voce “Delibere di Giunta” un unico documento del 15/01/2007, a la voce “Delibere di Consiglio” 21 documenti dal 29/01/2007 al 14/05/2007, a la voce “Determinazioni” un documento del 04/11/2008, la voce “Ordinanze” è vuota, la voce “Regolamenti” riporta 9 documenti incluso il documento del 04/11/2008 che figura alla voce precedente di “Determinazioni”. Al capitolo “Servizi”, le voci “Bandi”, “Concorsi” e “Procedimenti” sono vuoti. C'è carenza. O questo è dovuto a l'inefficienza dei servizi proposti a questo scopo, o questo disservizio è dovuto alla disorganizzazione dei servizi comunali in quanto caso nessun funzionario ha ricevuto questo tipo di missione o la cosa è saputa e tutto questo è una decisione presa a proposito. Mi direte: - chi se ne frega! Frega si. Siamo noi cittadini ad essere privati dell'informazione di base, il minimo per una vita politica in democrazia. Frega, Frega e come. Noi cittadini elettori, il popolo sovrano, siamo lasciati a l'oscuro delle decisioni prese in nostro nome. È come se avessimo firmato una procura generale. La fiducia non si vota, si controlla. La fiducia non si richiede, si merita. Il fatto è che nessuna legge obbliga il sindaco o l'amministrazione comunale o un segretario comunale o un qualsiasi funzionario a pubblicare in rete gli atti ufficiali. Viceversa c'è una legge che obbliga ad esporre tutti gli atti ufficiali a l'albo pretorio, quanti cittadini vanno a consultarlo? E passati i quindici o trenta giorni di affissione, chi si ricorda più del loro contenuto? E anche se qualcuno volesse, diciamo, consultare le delibere e tutti gli altri documenti relativi al “Progetto Mafalda” già esposti e archiviati, avrebbe tutto il concorso dei funzionari e dell'amministrazione per farlo? Per questo se una pubblicazione e archiviazione in rete venisse fatta, una semplice parola chiave basterebbe. Ma è proprio per questo che la pubblicazione in rete non viene, o non deve, essere fatta. Il detto dice “L'occasione fa il ladrone”. Non si nasce disonesti, s'impara a diventarlo. Nessuno ha mai sentito dire attorno a se: “Mica son fesso!”? La legge, almeno da noi in Italia, è il garante di certi comportamenti etnici. La cultura ambiente li promuove. Ognuno si dice: “Che me ne frega, se non mi reca danno o magiari qualcosa per me ci guadagno”. Questa è la morale, il valore comune che si danno ai atti della vita. Poi qualcosa succede, un gesto di troppo. Quando il menefreghismo comportamentale non è capace più di contenere l'atto. Il coperchio cade. Nessun atto nasce “creatio ex nihilo”, ogni atto è la risultante di un comportamento, innato o acquisito. Cosi è il “Progetto Mafalda”, una risultante. Ma se le leggi non ci sono, o non c'è il tempo e la voglia di farle, cosa resta da fare? Indignarsi. Indignarsi pubblicamente, rumorosamente, sentitamente. Quando le leggi non ci sono rimane l'opinione pubblica, questo ectoplasma, sacco vuoto per tutte le farine. Voi “Giovani Mafaldesi”, cercate di dare forma e senso al coperchio che cade. Ma non basta. Indignarsi. Dopo l'indegno c'è il coinvolgimento. Mettere le mani nel fango e sporcarsi per ripulire tutto questo scempio. Milioni spesi, milioni sprecati. Che ci lasciano come siamo: confinati. Trentamila euri per rifare ogni anno la pittura bianca delle strisce dei parcheggi, e una biblioteca destinata a ripostiglio. Una esposizione “Mostra archeologica sul Castello di Ripalta” inaugurata il 16 dicembre 2006, con docenti e Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise e articoli sui giornali, è finita dietro una porta chiusa. Non ci vuole solo dei milioni con tanto di zeri per fare una vita decente e dignitosa, ci vuole la volontà di fare determinate cose al posto di altre. Ci vogliono scelte e questo “fare scelte” si chiama politica.
26/02/2007 Nº11 REALIZZAZIONE VILLAGGIO TURISTICO INTEGRATO - DITTA D.G.M. S.R.L. APPROVAZIONE AI SENSI DELL'ART. 5 D.P.R. N. 447/1998
14/05/2007 Nº20 PRESA D'ATTO TRASFORMAZIONE GIURIDICA DELL'ASSOCIAZIONE "BORGHI AUTENTICI D'ITALIA E DEL RELATIVO NUOVO STATUTO, ADOZIONE CARTA DELLA QUALITA' DEI BORGHI AUTENTICI"
Nota Bene: “D.G.M. S.R.L” sta per “Di Grande Mariagrazia S.R.L”, che di fatto si è assentata al momento del voto.
Adesso vi racconto una bella storia. C'era una volta in un paese lontano lontano un uomo qualunque che, stanco della solita e monotona vita da uomo qualunque decise di fare una rivoluzione. Spodestò tutti i signorotti del paese e fu acclamato a furor di popolo sindaco! Il ruolo del sindaco, diceva egli stesso, è quello di una guida, di un "primus inter pares" che, al di là della politica è necessariamente protratto verso l'interesse comune. Portò molte innovazioni (banche, industrie, lavoro), rinnovò il volto del paese e questo gli permise, nel bene e nel male,di governare per dieci anni quando alla fine decise di ritirarsi a vita privata con il pretesto di essere chiamato con l'appellativo di "Signor uomo qualunque". Passato di grado, cambiò anche la sua filosofia di vita:da compagno e combattente divenne barone e imprenditore, tant'è che se esiste qualcosa di buono in paese è tutto dovuto alla sua benevolenza e al suo potere salvifico. Arrivo infine un bel giorno in cui, avendo soddisfatto tutti i suoi piaceri(diceva infatti:"io con gli abitanti del paese lontano lontano faccio ciò che voglio!")decise di distruggere tutto ciò che aveva creato compreso le persone che gli erano attorno.
Bella vero?E' solo una storia!Ma sappiate:"La storia si ripete!"
la storia rappresenta solo un ripetersi continuo di fatti e vicende che sono già avvenute! ma è anche vero, che senza le "guerre" (consentitemi la parolona) sarebbe solo un libro fatto di pagine bianche... e questa è una grande verità! tutti uniti possiamo mandare il "signor uomo qualunque" in quel paese in cui tutti sono stata mandati almeno una volta! ihih
Vivendo in un paese dove l'agricoltura è molto praticata mi sento spesso dire: "i miei prodotti sono genuini, io non uso nessun fertilizzante o sostanza nociva..."!!! Ma adesso mi chiedo...come possono questi prodotti essere ancora genuini se il VICINO mi butta nell'ambiente materiale che potrebbe davvero rovinare se non la mia vita quella dei miei figli??
Fai bene a preoccuparti dei tuoi prodotti perchè tra poco diventeranno contaminati insieme a tutta l'agricoltura mafaldese. Ortaggi, olive, uva, se si vogliono fare degli esempi!!!Saranno prodotti contaminati da polveri sottili... Quindi cominciamo a capire che questo progetto della centrale a biomasse NON SI SPOSERA' MAI con agricoltura e turismo.
I principali vantaggi della Biomassa sono: la Biomassa è molto abbondante, si trova in quasi ogni parte della terra costituita da alghe, alberi e letame; è rinnovabile grazie alla possibilità di rimboschimento; è facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico (alcool, gas); è economica; con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate (aree disboscate); può sfruttare le zone inutilizzate dall’agricoltura e creare occupazione nelle comunità rurali delle serre; se prodotta da risorse rinnovabili, l’uso di energia da Biomassa non provoca un aumento di livelli di CO 2 poiché le piante la riassorbono durante la loro crescita (fotosintesi); produce pochissimo zolfo, riducendo così la produzione di piogge acide. I principali svantaggi della Biomassa sono: la combustione della legna può essere pulita quanto altamente inquinante e per questo, per ottenere alta qualità e buon rendimento, è necessario l’utilizzo di tecnologie avanzate che ancora scarseggiano; carenza di una precisa programmazione, di una strategia nazionale e di un piano operativo di settore che si congiunga agli aspetti ambientali, agricoli, forestali, rurali e dei trasporti; gli attuali strumenti di mercato sono inadeguati; troppa difficoltà nelle procedure autorizzate; l’opinione pubblica non è ancora informata correttamente; mancanza di strutture di collegamento tra ricerca, industria ed Amministrazioni pubbliche.
Dalla riunione delle tre amministrazioni è emerso che: Le tre amministrazioni sono favorevoli alla ricerca alla costruzione di un impianto a Biomasse però bisogna valutare attentamente la ricaduta che ciò comporta in queste zone.
La popolazione deve comprendere quali siano le esigenze nella costruzione della centrale e quali siano i punti favorevoli e quelli sfavorevoli al progetto
Sebbene per queste centrali non sia prevista una normativa di legge che renda obbligatoria una procedura di impatto ambientale, si pensa sia dovere etico di una Amministrazione comunale lo svolgere uno studio di fattibilità , sostenibilità e di impatto ambientale che dia risultati scientifici seri sui quali impostare un dibattito competente e sereno e poi prendere una decisione .
Bisogna porsi alcune domande: una centrale a Biomasse nella sua attività produce delle polveri (comunemente chiamate ceneri). Come e dove si intende smaltirle? Occorrere richiedere uno studio di impatto ambientale. Quali sono le dimensioni delle risorse consumate (acqua, metano, ecc..) nell’attività della centrale? Come vengono reperite le Biomasse? Sappiamo infatti che una centrale di 80MW (energia termica) significa in termini elettrici una potenza di 20MW, quindi una centrale di non piccole dimensioni. Sono sufficienti le Biomasse presenti nel nostro territorio, o si dovranno reperire esternamente creando quindi un aumento sostanziale del traffico stradale? Infatti le quantità di Biomasse
Quali sono le opere di compensazione previste per i cittadini nella cui vicinanza la centrale verrebbe costruita? E’ noto infatti che i terreni dei cittadini, in vicinanza dei quali sorgono le centrali, vengono deprezzati. Secondo una stima da noi effettuata una centrale da 80MW (energia termica) comporta all’incirca le seguenti dimensioni e conseguenze: Camino: 50 metri di altezza; Caldaia: 30 metri di altezza; Luminosità notturna: elevata; Rumorosità: Continua e persistente a causa del lavoro notturno che le Serre vendono alla centrale di Cutro sono minime.
