venerdì 11 dicembre 2009

Ancora Progetto Mafalda?!? E basta!!!

Al contrario di quello che potrebbe sembrare, Mafalda oggi è in pieno fermento di associazioni ed iniziative socioculturali: alle già esistenti Avis, Protezione Civile, In Cammino con San Pio e I Mercanti del Teatro, negli ultimi mesi si sono aggiunte Mafalda Viva, noi Giovani Mafaldesi, Il Giglio e la Rosa, l' asd Mafalda Sport e Saperi e Sapori dal Molise; ricordiamo, ancora, questo nostro blog e i periodici di informazione legati, rispettivamente, alle attuali maggioranza e minoranza consiliari, InforMafalda e MenteLocale.
E' proprio su quest'ultimo, neonato, giornalino che vogliamo fare qualche riflessione, anche perché è fatto, in maggioranza, da giovani come noi.
Iniziamo la lettura e scopriamo che l'intento degli autori è informare. Condividiamo appieno il concetto espresso, in quanto anche il nostro scopo è sempre stato quello di informarci ed informare. La nostra pretesa però è minore: mentre noi cerchiamo di capire se ci sono e quali sono i pericoli della costruzione (per fortuna ormai quasi scongiurata) di una enorme centrale a biomasse, loro ci daranno un'informazione autentica e reale (i corsivi sono parole prese dal giornale). Ma come?! Noi siamo di parte in quanto "amici e parenti" dell'opposizione di allora, mentre loro, che fanno riflessioni oggettive, si firmano con cognomi molto famigliari, per di più dalle colonne di un giornale legato ad un partito: sarebbe questa l'informazione oggettiva???
Andando avanti ci imbattiamo nell'ennesimo panegirico sul Progetto Mafalda. La cosa inizia a stancarci, ma non ci stupisce. Il Progetto sarebbe stato una risposta alla crisi economica - dice il signor Molino - ed alla perdita del posto di lavoro (a proposito, non una sola parola è stata spesa sulla drammatica situazione dei lavoratori della SMI; e ricordiamo che i capannoni della SMI sorgono proprio dove si sarebbe dovuta costruire la centrale - ma tu guarda che coincidenza!!!). Molto probabilmente i fautori del nefasto progetto hanno guardato troppo avanti, così tanto da non accorgersi del madornale errore che stavano commettendo; e non hanno ancora capito, tant'è che il povero Molino continua ad interrogarsi sui motivi che hanno portato alla disfatta elettorale e, forse, questo dubbio amletico non lo fa dormire la notte.
Ma la cosa più clamorosa la leggiamo nell' articolo "Energie Compatibili", dove ci viene detto che una centrale a biomasse migliora la qualità dell'aria che respiriamo!!!!!
Il problema è il solito, cioè che la maggioranza dei mafaldesi non ha capito, i cittadini hanno scelto di continuare ad essere retrogradi e conservatori, facendo prevalere pregiudizi ed egoismi personali. Per fortuna che ci viene spiegato il significato del termine democrazia: potere del popolo. Cioè potere degli elettori di scegliere i propri rappresentanti sulla base dei programmi presentati. E poiché il significato delle parole dovrebbe essere oggettivo ma a volta non lo è noi Giovani Mafaldesi aggiungiamo che quando uno soltanto o pochi decidono per tutti e contro il loro volere non siamo in un sistema di democrazia bensì di tirannia (perdirla come gli antici) o di dittatura (per dirla come i moderni)...e sappiamo tutti che fine fanno le dittature: vengono rovesciate dai popoli esasperati.
Infine, il giornale fa un velato riferimento al nostro blog (quando si dice che qualcuno trova una certa soddisfazione nello scrivere nascondendosi volutamente dietro l'anonimato), che ci fa piacere in quanto significa che i giovani collaboratori del periodico leggono il blog e le nostre opinioni. Saremo anche "anonimi" nel senso che non firmiamo con i nome e cognome ma, in un paese piccolo come il nostro, in cui tutti si conoscono, scrivere il nome o il soprannome è come firmarsi e quindi non cambia niente; inoltre noi, già da tempo "smascherati", non abbiamo avuto paura né di dire cosa pensiamo con parole crude e non con giri di parole come si fa su un giornale, né tantomeno di mostrare il nostro volto e la nostra persona quando ce n'è stato bisogno, cosa che non tutti (vedi l'ex sindaco) hanno avuto il coraggio di fare.
E allora ben venga il confronto! E' dalla nostra nascita che auspichiamo un confronto vero e serio su una tematica importante come il Progetto Mafalda; e non siamo stati di certo noi ad incarnare l'anticomunicazione, a sottrarci al confronto diretto con gran parte della cittadinanza riunita in palestra.........