Il sindaco di Simbario Dott. Andreacchi, il sindaco dott. Marchese e il sindaco dott. Pupo, hanno stabilito che una volta fatto lo studio di fattibilità , sostenibilità e di impatto ambientale, faranno un confronto pubblico (supportati dalla Comunità Montana , dalla Provincia, dall’AFOR, dal Corpo Forestale dello Stato) che possa fare chiarezza sulle differenti posizioni, così da riflettere in maniera obiettiva sull’utilità e sulle possibili conseguenze di una tale opera. franca lentella
Biomassa DEFINIZIONE Si definisce biomassa qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici o alla produzione di ammendante agricolo, e rappresenta una sofisticata forma di accumulo dell’energia solare. La brevità del periodo di ripristino fa si che le biomasse rientrino tra le fonti energetiche rinnovabili, in quanto il tempo di sfruttamento della sostanza è paragonabile a quello di rigenerazione. Poiché nel concetto di rinnovabilità di una fonte energetica è insita anche la sostenibilità ambientale, sarà necessario che le biomasse, con particolare riferimento a quelle di origine forestale, provengano da pratiche aventi impatto ambientale trascurabile o nullo (es. le operazioni di manutenzione boschiva). Non sono invece considerati biomasse alcuni materiali, pur appartenenti alla chimica organica (come le materie plastiche e i materiali fossili), perchè non rientrano nel concetto con cui si intendono i materiali organici qui presi in considerazione. Quando si bruciano le biomasse (ad esempio la legna), estraendone l’energia immagazzinata nei componenti chimici, l’ossigeno presente nell’atmosfera si combina con il carbonio delle piante e produce, tra l’altro, anidride carbonica, uno dei principali gas responsabile dell’effetto serra. Tuttavia, la stessa quantità di anidride carbonica viene assorbita dall’atmosfera durante la crescita delle biomasse. Il processo è ciclico. Fino a quando le biomasse bruciate sono rimpiazzate con nuove biomasse, l’immissione netta di anidride carbonica nell’atmosfera è nulla. La Biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in combustibili solidi, liquidi o gassosi. Sono quindi biomasse, oltre alle essenze coltivate espressamente per scopi energetici, tutti i prodotti delle coltivazioni agricole e della forestazione, compresi i residui delle lavorazioni agricole e della silvicoltura, gli scarti dei prodotti agro-alimentari destinati all’alimentazione umana o alla zootecnia, i residui, non trattati chimicamente, dell’industria della lavorazione del legno e della carta, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani (la “frazione organica” dei Rifiuti). Nell’accezione più generale si può quindi considerare Biomassa tutto il materiale di origine organica sia vegetale, sia animale, ma per schematizzare meglio questo settore si possono prendere in considerazione le tre principali filiere che lo rappresentano:
Filiera del legno Filiera dell’agricoltura Filiera degli scarti e dei rifiuti
Per esemplificare qualche tipologia di biomassa, tra le più comuni, si possono citare:
I combustibili solidi, liquidi o gassosi derivati da questi materiali (direttamente o in seguito a processi di trasformazione) sono definiti biocombustibili, mentre qualsiasi forma di energia ottenuta con processi di conversione della biomassa è definita bio-energia.
TECNOLOGIE D’IMPIEGO L’utilizzo delle biomasse presenta una grande variabilità in funzione dei tipi dei materiali disponibili e, nel tempo, sono state sviluppate molte tecnologie di conversione energetica, delle quali alcune possono considerarsi giunte ad un livello di sviluppo tale da consentirne l’utilizzazione su scala industriale, altre, invece, più recenti e molto complesse, necessitano di ulteriore sperimentazione al fine di aumentare i rendimenti e ridurre i costi di conversione energetica. I processi utilizzati attualmente sono riconducibili a due categorie: processi termochimici e processi biochimici, all’interno dei quali si suddividono le tecnologie attualmente disponibili, tra le quali – ad eccezione della combustione diretta – tutte le altre rappresentano pretrattamenti, mirati ad aumentare la resa termica, a sfruttare sino in fondo il materiale disponibile, a migliorarne la praticità di trasporto ed impiego e le caratteristiche di stoccaggio oppure a ridurre residui dopo l’utilizzazione:
processi termochimici I processi di conversione termochimica sono basati sull’azione del calore che permette le reazioni chimiche necessarie a trasformare la materia in energia e sono utilizzabili per i prodotti ed i residui cellulosici e legnosi in cui il rapporto C/N abbia valori superiori a 30 ed il contenuto di umidità non superi il 30% (tali valori sono indicativi di riferimento). Ad esempio, 1 kg di legna secca (15% umidità residua) fornisce 4,3 kWh di energia e, quindi, 3 kg di legno equivalgono ad 1 kg di gasolio mentre 2,3 kg di legno corrispondono a 1 m³ di metano.
Le biomasse più adatte a subire processi di conversione termochimica tal quale sono:
la legna e tutti i suoi derivati (segatura, trucioli, etc.), sottoprodotti colturali di tipo ligno-cellulosico (paglia di cereali, residui di potatura della vite e dei fruttiferi, etc.) scarti di lavorazione (lolla, pula, gusci, noccioli, etc.). 1. combustione diretta è il più semplice dei processi termochimici e consiste nell’ossidazione completa del combustibile a H2O e CO2; è attuata, in generale, in apparecchiature (caldaie) in cui avviene anche lo scambio di calore tra i gas di combustione ed i fluidi di processo (acqua, olio diatermico, etc.). La combustione di prodotti e residui agricoli si attua con buoni rendimenti, se si utilizzano come combustibili sostanze ricche di glucidi strutturati (cellulosa e lignina) e con contenuti di acqua inferiori al 30%. I prodotti utilizzabili a tale scopo sono i seguenti:
- legname in tutte le sue forme (cippato e pellet); – paglie di cereali; – residui di raccolta di legumi secchi; – residui di piante oleaginose (ricino, catramo, etc.); – residui di piante da fibra tessile (cotone, canapa, etc.); – residui legnosi di potatura di piante da frutto e di piante forestali; – residui dell’industria agro-alimentare.
2. Carbonizzazione è un processo di pretrattamento del materiale vegetale che consiste nell’alterazione termochimica della biomasse mirato a conferirle migliori caratteristiche attraverso la trasformazione delle molecole strutturate dei prodotti legnosi e cellulosici in carbone (carbone di legna o carbone vegetale), mediante somministrazione di calore in presenza di poco ossigeno e la conseguente eliminazione dell’acqua e delle sostanze volatili non combustibili dalla materia vegetale.
3. pirolisi è un processo di degradazione termochimica di materiali organici, attraverso l’azione del calore, a temperature elevate (tra 400 e 800°C), in completa assenza degli agenti ossidanti (aria o ossigeno) o con una ridottissima quantità di ossigeno (in questo caso il processo può essere descritto come una parziale gassificazione). Dalla pirolisi si ottengono prodotti gassosi, liquidi e solidi, in proporzioni che dipendono dai metodi utilizzati (pirolisi veloce, lenta, o convenzionale) e dai parametri di reazione. La produzione di energia basata su questa tecnica presenta ancora alcuni problemi connessi alla qualità dei prodotti così ottenuti, che non ha ancora raggiunto un livello sufficientemente adeguato rispetto alle applicazioni (con turbine a gas o con motori diesel). Attualmente, le prospettive migliori sono per impianti di grandi dimensioni che utilizzano olio da pirolisi, e per impianti di piccola taglia che usano i prodotti pirolitici con motori a ciclo diesel.
4. gassificazione il processo consiste nella trasformazione in combustibile gassoso di un combustibile solido o liquido, nel caso specifico della biomassa, attraverso una decomposizione termica (ossidazione parziale) ad alta temperatura (900÷1.000°C). Il gas prodotto è una miscela di H2, CO, CH4, CO2, H2O (vapore acqueo) e N2, accompagnati da ceneri in sospensione e tracce di idrocarburi (C2H6). La proporzione tra i vari componenti del gas varia notevolmente in funzione dei diversi tipi di gassificatore, dei combustibili e del loro contenuto di umidità. Questo gas (detto gas di gasogeno) è di potere calorifico inferiore medio-basso, (oscilla tra i 4.000 kJ/Nm³ dei gassificatori ad aria, i 10.000 kJ/Nm³ dei gassificatori a vapor d’acqua ed i 14.000 kJ/Nm³ di quelli ad ossigeno). La tecnologia presenta ancora alcuni problemi, principalmente per il non elevato potere calorifico dei gas ottenuti e per le impurità il loro presenti (polveri, catrami e metalli pesanti). Inoltre, l’utilizzo del gas di gasogeno quale vettore energetico è limitato per i problemi connessi ai costi dello stoccaggio e del trasporto, causa il basso contenuto energetico per unità di volume rispetto ad altri gas. Per rendere economicamente più valido questo processo si trasforma il gas in alcool metilico (CH3OH), che può essere impiegato per l’azionamento di motori. Il metanolo, caratterizzato da un potere calorifico inferiore dell’ordine di 21.000 kJ/kg, può essere successivamente raffinato per ottenere benzina sintetica, con potere calorifico analogo a quello delle benzine tradizionali.
5. Steam Explosion (SE) è un trattamento innovativo, a basso impatto ambientale, mediante il quale si può ottenere una vasta gamma di prodotti, utilizzando come materia prima le biomasse vegetali. Rispetto agli altri processi di pretrattamento, lo SE presenta il vantaggio fondamentale di separare in tre differenti correnti le frazioni costituenti i comuni substrati vegetali (emicellulosa, cellulosa, lignina) rendendo possibile l’utilizzazione totale delle biomasse.
Il processo consiste nell’uso di vapore saturo ad alta pressione per riscaldare rapidamente legno, o qualsiasi altro materiale lignocellulosico, in un reattore che può essere ad alimentazione continua o discontinua.