giovedì 22 ottobre 2009

2 - 0 per noi

Un altro punto a nostro favore! Lo abbiamo ottenuto ieri mattina nella discussione avvenuta presso il TAR.
Come leggiamo dal Quotidiano del Molise, "il Tribunale amministrativo ha decretato la necessità della Valutazione di impatto ambientale perché l’impianto (la centrale a biomasse) abbia il via libera. A sancirlo il ministero dell’Ambiente,interpellato dal Tar dopo la precedente udienza di aprile, quando non era concessa la sospensiva, ma si chiedeva ulteriore documentazione per esprimere un parere". Un fatto importante, questo, per gli avvocati delle parti ricorrenti che - leggiamo ancora - "sono fiduciosi per un esito favorevole ai loro assistiti, poiché la necessità della Valutazione di impatto significherebbe che l’iter finora seguito dalla Dafin, vale a dire l’autorizzazione unica della Regione, è nullo. Bisognerebbe ripartire in sostanza da zero, fornendo al ministero tutta la documentazione richiesta e attendere l’iter procedurale per ottenere la Via, notoriamente più complessa".
Il TAR ha fissato la prossima udienza per il 27 gennaio 2010.
Dunque i ricorrenti, Mafalda Viva, i Giovani Mafaldesi e tutti coloro che si sono sempre fermamente opposti al Progetto Mafalda iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel dell' incubo biomasse. E mentre ci godiamo il secondo punto, dopo la sconfitta elettorale del Progetto, a nostro favore continuiamo ad essere vigili...fino alla vittoria!

sabato 17 ottobre 2009

Aspettando...

Cari lettori del blog, come la maggior parte di voi saprà, mercoledì 21 ci sarà la tanto attesa sentenza del TAR sui ricorsi presentati nei mesi passati contro il "Progetto Mafalda".
Noi Giovani Mafaldesi speriamo, fiduciosi, che la sentenza sia favorevole alle parti ricorrenti, in modo da essere più vicini alla fine dell' incubo-biomassa.

venerdì 18 settembre 2009

Un pò di chiarezza...

Sono passati ormai quasi due mesi dal nostro ultimo post e la cosa non è sfuggita ai nostri lettori più attenti e più critici. Si è detto che siamo spariti, ci si accusa di immobilismo, sostanzialmente. Ebbene eccoci qua, a fare un pò di chiarezza...

I Giovani Mafaldesi si sono costituiti spontaneamente nel gennaio scorso per informarsi, e di conseguenza informare la cittadinanza mafaldese, sugli eventuali rischi sulla salute che avrebbe comportato la costruzione di una centrale a biomasse sul nostro territorio (il centro del cosiddetto "Progetto Mafalda"); appurata la fondatezza dei nostri timori, ci siamo opposti con tutti i mezzi a nostra disposizione alla nascita della centrale: abbiamo avuto un primo incontro con l' ex sindaco, abbiamo chiesto un referendum consultivo sul "Progetto Mafalda", vi abbiamo informati con questo blog e con dei volantini portati nelle abitazioni mafaldesi e nei paesi vicini, abbiamo supportato le iniziative dell' associazione "Mafalda Viva", nata con uno scopo simile al nostro.

Tutti conosciamo l' evoluzione degli eventi da gennaio ad oggi, culminati nelle elezioni-referendum (così definite dallo stesso ex primo cittadino), che hanno visto la sconfitta della parte che sosteneva il Progetto. Trovarci dalla stessa parte della fazione vincitrice delle elezioni, l' attuale amministrazione, è stata la naturale conseguenza della comune opposizione alla costruzione della centrale, niente di più: le simpatie politiche di ogni singolo Giovane Mafaldese (peraltro piuttosto variegate) non sono mai state espresse a nome del gruppo.

Ed eccoci al punto centrale. Il fine della nostra esistenza resta lo stesso! Qualcuno non l' ha ancora capito, forse. E' vero, avremmo potuto occuparci di molti altri temi e questioni, ma la nostra scelta - una scelta di gruppo - è andata nella direzione di limitarci all' opposizione alla centrale e dell' informarvi sugli sviluppi amministrativi e burocratici della vicenda, vigilando sul tutto, per quanto ci è possibile. Dopo le elezioni la palla è passata alla nuova amministrazione, la quale ha detto nei due consigli comunali svoltisi (l' ultimo il 15 settembre) che si sta operando per scongiurare il pericolo biomasse e che nel prossimo consiglio ci porterà importanti novità. Per questo restiamo in attesa di conoscere l' evoluzione della situazione, compreso - ricordiamo - l' atteso pronunciamento del Tar.

Un' ultima cosa. Purtoppo anche nel cosiglio dell' altra sera abbiamo sentito dire che il "Progetto Mafalda" resta vivo, che ha subito soltanto una battuta d' arresto, ma che la centrale si farà lo stesso: ci amareggia sapere che c' è ancora chi non si è rassegnato alla sconfitta del Progetto e non ha capito che Mafalda non vuole la centrale. Ma tutto ciò è uno stimolo in più per noi Giovani Mafaldesi per andare avanti, fino alla vittoria!

lunedì 27 luglio 2009

I primi passi.

A più di un mese e mezzo dalle elezioni-referendum sul "Progetto Mafalda" sono in molti a chiedersi cosa sta facendo la nuova amministrazione per bloccare la costruzione della centrale a biomasse e quindi porre fine una volta per tutte a questa vicenda. Noi Giovani Mafaldesi abbiamo cercato di saperne di più avvicinando l' assessore più giovane, Aurelia Spatocco (che ringraziamo per la disponibilità), alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

Aurelia, senza girarci troppo intorno: che situazione avete trovato riguardo alla costruzione della centrale?
E' una situazione davvero difficile e intricata!

Allora andiamo con ordine. L' ex sindaco disse in palestra, davanti a tutti, che le elezioni del 6 e 7 giugno sarebbero state il referendum sul "Progetto Mafalda" e che avrebbe bloccato la sua realizzazione in attesa del responso delle urne; ha fatto tutto ciò?
Assolutamente no! Egli ha portato avanti tutto ciò che poteva e doveva esser fatto per la costruzione della centrale, come ad esempio la delibera 30/04/09 sulla variazione del programma di fabbricazione per la zona PIP, approvata quando erano già state presentate le lste per le elezioni.

Quindi quali sono state le prime mosse della nuova amministrazione?
Direi che le possiamo riassumere nei punti 8, 9 e 10 presenti all' ordine del giorno del primo consiglio comunale del 16 luglio.
Innanzitutto abbiamo sbloccato i 5000 euro accantonati in favore della commissione tecnico-scientifica che avrebbe dovuto "vigilare" sull' operato della centrale; commissione che, vi ricordo, avrebbe avuto solo la facoltà di esprimere pareri non vincolanti e alla quale non avevano aderito 4 dei 9 membri designati.
Poi siamo intervenuti sulla delibera approvata il 30 aprile scorso la quale variava il programma di fabbricazione per la zona PIP (la zona industriale, praticamente): tale variazione permetteva l' elevazione di qualsiasi fabbricato fino a 50 metri di altezza, la stessa delle ciminiere della centrale. Inoltre questa delibera aveva cancellato il divieto di insediamento delle cosiddette "industrie insalubri" nella stessa zona PIP.
Tutto ciò è stato propedeutico al punto 10 all' ordine del giorno del consiglio comunale. Ci accingiamo a chiedere alla Regione il riesame del Provvedimento di autorizzazione per la realizzazione degli impianti della Dafin: ci teniamo a sottolineare il cambiamento della volontà popolare e, quindi, politica di Mafalda riguardo alla centrale.