Si citano anche la Co-Combustione e la Co-Gassificazione volti a utilizzare nello stesso impianto le biomasse insieme a combustibili tradizionali come il carbone o i derivati dal petrolio.
processi biochimici I processi di conversione biochimica sono dovuti al contributo di enzimi, funghi e micro-organismi, che si formano nella biomassa sotto particolari condizioni e vengono impiegati per quelle biomasse in cui il rapporto C/N sia inferiore a 30 e l’umidità alla raccolta superiore al 30%.
Risultano idonei alla conversione biochimica:
colture acquatiche alcuni sottoprodotti colturali (foglie e steli di barbabietola, ortive, patata, ecc.) reflui zootecnici scarti di lavorazione (borlande, acqua di vegetazione, etc.) biomassa eterogenea immagazzinata nelle discariche controllate
6. la digestione anaerobica è il processo di fermentazione (conversione biochimica) della materia organica ad opera di micro-organismi in assenza di ossigeno; consiste nella demolizione delle sostanze organiche complesse contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di origine animale (lipidi, protidi, glucidi), che dà origine ad un gas (biogas) costituito per il 50-70% da metano e per la restante parte soprattutto da CO2, con un potere calorifico medio dell’ordine di 23.000 kJ/Nm³. Questo processo di fermentazione della sostanza organica ne conserva integri i principali elementi nutritivi presenti (azoto, fosforo, potassio), agevolando la mineralizzazione dell’azoto organico, in modo che l’effluente ne risulti un ottimo fertilizzante. Il biogas prodotto viene raccolto, essiccato, compresso ed immagazzinato per utilizzarlo come combustibile per caldaie a gas nella produzione del calore o per motori a combustione interna (si utilizzano motori di tipo navale a basso numero di giri) per produrre energia elettrica. Gli impianti a digestione anaerobica possono essere alimentati anche con residui ad alto contenuto di umidità, quali le deiezioni animali, i reflui civili, i rifiuti alimentari e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e questo potrebbe rappresentare un’interessante opportunità negli impianti di raccolta dei rifiuti urbani. Però, la raccolta del biogas sviluppato nelle discariche, anche se attrezzate allo scopo, non supera il 40% circa del gas generato e quasi il 60% è disperso in atmosfera, esito non auspicabile perché la gran quantità di metano presente nel biogas ha conseguenze negative sull’effetto serra. Pertanto questo processo andrebbe svolto essenzialmente in appositi impianti chiusi (digestori), dove quasi tutto il gas prodotto viene raccolto ed usato come combustibile.
7. digestione aerobica consiste nella metabolizzazione ad opera di batteri delle sostanze organiche, in ambiente condizionato dalla presenza di ossigeno. Questi micro-organismi convertono sostanze complesse in altre più semplici, liberando CO2 e H2O e producendo un elevato riscaldamento del substrato, proporzionale alla loro attività metabolica. Il calore prodotto può essere così trasferito all’esterno, mediante scambiatori a fluido. In Europa viene utilizzato il processo di digestione aerobica termofila autoriscaldata (Autoheated Termophilic Aerobic Digestion) per il trattamento delle acque di scarico. Più recentemente tale tecnologia si è diffusa anche in Canada e Stati Uniti.
8. La fermentazione alcolica è un processo di tipo micro-aerofilo che opera la trasformazione dei glucidi contenuti nelle produzioni vegetali in etanolo. L’etanolo risulta un prodotto utilizzabile anche nei motori a combustione interna normalmente di tipo “dual fuel”, come riconosciuto fin dall’inizio della storia automobilistica. Se, però, l’iniziale ampia disponibilità ed il basso costo degli idrocarburi avevano impedito di affermare in modo molto rapido l’uso di essi come combustibili, dopo lo shock petrolifero del 1973 sono stati studiati numerosi altri prodotti per sostituire il carburante delle automobili (benzina e gasolio); oggi, tra questi prodotti alternativi, quello che mostra il miglior compromesso tra prezzo, disponibilità e prestazioni è proprio l’etanolo, o più probabilmente il suo derivato ETBE (EtilTertioButilEtere), ottenuto combinando un idrocarburo petrolifero (l’isobutene) e l’etanolo.
9. Estrazione oli vegetali e produzione di biodiesel alcune essenze vegetali presentano la caratteristica di avere semi ricchi di oli che possono essere estratti ed utilizzati come combustibili per alimentare gruppi elettrogeni attraverso la combustione diretta. Queste piante dette oleaginose (soia, colza, girasole, mais, ecc.) producono quantità di olio in misura del 35-45% del peso con un notevole potere calorico (fino a 10.000 kcal/kg) sono adatti, per semplicità di trasformazione ed utilizzazione, alla produzione di energia elettrica ed energia termica con impianti di combustione a tecnologia molto semplice. Inoltre, offrono interessanti opportunità per la riutilizzazione dei sottoprodotti del processo dell’estrazione dell’olio dai semi; infatti i residui ricchi di materie proteiche sono impiegati per gli alimenti della zootecnia o nell’industria farmaceutica (ad esempio la glicerina) ed infine per la produzione di pellet. Gli oli vegetali combustibili sono utilizzati nello stato in cui vengono estratti, a condizione che presentino le caratteristiche idonee in termini di contenuti minimi di acqua ed impurezze, o meglio dopo esterificazione (processo che avviene tramite aggiunta di metanolo per la eliminazione della glicerina), in modo da assicurare la compatibilità con i motori endotermici.
Come nasce l?esigenza della costruzione di una centrale termoelettrica a biomasse? Quali combustibili utilizza? Quali conseguenze comporta per l’ambiente e l’uomo? Ne abbiamo parlato con il prof. Gianni Tamino, biologo membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie Nel suo intervento ha più volte fatto riferimento al CIP6 e certificati verdi: può spiegarci in cosa consistono? «Il CIP6 è un provvedimento con cui si incentiva l’energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, consentendo di immetterla nella rete elettrica nazionale a un prezzo superiore al normale valore del mercato. Tali incentivi vengono addebitati sulla bolletta dei consumatori. Le prime leggi per incentivare le forme rinnovabili vennero emanate nel 1991. Oggi l’energia elettrica da fonti rinnovabili viene pagata fino a 4 o 5 volte il suo valore. Al momento dell’approvazione del decreto vennero aggiunte le cosiddette “fonti assimilate” che oggi portano via la fetta più grossa di tutti gli incentivi. Le principali sono le code di raffinazione del petrolio: in pratica un rifiuto tra i più inquinanti viene spacciato come rinnovabile e pagato un sacco di soldi. Un’altra fonte assimilata è l’energia elettrica prodotta dagli inceneritori: questo ha determinato l'aumento della produzione di rifiuti, motivo per il quale l’Italia è stata richiamata dall’Unione Europea. Oggi ai CIP6 si sono affiancati i certificati bianchi e i certificati verdi, di cui tutti i nuovi impianti possono usufruire. I primi premiano il risparmio energetico e l’efficienza, i secondi riguardano le fonti rinnovabili, i rifiuti e le biomasse. Per rinnovabili si intendono quelle fonti di energia utilizzate nel tempo e nello spazio in cui sono prodotte. Tenendo presente questa definizione, le centrali a biomasse a cui sono attribuiti certificati verdi utilizzano materie prime che non possono essere prodotte nella zona. Lo confermano differenti studi condotti dai prof. Giampietro, Ulgiati, Paletti, Pimmentel che arrivano alla stessa conclusione: in Italia per produrre il 10% di energia da biomasse avremmo bisogno di tre volte la superficie agricola nazionale. La sostenibilità si ha quando il bilancio energetico è positivo, la risorsa si riproduce nel tempo di utilizzo e il bilancio dell’anidride carbonica (CO2) è quantomeno in pareggio». Tutti i documenti delle centrali a biomasse sostengono che le emissioni di anidride carbonica (CO2) è pari a zero perché la quantità emessa durante la combustione è pari a quella assorbita dalla pianta durante il processo di crescita, attraverso la fotosintesi. «È vero. Ma alla CO2 che si ottiene bruciando devo aggiungere la CO2 consumata per ottenere la pianta, più quella consumata per trasportare dall’Estero l’olio su una nave sino al porto e dal porto alla centrale: il bilancio non è più in pareggio. Ma non solo. Se, come nel caso di soia, girasole, colza, il consumo di petrolio e metano utilizzati per produrre fertilizzanti, per alimentare i mezzi agricoli e per trasportare i materiali è uguale o superiore all’energia che ottengo dall’olio è evidente che la CO2 emessa è maggiore di quella assorbita dalla pianta e quindi l’energia ottenuta da una centrale è inferiore a quella che consumata a monte. A conti fatti si consumerebbe meno energia utilizzando come combustibile il petrolio. Siccome tutte le grandi centrali a biomasse hanno questo difetto, le biomasse si possono utilizzare solo con scarti di attività agricole, forestali, zootecniche, rifiuti organici al fine di realizzare piccoli impianti a biogas con produzione finale di energia sottoforma di metano e di compost destinato all’agricoltura. Le biomasse sono significativamente interessanti se si rende l’agricoltura autonoma dai consumi energetici: è questa la grande sfida, non certo quella di produrre energia elettrica che non avrebbe nessun vantaggio economico se non venisse pagata in maniera “drogata” con i soldi dei cittadini. Il bilancio economico passivo di queste centrali, diventa attivo grazie ai certificati verdi, come dichiarato dalle stesse aziende. Questi impianti sono spesso incentivati da fondi dell’Unione Europea. Vengono utilizzati soldi pubblici per costruirli e acquistare l’energia elettrica in modo assurdo: il cittadino paga per avere energia elettrica da fonti in realtà non rinnovabili, per avere inquinamento ed effetto serra, in quanto l’olio vegetale inquina più del gasolio. Inoltre, nella combustione degli oli vegetali vengono rilasciate polveri sottili, formaldeide e acroleina, responsabile del caratteristico odore di frittura». Le emissioni di ossidi di azoto e carbonio – stando ai progettisti – verrebbero abbattute con l’installazione di particolari