E il vostro prossimo passo quale sarà?
Abbiamo in programma un incontro con le autorità regionali nel quale faremo loro presente le nostre ragioni, consegnando la delibera sul riesame di cui parlavo prima.

In paese però si dice che la centrale si farà lo stesso. Anzi, che i lavori sono già iniziati...
Anzitutto dobbiamo guardare le fonti da cui provengono notizie di questo genere; vi assicuro che non sono fondate: per il momento c' è un semplice cartello di inizio lavori, messo lì soltanto perché altrimenti la concessione edilizia sarebbe scaduta. In sostanza è un atto dovuto. E, aggiungo, una provocazione. Ma non ci spaventa e non fermerà il nostro deciso proposito di bloccare il "Progetto Mafalda", che non è portatore di sviluppo "condiviso" (come alcuni sostengono e come ho letto nel volantino "Goodbye sviluppo"), ma portatore di interessi di pochi a scapito della nostra salute, del nostro territorio e dei lavoratori della Smi.

Allora cosa dici a chi, nonostante tutto, continua a sostenere il progetto?
Intanto non credo che siano degli sciocchi, però vorrei dire loro di informarsi realmente e concretamente riguardo ai pro (ammesso che ce ne siano) ed ai contro legati alla costruzione di una centrale a biomasse di una simile dimensione.

In conclusione, cosa vuoi dire ai mafaldesi? La centrale s' ha da fare?
Io e l' Amministrazione comunale siamo più che ottimisti di vincere questa battaglia perché abbiamo mezzi efficaci. La centrale non si farà soprattutto grazie alla volontà e all' aiuto dei mafaldesi.

lunedì 20 luglio 2009

Senza pudore

Volevamo tornare con un articolo per informare i nostri lettori sullo stato delle cose a proposito della costruzione della centrale a biomasse, ma la giornata di ieri ci ha offerto spunti interessanti di cui vi riferiamo.