filtri. «Un filtro è un dispositivo che non elimina l’inquinamento, ma lo sposta. Secondo il principio di Lavoisier "in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Un filtro va periodicamente pulito: dove saranno conferiti i residui? Si dimentica di dire che c’è bisogno di una discarica per le ceneri, senza contare il calore disperso. La vendita di energia elettrica è un guadagno, la distribuzione di calore, al contrario, è una perdita se la condotta supera una certa distanza». Con la depurazione dei fumi, le concentrazioni, però, rispettano la norma. «Spesso i progettisti sostengono: "saremo sotto le concentrazioni", ma quello che conta da un punto di vista dell’impatto non è il rispetto della concentrazione, ma il rispetto delle quantità totali di emissioni compatibili con il territorio, misurate per il numero degli anni in cui permangono nell’ambiente. Quindi non ci si deve accontentare della concentrazione per metro cubo ma conoscere il totale annuo per gli anni di vita della centrale, moltiplicando la concentrazione per tutti i milioni, miliardi di metri cubi emessi. Lo stesso vale per il monossido di carbonio, tossico, e gli ossidi di azoto, anch’essi tossici e tra i responsabili delle piogge acide. Negli anni si accumulano, così, migliaia di tonnellate di emissioni. Nel caso della diossina abbiamo concentrazioni basse, ma è una sostanza che una emivita (durata) di vent’anni, si accumula negli organismi ed entra nella catena alimentare, arrivando al latte materno. Se calcoliamo la produzione di diossina per tutto l’arco di vita della centrale otterremo “n” grammi. Ma 1 grammo come spiegavo nella conferenza è la dose massima ammessa per 4,5 milioni di abitanti». Nel suo intervento è stato fortemente critico verso il combustibile generalmente utilizzato nelle centrali a biomasse, l’olio di palma. «Per fare spazio alle piantagioni di olio di palma si distruggono le foreste, le quali assorbono dieci volte più CO2 rispetto a una coltivazione e, nel caso di piantagioni convertite a palma, si sottraggono terreni destinati all’alimentazione determinando carestie. L’inviato speciale dell’ONU per il diritto al cibo Jean Ziegler a questo proposito ha dichiarato: "I biocarburanti sono un crimine contro l’umanità". Prodi ha sostenuto di recente su la Repubblica: "Non possiamo permetterci carburanti anziché cibo". Mi chiedo: perché queste scelte sono state fatte dall’Unione Europea sotto la sua presidenza? Tra gli oli vegetali bruciati ci possono essere, inoltre, anche gli oli esausti, cioè rifiuti della produzione alimentare. Il guadagno per queste centrali non c’è solo dalla vendita dell’energia elettrica, ma dal fatto che l’azienda è pagata per bruciare questi scarti. Non solo queste aziende risparmiano sulla materia prima, ma vengono pagate per smaltirla». Durante la conferenza si è parlato dell’ubicazione di questi impianti nel territorio agricolo. «La normativa nazionale dice di no ad impianti industriali in aree agricole a meno di una modifica del piano regolatore.La V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) permette di sottoporre un progetto a studio di impatto ambientale. Questo studio è eseguito da professionisti che apponendo la propria firma potrebbero un domani essere denunciati dalla popolazione in caso di eventuali danni». Quali conseguenze può avere secondo lei il funzionamento di una centrale a biomasse in territorio agricolo? «Alle conseguenze precedentemente citate si devono aggiungere quelle del danno d’immagine. Chi vorrà acquistare prodotti biologici, D.O.P. e altri prodotti tipici provenienti da zone in cui sorgono centrali del genere? Senza contare poi che in certi casi, dopo analisi di laboratorio si potrebbero trovare valori fuori norma, specialmente riguardo le polveri sottili e la diossina. In questo caso i sacrifici e il lavoro dei coltivatori verrebbero vanificati». Abbiamo parlato di combustibili ed emissioni. Quali altre conseguenze a suo avviso comporta una centrale a biomasse? «Un altro elemento è costituito dal rumore. Si tratta, infatti, di motori marini modificati al cui rumore si somma quello derivato dai mezzi di trasporto che approvvigionano la centrale. Nella provincia di Pesaro e Urbino un impianto è stato bloccato proprio per questo motivo. Non va sottovalutato anche l’inquinamento elettromagnetico causato dai tralicci che sorgono per trasportare l’energia elettrica. Inoltre, bisogna considerare che ad essere degradato è anche il paesaggio e la città a causa dei fumi che intaccano i monumenti. Posso affermare che queste centrali riducono sia il territorio sia la qualità del territorio». In che misura una centrale influisce sulla crescita occupazionale? «In realtà queste centrali assorbono pochissimi posti di lavoro, al massimo una decina di unità essendo controllate con sistemi informatici». E l’indotto? «L’indotto è rappresentato dagli autotrasportatori che lavorerebbero a prescindere dal tipo di prodotti trasportati e dalle imprese edili che terminata la costruzione esauriscono il loro compito. Si tratta di una delle attività a minore intensità occupazionale (intesa come rapporto tra capitale investito e posti di lavoro) al contrario degli insediamenti che utilizzano pannelli fotovoltaici».
In relazione al commento di "franca lentella", alquanto dotta, le seguenti precisazioni.
Simbario è un piccolo centro agricolo di 1.005 abitanti del versante jonico delle serre nell’alta valle del fiume Ancinale in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Ricca di vegetazione forestale prevalentemente composta da: castagni, carpini, querce e ciliegi selvatici. (http://it.wikipedia.org/wiki/Simbario)
Comunque invito tutti a visitare il sito del Comune di Simbario ecco l'indirizzo http://www.comune.simbario.vv.it/
per rendersi conto di come dovrebbe comportarsi un'amministrazione comunale degna di questo nome.
Sempre per "franca lentella", questo tagli e cuci si apparenta a della disinformazione: dove stanno le nostre foreste di castagni, carpini, querce e ciliegi selvatici?
Conflitto d'interessi si, conflitto d'interessi no! Questo è il dilemma!Come può un uomo che, ha fatto diventare baluardo della sua vita politica la lotta alla disonestà, essere accusato di conflitto d'interessi?Qui siamo proprio di fronte ad un Berlusconi in miniatura!Il signor sindaco però ha smentito in sede di consiglio il tutto, nonostante una persona del pubblico gli abbia mostrato un documento ufficiale dell' ENEL in cui si diceva che lo stesso sia andato a presentare il famoso "Progetto Mafalda" ad un convegno sulle energie rinnovabili non in qualità di primo cittadino ma come PRESIDENTE DELLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO!Errore dei giornalisti? Può anche darsi! Ma il dubbio sorge inevitabilmente!Per di più, la DAFIN S.p.a.,ovvero la società che dovrebbe venire ad impiantare la benedetta centrale a biomasse è una delle poche ad essere coperta da una fiduciaria! Avrà anche investito in prima persona nel progetto?I dubbi crescono!Ed in attesa che la verità venga finalmente a galla, mi metto nei panni del Manzoni e vi dico:"ai posteri l'ardua sentenza!"
Per Franca Lentella: Tu hai scritto nel tuo (comunque discretamente bello) commento "dovere etico di una Amministrazione" direi che senza stare a ripetere per la millesima volta le stesse cose, questa frase fa gia a cazzotti con la situazione... in piu come fai a definirmi rinnovabile LA LEGNA!!!! E allora la raccolta differenziata della carta? E le lotte contro il disboscamento?? Che le fanno a fare se tanto la legna si rigenera!! Certo si rigenera ma fammi la proporzione tra quanto ci vuole a bruciare un albero e quanto ci mette a nascere e crescere!! Secondo questa teoria anche l'essere umano è rinnovabile eh eh.
Infine TI INVITO A FARE UNA COSA: prendi un tinozzo di metallo, accendici un fuoco dentro e, quando questo arde buttaci dentro "alghe, alberi e letame", stando attenta che dentro non caschi anche -chessò- una busta di immondizia o un copertone di una macchina, mettiti un asciugamani dietro la testa, chinati e respirati tutto questo bell'aroma... quando hai finito, visto che non è tossico, fai anche sparire nel nulla la cenere... invito anche chiunque è a favore a farlo!!
Siamo "giovani mafaldesi" che si sono spontaneamente riuniti per informarsi ed informare su quelli che sono i REALI PERICOLI dell'eventuale attivazione di una centrale energetica a biomassa nel territorio di Mafalda.
bellissimo il video!
RispondiEliminaahahhahahha
modesto parere di una profana
Ripropongo questo mio commento, pubblicato l'8 gennaio e finito in fondo a un post trascurato:
RispondiEliminaAi amministratori di questo blog:
Voglio presentare i miei complimenti per il post "L'incontro con l'amministrazione" ed esprimere la mai soddisfazione di lettore e di persona riformata dei fatti.
Questo mi pare il modo giusto:
- relazionare i fatti (da tutti verificabili, e se qualcuno non è d'accordo può produrre la sua propria versione. Il blog è aperto ai commenti),
- pubblicare i documenti (in questo caso la lettera).
I fatti, unicamente i fatti, nient'altro che i fatti. Trasparenza, onesta trasparenza. E su questa via c'è ancora molto da fare, ma un passo dopo l'altro.
Punti da chiarire (per fare trasparenza):
L'attuale sito della SMI sarà ceduto per impiantarvi la centrale, a chi? quale società? chi sono gli imprenditori? quale capitale? quale finanziamento? quale attività verrà svolta effettivamente? una centrale a biomassa per la produzione elettrica? una distilleria i cui scarti saranno smaltiti con la centrale (in questo caso inceneritore, visto il basso potenziale calorifico di questi detriti)?
E che ne è dello studio d'impatto ambientale, qualcuno l'ha visto? è stato pubblicato? è consultabile? La scelta del sito in riva al fiume Trigno (rischi d'inondazione?), in una stretta vallata. Quali sono i regimi dei venti? sono stati valutati nello studio d'impatto ambientale? eccetera, eccetera.
Il senso del dissenso:
La posizione "'anti' centrale biomassa" può essere percepita (o presentata) come una postura di parte, da contraddire in polemiche infinite, a colpi di esperti o pseudo tali. Messi in dubbio perché presentati da l'uno o dall'altro. E si finirà fazione contro fazione.
Nel presente caso, il cosiddetto "Progetto Mafalda", innanzitutto è un'operazione finanziaria-imprenditoriale che bisogna dell'avallo del politico (in primis l'amministrazione e l'ufficio tecnico comunale, primo passo decisionale) per realizzarsi. L'aspetto "ambientale", "fonte d'energia rinnovabile", è la vaselina per farlo passare. Argomento utilizzato a due fine:
i) A l'indirizzo della popolazione locale. Si parte da una costatazione di fatto: il paese si spopola, verranno i -ricchi- profughi venezuelani a ripopolarlo. Investiranno i loro milioni sul nostro territorio, creando -molti- posti di lavoro (sic). E come primo investimento, le fonti d'energia rinnovabile. (Consiglio comunale del 27/12/06 tenutosi nella palestra con buffet offerto, risoluzione approvata a l'unanimità della maggioranza e opposizione, N.B. l'intero C.C. è stato filmato da un impiegato comunale)
ii) Al fine di ottenere dei finanziamenti dalla regione e dai fondi strutturali europei.
Ripa Alta
Nel senso della trasparenza aggiungo.
RispondiEliminaDa un periodo indeterminato e fino ad oggi, 12 gennaio 2009, il sito del Comune di Mafalda, http://www.comune.mafalda.cb.it/ , è “in allestimento”. I documenti ufficiali soggetti a consultazione sono scarsi. Al capitolo “Atti”, la voce “Statuto” è vuota, a la voce “Delibere di Giunta” un unico documento del 15/01/2007, a la voce “Delibere di Consiglio” 21 documenti dal 29/01/2007 al 14/05/2007, a la voce “Determinazioni” un documento del 04/11/2008, la voce “Ordinanze” è vuota, la voce “Regolamenti” riporta 9 documenti incluso il documento del 04/11/2008 che figura alla voce precedente di “Determinazioni”. Al capitolo “Servizi”, le voci “Bandi”, “Concorsi” e “Procedimenti” sono vuoti. C'è carenza. O questo è dovuto a l'inefficienza dei servizi proposti a questo scopo, o questo disservizio è dovuto alla disorganizzazione dei servizi comunali in quanto caso nessun funzionario ha ricevuto questo tipo di missione o la cosa è saputa e tutto questo è una decisione presa a proposito.
Mi direte: - chi se ne frega! Frega si. Siamo noi cittadini ad essere privati dell'informazione di base, il minimo per una vita politica in democrazia. Frega, Frega e come. Noi cittadini elettori, il popolo sovrano, siamo lasciati a l'oscuro delle decisioni prese in nostro nome. È come se avessimo firmato una procura generale. La fiducia non si vota, si controlla. La fiducia non si richiede, si merita.
Il fatto è che nessuna legge obbliga il sindaco o l'amministrazione comunale o un segretario comunale o un qualsiasi funzionario a pubblicare in rete gli atti ufficiali. Viceversa c'è una legge che obbliga ad esporre tutti gli atti ufficiali a l'albo pretorio, quanti cittadini vanno a consultarlo? E passati i quindici o trenta giorni di affissione, chi si ricorda più del loro contenuto? E anche se qualcuno volesse, diciamo, consultare le delibere e tutti gli altri documenti relativi al “Progetto Mafalda” già esposti e archiviati, avrebbe tutto il concorso dei funzionari e dell'amministrazione per farlo? Per questo se una pubblicazione e archiviazione in rete venisse fatta, una semplice parola chiave basterebbe. Ma è proprio per questo che la pubblicazione in rete non viene, o non deve, essere fatta.
Il detto dice “L'occasione fa il ladrone”. Non si nasce disonesti, s'impara a diventarlo. Nessuno ha mai sentito dire attorno a se: “Mica son fesso!”? La legge, almeno da noi in Italia, è il garante di certi comportamenti etnici. La cultura ambiente li promuove. Ognuno si dice: “Che me ne frega, se non mi reca danno o magiari qualcosa per me ci guadagno”. Questa è la morale, il valore comune che si danno ai atti della vita. Poi qualcosa succede, un gesto di troppo. Quando il menefreghismo comportamentale non è capace più di contenere l'atto. Il coperchio cade. Nessun atto nasce “creatio ex nihilo”, ogni atto è la risultante di un comportamento, innato o acquisito. Cosi è il “Progetto Mafalda”, una risultante. Ma se le leggi non ci sono, o non c'è il tempo e la voglia di farle, cosa resta da fare? Indignarsi. Indignarsi pubblicamente, rumorosamente, sentitamente. Quando le leggi non ci sono rimane l'opinione pubblica, questo ectoplasma, sacco vuoto per tutte le farine. Voi “Giovani Mafaldesi”, cercate di dare forma e senso al coperchio che cade. Ma non basta. Indignarsi. Dopo l'indegno c'è il coinvolgimento. Mettere le mani nel fango e sporcarsi per ripulire tutto questo scempio. Milioni spesi, milioni sprecati. Che ci lasciano come siamo: confinati. Trentamila euri per rifare ogni anno la pittura bianca delle strisce dei parcheggi, e una biblioteca destinata a ripostiglio. Una esposizione “Mostra archeologica sul Castello di Ripalta” inaugurata il 16 dicembre 2006, con docenti e Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise e articoli sui giornali, è finita dietro una porta chiusa.
Non ci vuole solo dei milioni con tanto di zeri per fare una vita decente e dignitosa, ci vuole la volontà di fare determinate cose al posto di altre. Ci vogliono scelte e questo “fare scelte” si chiama politica.
Ripa Alta
A la voce “Delibere di Consiglio” sul sito del Comune di Mafalda, http://www.comune.mafalda.cb.it/ , figurano (tra l'altro) i seguenti documenti:
RispondiElimina29/01/2007 Nº2 ADOZIONE VARIANTE AL PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE VIGENTE
29/01/2007 Nº5 COSTITUZIONE CONSULTA GIOVANI – STATUTO
26/02/2007 Nº11 REALIZZAZIONE VILLAGGIO TURISTICO INTEGRATO - DITTA D.G.M. S.R.L. APPROVAZIONE AI SENSI DELL'ART. 5 D.P.R. N. 447/1998
14/05/2007 Nº20 PRESA D'ATTO TRASFORMAZIONE GIURIDICA DELL'ASSOCIAZIONE "BORGHI AUTENTICI D'ITALIA E DEL RELATIVO NUOVO STATUTO, ADOZIONE CARTA DELLA QUALITA' DEI BORGHI AUTENTICI"
Nota Bene: “D.G.M. S.R.L” sta per “Di Grande Mariagrazia S.R.L”, che di fatto si è assentata al momento del voto.
Ripa Alta
Pienamente d'accordo, sono i piccoli soldi risparmiati a creare le grandi somme investibili per i cittadini!
RispondiEliminaAdesso vi racconto una bella storia. C'era una volta in un paese lontano lontano un uomo qualunque che, stanco della solita e monotona vita da uomo qualunque decise di fare una rivoluzione. Spodestò tutti i signorotti del paese e fu acclamato a furor di popolo sindaco! Il ruolo del sindaco, diceva egli stesso, è quello di una guida, di un "primus inter pares" che, al di là della politica è necessariamente protratto verso l'interesse comune. Portò molte innovazioni (banche, industrie, lavoro), rinnovò il volto del paese e questo gli permise, nel bene e nel male,di governare per dieci anni quando alla fine decise di ritirarsi a vita privata con il pretesto di essere chiamato con l'appellativo di "Signor uomo qualunque". Passato di grado, cambiò anche la sua filosofia di vita:da compagno e combattente divenne barone e imprenditore, tant'è che se esiste qualcosa di buono in paese è tutto dovuto alla sua benevolenza e al suo potere salvifico. Arrivo infine un bel giorno in cui, avendo soddisfatto tutti i suoi piaceri(diceva infatti:"io con gli abitanti del paese lontano lontano faccio ciò che voglio!")decise di distruggere tutto ciò che aveva creato compreso le persone che gli erano attorno.
RispondiEliminaBella vero?E' solo una storia!Ma sappiate:"La storia si ripete!"
la storia rappresenta solo un ripetersi continuo di fatti e vicende che sono già avvenute!
RispondiEliminama è anche vero, che senza le "guerre" (consentitemi la parolona) sarebbe solo un libro fatto di pagine bianche... e questa è una grande verità!
tutti uniti possiamo mandare il "signor uomo qualunque" in quel paese in cui tutti sono stata mandati almeno una volta! ihih
modesto parere di una profana
Vivendo in un paese dove l'agricoltura è molto praticata mi sento spesso dire: "i miei prodotti sono genuini, io non uso nessun fertilizzante o sostanza nociva..."!!!
RispondiEliminaMa adesso mi chiedo...come possono questi prodotti essere ancora genuini se il VICINO mi butta nell'ambiente materiale che potrebbe davvero rovinare se non la mia vita quella dei miei figli??
Abitante di un paese LIMITROFO
Fai bene a preoccuparti dei tuoi prodotti perchè tra poco diventeranno contaminati insieme a tutta l'agricoltura mafaldese.
RispondiEliminaOrtaggi, olive, uva, se si vogliono fare degli esempi!!!Saranno prodotti contaminati da polveri sottili...
Quindi cominciamo a capire che questo progetto della centrale a biomasse NON SI SPOSERA' MAI con agricoltura e turismo.
"Ma quale di quale benessere si vuole parlare??"
agricoltore
I principali vantaggi della Biomassa sono: la Biomassa è molto abbondante, si trova in quasi ogni parte della terra costituita da alghe, alberi e letame; è rinnovabile grazie alla possibilità di rimboschimento; è facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico (alcool, gas); è economica; con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate (aree disboscate); può sfruttare le zone inutilizzate dall’agricoltura e creare occupazione nelle comunità rurali delle serre; se prodotta da risorse rinnovabili, l’uso di energia da Biomassa non provoca un aumento di livelli di CO 2 poiché le piante la riassorbono durante la loro crescita (fotosintesi); produce pochissimo zolfo, riducendo così la produzione di piogge acide.
RispondiEliminaI principali svantaggi della Biomassa sono: la combustione della legna può essere pulita quanto altamente inquinante e per questo, per ottenere alta qualità e buon rendimento, è necessario l’utilizzo di tecnologie avanzate che ancora scarseggiano; carenza di una precisa programmazione, di una strategia nazionale e di un piano operativo di settore che si congiunga agli aspetti ambientali, agricoli, forestali, rurali e dei trasporti; gli attuali strumenti di mercato sono inadeguati; troppa difficoltà nelle procedure autorizzate; l’opinione pubblica non è ancora informata correttamente; mancanza di strutture di collegamento tra ricerca, industria ed Amministrazioni pubbliche.
Dalla riunione delle tre amministrazioni è emerso che: Le tre amministrazioni sono favorevoli alla ricerca alla costruzione di un impianto a Biomasse però bisogna valutare attentamente la ricaduta che ciò comporta in queste zone.
La popolazione deve comprendere quali siano le esigenze nella costruzione della centrale e quali siano i punti favorevoli e quelli sfavorevoli al progetto
Sebbene per queste centrali non sia prevista una normativa di legge che renda obbligatoria una procedura di impatto ambientale, si pensa sia dovere etico di una Amministrazione comunale lo svolgere uno studio di fattibilità , sostenibilità e di impatto ambientale che dia risultati scientifici seri sui quali impostare un dibattito competente e sereno e poi prendere una decisione .
Bisogna porsi alcune domande: una centrale a Biomasse nella sua attività produce delle polveri (comunemente chiamate ceneri). Come e dove si intende smaltirle? Occorrere richiedere uno studio di impatto ambientale. Quali sono le dimensioni delle risorse consumate (acqua, metano, ecc..) nell’attività della centrale? Come vengono reperite le Biomasse? Sappiamo infatti che una centrale di 80MW (energia termica) significa in termini elettrici una potenza di 20MW, quindi una centrale di non piccole dimensioni. Sono sufficienti le Biomasse presenti nel nostro territorio, o si dovranno reperire esternamente creando quindi un aumento sostanziale del traffico stradale? Infatti le quantità di Biomasse
Quali sono le opere di compensazione previste per i cittadini nella cui vicinanza la centrale verrebbe costruita? E’ noto infatti che i terreni dei cittadini, in vicinanza dei quali sorgono le centrali, vengono deprezzati. Secondo una stima da noi effettuata una centrale da 80MW (energia termica) comporta all’incirca le seguenti dimensioni e conseguenze: Camino: 50 metri di altezza; Caldaia: 30 metri di altezza; Luminosità notturna: elevata; Rumorosità: Continua e persistente a causa del lavoro notturno che le Serre vendono alla centrale di Cutro sono minime.
Il sindaco di Simbario Dott. Andreacchi, il sindaco dott. Marchese e il sindaco dott. Pupo, hanno stabilito che una volta fatto lo studio di fattibilità , sostenibilità e di impatto ambientale, faranno un confronto pubblico (supportati dalla Comunità Montana , dalla Provincia, dall’AFOR, dal Corpo Forestale dello Stato) che possa fare chiarezza sulle differenti posizioni, così da riflettere in maniera obiettiva sull’utilità e sulle possibili conseguenze di una tale opera.
franca lentella
Biomassa
RispondiEliminaDEFINIZIONE
Si definisce biomassa qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici o alla produzione di ammendante agricolo, e rappresenta una sofisticata forma di accumulo dell’energia solare.
La brevità del periodo di ripristino fa si che le biomasse rientrino tra le fonti energetiche rinnovabili, in quanto il tempo di sfruttamento della sostanza è paragonabile a quello di rigenerazione. Poiché nel concetto di rinnovabilità di una fonte energetica è insita anche la sostenibilità ambientale, sarà necessario che le biomasse, con particolare riferimento a quelle di origine forestale, provengano da pratiche aventi impatto ambientale trascurabile o nullo (es. le operazioni di manutenzione boschiva).
Non sono invece considerati biomasse alcuni materiali, pur appartenenti alla chimica organica (come le materie plastiche e i materiali fossili), perchè non rientrano nel concetto con cui si intendono i materiali organici qui presi in considerazione.
Quando si bruciano le biomasse (ad esempio la legna), estraendone l’energia immagazzinata nei componenti chimici, l’ossigeno presente nell’atmosfera si combina con il carbonio delle piante e produce, tra l’altro, anidride carbonica, uno dei principali gas responsabile dell’effetto serra. Tuttavia, la stessa quantità di anidride carbonica viene assorbita dall’atmosfera durante la crescita delle biomasse. Il processo è ciclico.
Fino a quando le biomasse bruciate sono rimpiazzate con nuove biomasse, l’immissione netta di anidride carbonica nell’atmosfera è nulla.
La Biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in combustibili solidi, liquidi o gassosi.
Sono quindi biomasse, oltre alle essenze coltivate espressamente per scopi energetici, tutti i prodotti delle coltivazioni agricole e della forestazione, compresi i residui delle lavorazioni agricole e della silvicoltura, gli scarti dei prodotti agro-alimentari destinati all’alimentazione umana o alla zootecnia, i residui, non trattati chimicamente, dell’industria della lavorazione del legno e della carta, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani (la “frazione organica” dei Rifiuti).
Nell’accezione più generale si può quindi considerare Biomassa tutto il materiale di origine organica sia vegetale, sia animale, ma per schematizzare meglio questo settore si possono prendere in considerazione le tre principali filiere che lo rappresentano:
Filiera del legno
Filiera dell’agricoltura
Filiera degli scarti e dei rifiuti
Per esemplificare qualche tipologia di biomassa, tra le più comuni, si possono citare:
I combustibili solidi, liquidi o gassosi derivati da questi materiali (direttamente o in seguito a processi di trasformazione) sono definiti biocombustibili, mentre qualsiasi forma di energia ottenuta con processi di conversione della biomassa è definita bio-energia.
TECNOLOGIE D’IMPIEGO
L’utilizzo delle biomasse presenta una grande variabilità in funzione dei tipi dei materiali disponibili e, nel tempo, sono state sviluppate molte tecnologie di conversione energetica, delle quali alcune possono considerarsi giunte ad un livello di sviluppo tale da consentirne l’utilizzazione su scala industriale, altre, invece, più recenti e molto complesse, necessitano di ulteriore sperimentazione al fine di aumentare i rendimenti e ridurre i costi di conversione energetica.
I processi utilizzati attualmente sono riconducibili a due categorie: processi termochimici e processi biochimici, all’interno dei quali si suddividono le tecnologie attualmente disponibili, tra le quali – ad eccezione della combustione diretta – tutte le altre rappresentano pretrattamenti, mirati ad aumentare la resa termica, a sfruttare sino in fondo il materiale disponibile, a migliorarne la praticità di trasporto ed impiego e le caratteristiche di stoccaggio oppure a ridurre residui dopo l’utilizzazione:
processi termochimici
I processi di conversione termochimica sono basati sull’azione del calore che permette le reazioni chimiche necessarie a trasformare la materia in energia e sono utilizzabili per i prodotti ed i residui cellulosici e legnosi in cui il rapporto C/N abbia valori superiori a 30 ed il contenuto di umidità non superi il 30% (tali valori sono indicativi di riferimento). Ad esempio, 1 kg di legna secca (15% umidità residua) fornisce 4,3 kWh di energia e, quindi, 3 kg di legno equivalgono ad 1 kg di gasolio mentre 2,3 kg di legno corrispondono a 1 m³ di metano.
Le biomasse più adatte a subire processi di conversione termochimica tal quale sono:
la legna e tutti i suoi derivati (segatura, trucioli, etc.),
sottoprodotti colturali di tipo ligno-cellulosico (paglia di cereali, residui di potatura della vite e dei fruttiferi, etc.)
scarti di lavorazione (lolla, pula, gusci, noccioli, etc.).
1. combustione diretta
è il più semplice dei processi termochimici e consiste nell’ossidazione completa del combustibile a H2O e CO2; è attuata, in generale, in apparecchiature (caldaie) in cui avviene anche lo scambio di calore tra i gas di combustione ed i fluidi di processo (acqua, olio diatermico, etc.). La combustione di prodotti e residui agricoli si attua con buoni rendimenti, se si utilizzano come combustibili sostanze ricche di glucidi strutturati (cellulosa e lignina) e con contenuti di acqua inferiori al 30%. I prodotti utilizzabili a tale scopo sono i seguenti:
- legname in tutte le sue forme (cippato e pellet); – paglie di cereali; – residui di raccolta di legumi secchi; – residui di piante oleaginose (ricino, catramo, etc.); – residui di piante da fibra tessile (cotone, canapa, etc.); – residui legnosi di potatura di piante da frutto e di piante forestali; – residui dell’industria agro-alimentare.
2. Carbonizzazione
è un processo di pretrattamento del materiale vegetale che consiste nell’alterazione termochimica della biomasse mirato a conferirle migliori caratteristiche attraverso la trasformazione delle molecole strutturate dei prodotti legnosi e cellulosici in carbone (carbone di legna o carbone vegetale), mediante somministrazione di calore in presenza di poco ossigeno e la conseguente eliminazione dell’acqua e delle sostanze volatili non combustibili dalla materia vegetale.
3. pirolisi
è un processo di degradazione termochimica di materiali organici, attraverso l’azione del calore, a temperature elevate (tra 400 e 800°C), in completa assenza degli agenti ossidanti (aria o ossigeno) o con una ridottissima quantità di ossigeno (in questo caso il processo può essere descritto come una parziale gassificazione). Dalla pirolisi si ottengono prodotti gassosi, liquidi e solidi, in proporzioni che dipendono dai metodi utilizzati (pirolisi veloce, lenta, o convenzionale) e dai parametri di reazione. La produzione di energia basata su questa tecnica presenta ancora alcuni problemi connessi alla qualità dei prodotti così ottenuti, che non ha ancora raggiunto un livello sufficientemente adeguato rispetto alle applicazioni (con turbine a gas o con motori diesel). Attualmente, le prospettive migliori sono per impianti di grandi dimensioni che utilizzano olio da pirolisi, e per impianti di piccola taglia che usano i prodotti pirolitici con motori a ciclo diesel.
4. gassificazione
il processo consiste nella trasformazione in combustibile gassoso di un combustibile solido o liquido, nel caso specifico della biomassa, attraverso una decomposizione termica (ossidazione parziale) ad alta temperatura (900÷1.000°C). Il gas prodotto è una miscela di H2, CO, CH4, CO2, H2O (vapore acqueo) e N2, accompagnati da ceneri in sospensione e tracce di idrocarburi (C2H6). La proporzione tra i vari componenti del gas varia notevolmente in funzione dei diversi tipi di gassificatore, dei combustibili e del loro contenuto di umidità.
Questo gas (detto gas di gasogeno) è di potere calorifico inferiore medio-basso, (oscilla tra i 4.000 kJ/Nm³ dei gassificatori ad aria, i 10.000 kJ/Nm³ dei gassificatori a vapor d’acqua ed i 14.000 kJ/Nm³ di quelli ad ossigeno).
La tecnologia presenta ancora alcuni problemi, principalmente per il non elevato potere calorifico dei gas ottenuti e per le impurità il loro presenti (polveri, catrami e metalli pesanti). Inoltre, l’utilizzo del gas di gasogeno quale vettore energetico è limitato per i problemi connessi ai costi dello stoccaggio e del trasporto, causa il basso contenuto energetico per unità di volume rispetto ad altri gas. Per rendere economicamente più valido questo processo si trasforma il gas in alcool metilico (CH3OH), che può essere impiegato per l’azionamento di motori. Il metanolo, caratterizzato da un potere calorifico inferiore dell’ordine di 21.000 kJ/kg, può essere successivamente raffinato per ottenere benzina sintetica, con potere calorifico analogo a quello delle benzine tradizionali.
5. Steam Explosion (SE)
è un trattamento innovativo, a basso impatto ambientale, mediante il quale si può ottenere una vasta gamma di prodotti, utilizzando come materia prima le biomasse vegetali. Rispetto agli altri processi di pretrattamento, lo SE presenta il vantaggio fondamentale di separare in tre differenti correnti le frazioni costituenti i comuni substrati vegetali (emicellulosa, cellulosa, lignina) rendendo possibile l’utilizzazione totale delle biomasse.
Il processo consiste nell’uso di vapore saturo ad alta pressione per riscaldare rapidamente legno, o qualsiasi altro materiale lignocellulosico, in un reattore che può essere ad alimentazione continua o discontinua.
Si citano anche la Co-Combustione e la Co-Gassificazione volti a utilizzare nello stesso impianto le biomasse insieme a combustibili tradizionali come il carbone o i derivati dal petrolio.
processi biochimici
I processi di conversione biochimica sono dovuti al contributo di enzimi, funghi e micro-organismi, che si formano nella biomassa sotto particolari condizioni e vengono impiegati per quelle biomasse in cui il rapporto C/N sia inferiore a 30 e l’umidità alla raccolta superiore al 30%.
Risultano idonei alla conversione biochimica:
colture acquatiche
alcuni sottoprodotti colturali (foglie e steli di barbabietola, ortive, patata, ecc.)
reflui zootecnici
scarti di lavorazione (borlande, acqua di vegetazione, etc.)
biomassa eterogenea immagazzinata nelle discariche controllate
6. la digestione anaerobica
è il processo di fermentazione (conversione biochimica) della materia organica ad opera di micro-organismi in assenza di ossigeno; consiste nella demolizione delle sostanze organiche complesse contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di origine animale (lipidi, protidi, glucidi), che dà origine ad un gas (biogas) costituito per il 50-70% da metano e per la restante parte soprattutto da CO2, con un potere calorifico medio dell’ordine di 23.000 kJ/Nm³. Questo processo di fermentazione della sostanza organica ne conserva integri i principali elementi nutritivi presenti (azoto, fosforo, potassio), agevolando la mineralizzazione dell’azoto organico, in modo che l’effluente ne risulti un ottimo fertilizzante.
Il biogas prodotto viene raccolto, essiccato, compresso ed immagazzinato per utilizzarlo come combustibile per caldaie a gas nella produzione del calore o per motori a combustione interna (si utilizzano motori di tipo navale a basso numero di giri) per produrre energia elettrica.
Gli impianti a digestione anaerobica possono essere alimentati anche con residui ad alto contenuto di umidità, quali le deiezioni animali, i reflui civili, i rifiuti alimentari e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e questo potrebbe rappresentare un’interessante opportunità negli impianti di raccolta dei rifiuti urbani. Però, la raccolta del biogas sviluppato nelle discariche, anche se attrezzate allo scopo, non supera il 40% circa del gas generato e quasi il 60% è disperso in atmosfera, esito non auspicabile perché la gran quantità di metano presente nel biogas ha conseguenze negative sull’effetto serra. Pertanto questo processo andrebbe svolto essenzialmente in appositi impianti chiusi (digestori), dove quasi tutto il gas prodotto viene raccolto ed usato come combustibile.
7. digestione aerobica
consiste nella metabolizzazione ad opera di batteri delle sostanze organiche, in ambiente condizionato dalla presenza di ossigeno. Questi micro-organismi convertono sostanze complesse in altre più semplici, liberando CO2 e H2O e producendo un elevato riscaldamento del substrato, proporzionale alla loro attività metabolica. Il calore prodotto può essere così trasferito all’esterno, mediante scambiatori a fluido. In Europa viene utilizzato il processo di digestione aerobica termofila autoriscaldata (Autoheated Termophilic Aerobic Digestion) per il trattamento delle acque di scarico. Più recentemente tale tecnologia si è diffusa anche in Canada e Stati Uniti.
8. La fermentazione alcolica
è un processo di tipo micro-aerofilo che opera la trasformazione dei glucidi contenuti nelle produzioni vegetali in etanolo. L’etanolo risulta un prodotto utilizzabile anche nei motori a combustione interna normalmente di tipo “dual fuel”, come riconosciuto fin dall’inizio della storia automobilistica. Se, però, l’iniziale ampia disponibilità ed il basso costo degli idrocarburi avevano impedito di affermare in modo molto rapido l’uso di essi come combustibili, dopo lo shock petrolifero del 1973 sono stati studiati numerosi altri prodotti per sostituire il carburante delle automobili (benzina e gasolio); oggi, tra questi prodotti alternativi, quello che mostra il miglior compromesso tra prezzo, disponibilità e prestazioni è proprio l’etanolo, o più probabilmente il suo derivato ETBE (EtilTertioButilEtere), ottenuto combinando un idrocarburo petrolifero (l’isobutene) e l’etanolo.
9. Estrazione oli vegetali e produzione di biodiesel
alcune essenze vegetali presentano la caratteristica di avere semi ricchi di oli che possono essere estratti ed utilizzati come combustibili per alimentare gruppi elettrogeni attraverso la combustione diretta.
Queste piante dette oleaginose (soia, colza, girasole, mais, ecc.) producono quantità di olio in misura del 35-45% del peso con un notevole potere calorico (fino a 10.000 kcal/kg) sono adatti, per semplicità di trasformazione ed utilizzazione, alla produzione di energia elettrica ed energia termica con impianti di combustione a tecnologia molto semplice.
Inoltre, offrono interessanti opportunità per la riutilizzazione dei sottoprodotti del processo dell’estrazione dell’olio dai semi; infatti i residui ricchi di materie proteiche sono impiegati per gli alimenti della zootecnia o nell’industria farmaceutica (ad esempio la glicerina) ed infine per la produzione di pellet.
Gli oli vegetali combustibili sono utilizzati nello stato in cui vengono estratti, a condizione che presentino le caratteristiche idonee in termini di contenuti minimi di acqua ed impurezze, o meglio dopo esterificazione (processo che avviene tramite aggiunta di metanolo per la eliminazione della glicerina), in modo da assicurare la compatibilità con i motori endotermici.
CENTRALE A BIOMASSE ( LEGGETE TUTTI)
RispondiEliminaCome nasce l?esigenza della costruzione di una centrale termoelettrica a biomasse? Quali
combustibili utilizza? Quali conseguenze comporta per l’ambiente e l’uomo?
Ne abbiamo parlato con il prof. Gianni Tamino, biologo membro del Comitato Nazionale per
la Biosicurezza e le Biotecnologie
Nel suo intervento ha più volte fatto riferimento al CIP6 e certificati verdi: può spiegarci in
cosa consistono?
«Il CIP6 è un provvedimento con cui si incentiva l’energia prodotta da fonti rinnovabili e
assimilate, consentendo di immetterla nella rete elettrica nazionale a un prezzo superiore al
normale valore del mercato. Tali incentivi vengono addebitati sulla bolletta dei consumatori.
Le prime leggi per incentivare le forme rinnovabili vennero emanate nel 1991. Oggi l’energia
elettrica da fonti rinnovabili viene pagata fino a 4 o 5 volte il suo valore. Al momento
dell’approvazione del decreto vennero aggiunte le cosiddette “fonti assimilate” che oggi portano
via la fetta più grossa di tutti gli incentivi.
Le principali sono le code di raffinazione del petrolio: in pratica un rifiuto tra i più inquinanti
viene spacciato come rinnovabile e pagato un sacco di soldi. Un’altra fonte assimilata è l’energia
elettrica prodotta dagli inceneritori: questo ha determinato l'aumento della produzione di rifiuti,
motivo per il quale l’Italia è stata richiamata dall’Unione Europea.
Oggi ai CIP6 si sono affiancati i certificati bianchi e i certificati verdi, di cui tutti i nuovi impianti
possono usufruire. I primi premiano il risparmio energetico e l’efficienza, i secondi riguardano le
fonti rinnovabili, i rifiuti e le biomasse.
Per rinnovabili si intendono quelle fonti di energia utilizzate nel tempo e nello spazio in cui sono
prodotte. Tenendo presente questa definizione, le centrali a biomasse a cui sono attribuiti certificati
verdi utilizzano materie prime che non possono essere prodotte nella zona. Lo confermano
differenti studi condotti dai prof. Giampietro, Ulgiati, Paletti, Pimmentel che arrivano alla stessa
conclusione: in Italia per produrre il 10% di energia da biomasse avremmo bisogno di tre volte la
superficie agricola nazionale.
La sostenibilità si ha quando il bilancio energetico è positivo, la risorsa si riproduce nel tempo di
utilizzo e il bilancio dell’anidride carbonica (CO2) è quantomeno in pareggio».
Tutti i documenti delle centrali a biomasse sostengono che le emissioni di anidride carbonica
(CO2) è pari a zero perché la quantità emessa durante la combustione è pari a quella
assorbita dalla pianta durante il processo di crescita, attraverso la fotosintesi.
«È vero. Ma alla CO2 che si ottiene bruciando devo aggiungere la CO2 consumata per ottenere la
pianta, più quella consumata per trasportare dall’Estero l’olio su una nave sino al porto e dal
porto alla centrale: il bilancio non è più in pareggio. Ma non solo.
Se, come nel caso di soia, girasole, colza, il consumo di petrolio e metano utilizzati per produrre
fertilizzanti, per alimentare i mezzi agricoli e per trasportare i materiali è uguale o superiore
all’energia che ottengo dall’olio è evidente che la CO2 emessa è maggiore di quella assorbita dalla
pianta e quindi l’energia ottenuta da una centrale è inferiore a quella che consumata a monte. A
conti fatti si consumerebbe meno energia utilizzando come combustibile il petrolio.
Siccome tutte le grandi centrali a biomasse hanno questo difetto, le biomasse si possono utilizzare
solo con scarti di attività agricole, forestali, zootecniche, rifiuti organici al fine di realizzare
piccoli impianti a biogas con produzione finale di energia sottoforma di metano e di compost
destinato all’agricoltura.
Le biomasse sono significativamente interessanti se si rende l’agricoltura autonoma dai consumi
energetici: è questa la grande sfida, non certo quella di produrre energia elettrica che non avrebbe
nessun vantaggio economico se non venisse pagata in maniera “drogata” con i soldi dei cittadini.
Il bilancio economico passivo di queste centrali, diventa attivo grazie ai certificati verdi, come
dichiarato dalle stesse aziende.
Questi impianti sono spesso incentivati da fondi dell’Unione Europea. Vengono utilizzati soldi
pubblici per costruirli e acquistare l’energia elettrica in modo assurdo: il cittadino paga per avere
energia elettrica da fonti in realtà non rinnovabili, per avere inquinamento ed effetto serra, in
quanto l’olio vegetale inquina più del gasolio.
Inoltre, nella combustione degli oli vegetali vengono rilasciate polveri sottili, formaldeide e
acroleina, responsabile del caratteristico odore di frittura».
Le emissioni di ossidi di azoto e carbonio – stando ai progettisti – verrebbero abbattute con
l’installazione di particolari filtri.
«Un filtro è un dispositivo che non elimina l’inquinamento, ma lo sposta. Secondo il principio di
Lavoisier "in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Un filtro va
periodicamente pulito: dove saranno conferiti i residui? Si dimentica di dire che c’è bisogno di una
discarica per le ceneri, senza contare il calore disperso. La vendita di energia elettrica è un
guadagno, la distribuzione di calore, al contrario, è una perdita se la condotta supera una certa
distanza».
Con la depurazione dei fumi, le concentrazioni, però, rispettano la norma.
«Spesso i progettisti sostengono: "saremo sotto le concentrazioni", ma quello che conta da un
punto di vista dell’impatto non è il rispetto della concentrazione, ma il rispetto delle quantità totali
di emissioni compatibili con il territorio, misurate per il numero degli anni in cui permangono
nell’ambiente.
Quindi non ci si deve accontentare della concentrazione per metro cubo ma conoscere il totale
annuo per gli anni di vita della centrale, moltiplicando la concentrazione per tutti i milioni,
miliardi di metri cubi emessi. Lo stesso vale per il monossido di carbonio, tossico, e gli ossidi di
azoto, anch’essi tossici e tra i responsabili delle piogge acide. Negli anni si accumulano, così,
migliaia di tonnellate di emissioni.
Nel caso della diossina abbiamo concentrazioni basse, ma è una sostanza che una emivita (durata)
di vent’anni, si accumula negli organismi ed entra nella catena alimentare, arrivando al latte
materno. Se calcoliamo la produzione di diossina per tutto l’arco di vita della centrale otterremo
“n” grammi. Ma 1 grammo come spiegavo nella conferenza è la dose massima ammessa per 4,5
milioni di abitanti».
Nel suo intervento è stato fortemente critico verso il combustibile generalmente utilizzato
nelle centrali a biomasse, l’olio di palma.
«Per fare spazio alle piantagioni di olio di palma si distruggono le foreste, le quali assorbono dieci
volte più CO2 rispetto a una coltivazione e, nel caso di piantagioni convertite a palma, si
sottraggono terreni destinati all’alimentazione determinando carestie.
L’inviato speciale dell’ONU per il diritto al cibo Jean Ziegler a questo proposito ha dichiarato: "I
biocarburanti sono un crimine contro l’umanità".
Prodi ha sostenuto di recente su la Repubblica: "Non possiamo permetterci carburanti anziché
cibo". Mi chiedo: perché queste scelte sono state fatte dall’Unione Europea sotto la sua
presidenza?
Tra gli oli vegetali bruciati ci possono essere, inoltre, anche gli oli esausti, cioè rifiuti della
produzione alimentare. Il guadagno per queste centrali non c’è solo dalla vendita dell’energia
elettrica, ma dal fatto che l’azienda è pagata per bruciare questi scarti. Non solo queste aziende
risparmiano sulla materia prima, ma vengono pagate per smaltirla».
Durante la conferenza si è parlato dell’ubicazione di questi impianti nel territorio agricolo.
«La normativa nazionale dice di no ad impianti industriali in aree agricole a meno di una modifica
del piano regolatore.La V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) permette di sottoporre un
progetto a studio di impatto ambientale. Questo studio è eseguito da professionisti che apponendo
la propria firma potrebbero un domani essere denunciati dalla popolazione in caso di eventuali
danni».
Quali conseguenze può avere secondo lei il funzionamento di una centrale a biomasse in
territorio agricolo?
«Alle conseguenze precedentemente citate si devono aggiungere quelle del danno d’immagine. Chi
vorrà acquistare prodotti biologici, D.O.P. e altri prodotti tipici provenienti da zone in cui sorgono
centrali del genere? Senza contare poi che in certi casi, dopo analisi di laboratorio si potrebbero
trovare valori fuori norma, specialmente riguardo le polveri sottili e la diossina. In questo caso i
sacrifici e il lavoro dei coltivatori verrebbero vanificati».
Abbiamo parlato di combustibili ed emissioni. Quali altre conseguenze a suo avviso comporta
una centrale a biomasse?
«Un altro elemento è costituito dal rumore. Si tratta, infatti, di motori marini modificati al cui
rumore si somma quello derivato dai mezzi di trasporto che approvvigionano la centrale. Nella
provincia di Pesaro e Urbino un impianto è stato bloccato proprio per questo motivo.
Non va sottovalutato anche l’inquinamento elettromagnetico causato dai tralicci che sorgono per
trasportare l’energia elettrica. Inoltre, bisogna considerare che ad essere degradato è anche il
paesaggio e la città a causa dei fumi che intaccano i monumenti. Posso affermare che queste
centrali riducono sia il territorio sia la qualità del territorio».
In che misura una centrale influisce sulla crescita occupazionale?
«In realtà queste centrali assorbono pochissimi posti di lavoro, al massimo una decina di unità
essendo controllate con sistemi informatici».
E l’indotto?
«L’indotto è rappresentato dagli autotrasportatori che lavorerebbero a prescindere dal tipo di
prodotti trasportati e dalle imprese edili che terminata la costruzione esauriscono il loro compito.
Si tratta di una delle attività a minore intensità occupazionale (intesa come rapporto tra capitale
investito e posti di lavoro) al contrario degli insediamenti che utilizzano pannelli fotovoltaici».
Sarebbe una ONESTA pratica citare le fonti.
RispondiEliminaIn relazione al commento di "franca lentella", alquanto dotta, le seguenti precisazioni.
Simbario è un piccolo centro agricolo di 1.005 abitanti del versante jonico delle serre nell’alta valle del fiume Ancinale in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Ricca di vegetazione forestale prevalentemente composta da: castagni, carpini, querce e ciliegi selvatici. (http://it.wikipedia.org/wiki/Simbario)
Comunque invito tutti a visitare il sito del Comune di Simbario
ecco l'indirizzo
http://www.comune.simbario.vv.it/
per rendersi conto di come dovrebbe comportarsi un'amministrazione comunale degna di questo nome.
Sempre per "franca lentella", questo tagli e cuci si apparenta a della disinformazione: dove stanno le nostre foreste di castagni, carpini, querce e ciliegi selvatici?
NERO FUMO
Conflitto d'interessi si, conflitto d'interessi no! Questo è il dilemma!Come può un uomo che, ha fatto diventare baluardo della sua vita politica la lotta alla disonestà, essere accusato di conflitto d'interessi?Qui siamo proprio di fronte ad un Berlusconi in miniatura!Il signor sindaco però ha smentito in sede di consiglio il tutto, nonostante una persona del pubblico gli abbia mostrato un documento ufficiale dell' ENEL in cui si diceva che lo stesso sia andato a presentare il famoso "Progetto Mafalda" ad un convegno sulle energie rinnovabili non in qualità di primo cittadino ma come PRESIDENTE DELLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO!Errore dei giornalisti? Può anche darsi! Ma il dubbio sorge inevitabilmente!Per di più, la DAFIN S.p.a.,ovvero la società che dovrebbe venire ad impiantare la benedetta centrale a biomasse è una delle poche ad essere coperta da una fiduciaria! Avrà anche investito in prima persona nel progetto?I dubbi crescono!Ed in attesa che la verità venga finalmente a galla, mi metto nei panni del Manzoni e vi dico:"ai posteri l'ardua sentenza!"
RispondiEliminaPer Franca Lentella:
RispondiEliminaTu hai scritto nel tuo (comunque discretamente bello) commento "dovere etico di una Amministrazione" direi che senza stare a ripetere per la millesima volta le stesse cose, questa frase fa gia a cazzotti con la situazione... in piu come fai a definirmi rinnovabile LA LEGNA!!!! E allora la raccolta differenziata della carta? E le lotte contro il disboscamento?? Che le fanno a fare se tanto la legna si rigenera!! Certo si rigenera ma fammi la proporzione tra quanto ci vuole a bruciare un albero e quanto ci mette a nascere e crescere!! Secondo questa teoria anche l'essere umano è rinnovabile eh eh.
Infine TI INVITO A FARE UNA COSA: prendi un tinozzo di metallo, accendici un fuoco dentro e, quando questo arde buttaci dentro "alghe, alberi e letame", stando attenta che dentro non caschi anche -chessò- una busta di immondizia o un copertone di una macchina, mettiti un asciugamani dietro la testa, chinati e respirati tutto questo bell'aroma... quando hai finito, visto che non è tossico, fai anche sparire nel nulla la cenere... invito anche chiunque è a favore a farlo!!