I sostenitori del Progetto Mafalda hanno tirato fuori un volantino dal titolo "Mafalda: goodbye sviluppo". Siamo alle solite. E' un discorso pieno di tante parole già sentite, in cui l' accento viene posto sulla grandezza del Progetto ("al quale da diverse parti d' Italia si è guardato con interesse perché unico nel suo genere"), sui tanti posti di lavoro che esso avrebbe offerto al nostro paese, sul turismo, generale e scientifico, che ne sarebbe conseguito, sulle energie rinnovabili...peccato che in sede di attuazione concreta di detto progetto non si sia sentita nominare altra forma di enegia che quella prodotta dalla famigerata centrale a biomasse; nessuno di noi ha visto un progetto o ha sentito di imprese interessate a produrre energia eolica o solare a Mafalda, nessuno ha potuto sapere quale università avrebbe stabilito da noi un centro di ricerche. Ancora, si parla di royalties,"un milione e mezzo di euro l' anno per la durata di 20 anni", oro colato che la Dafin avrebbe versato nelle casse del comune; ma perché nessuno dice che i primi soldi tirati fuori dalla Dafin rappresentavano l' indennizzo che l' azienda doveva per legge al comune per ripagarlo dell' impatto ambientale negativo, una autorizzazione bella e buona ad inquinare il nostro paese? Ennesima dimostrazione che dietro al Progetto Mafalda c' erano soltanto dei loschi interessi da realizzare sulle spalle dei Mafaldesi.
Poi l' anonimo autore del volantino apologetico diventa un teorico sui mali atavici del Mezzogiorno e ci insegna che "lo sviluppo nasce sempre da un impulso che viene dall' alto ma per poter essere attuato ha bisogno di essere accettato dalla base, perché lo sviluppo non può essere imposto, deve essere condiviso". Ci sembra di aver già sentito queste parole...ma sì, le disse proprio lui, l' ex sindaco: "Questo è un argomento da referendum perché questo va a cambiare i connotati del paese e richiede la massima coesione della cittadinanza".
Non è uno scherzo, cari lettori, qua si cerca ancora di prenderci in giro! E in questo quadro ben si inserisce il grande ritorno sulle scene del sovrano spodestato che cerca in tutti i modi di tornare al suo posto, Nicola Valentini. Egli mette su una bella recita nella quale senza alcun pudore insegna ai suoi cosa siano gli ideali e la morale; talvolta agnellino, molte altre signorotto dai toni minacciosi, sbraita contro chi non l' ha rieletto (ops, scusate: il candidato sindaco non era lui!), apostrofa come ottusi e sciocchi la maggioranza dei mafaldesi che non la pensa come lui, si autoelogia. Poi si traveste da Nostradamus e profetizza: "Il comune fallirà!". Ne siamo certi: se il comune dovesse fallire sarà tutto merito suo! (Notate bene: merito, e non colpa, perché per lui - quello che si è disfatto del fardello di essere sindaco, quello che adesso è libero - sarebbe un grande merito...)
Ma l' impressione è che siamo alle comiche finali.
"La riflessione più triste riguardo questa vicenda è che nonostante qualcuno ci abbia provato con coraggio, non si può pretendere di mettere il motore di una Ferrari in una Cinquecento": così termina il volantino. La riflessione più triste riguardo questa vicenda è che nonostante qualcuno abbia provato a speculare sulla nostra pelle, c' è ancora gente che non vuole capirlo.
E allora, da giovani, ci rivolgiamo ai giovani che ieri sera hanno preso la parola e a tutti quelli che erano presenti.Si parlava di confronto, avete parlato di confronto, dite di volere il confronto: ebbene, questo confronto dov' è? Sono ormai più di 6 mesi che lo cerchiamo, ci vedete tutti i giorni, ma ci sfuggite, quasi fossimo degli appestati. Avete detto che con il Progetto Mafalda avreste portato il paese 30 anni avanti, mentre il voto lo ha riportato 30 anni indietro; questo non ci pare un bel modo di cominciare. Siamo giovani, non ricalchiamo il vecchio modo arrogante di far politica che la nostra Mafalda si porta dietro da sempre. C'è bisogno di tutti per cambiare le cose...

venerdì 26 giugno 2009

Note dal primo consiglio comunale

La serata inizia con la lettera di dimissioni dalla carica di consigliere presentata dal Sindaco uscente Valentini, e da altri consiglieri, già prevista e data per scontata da tanti in caso di sconfitta dello stesso. Valentini presenta le dimissioni con la intuibile scusante di far largo ai giovani (l’assessore Molino non ci sembra poi così tanto giovane) e non prendendosi, come al solito negli ultimi tempi, le sue responsabilità, lasciando agli altri la nave che affonda nei momenti difficili.Ben più provocanti e incresciose sono le parole dello stesso Valentini nella sua letterina: egli parla di lealtà; questa, secondo lui, l’ha contraddistinto in tutti questi anni.
Scusi Sindaco uscente, ma noi Giovani Mafaldesi sinceramente crediamo che questo termine sia indebitamente adoperato, sia veramente troppo dura da digerire la parola lealtà, una ulteriore presa in giro per tutti i Mafaldesi, trovatisi come sempre non di fronte alla verità ma dinanzi alle tante menzogne che purtroppo hanno calcato questi ultimi mesi...altro che onestà e lealtà! E ieri sera se ne avuta nuovamente la conferma.
Come puntualmente ribadito dal Sindaco Riccioni, l’amministrazione uscente promise che il 6 e il 7 giugno Mafalda, tramite i suoi elettori, avrebbe avuto la possibilità di scegliere il suo futuro (dopo che il referendum popolare non era stato voluto dallo stesso Valentini), votando per Di Iulio e sostenendo così il famoso progetto dell’inceneritore, oppure votando la lista Insieme per Mafalda capeggiata da Egidio Riccioni rifiutando così una volta per tutte questo pazzesco progetto.Ebbene, come era ormai prevedibile, il Sindaco uscente insieme alla sua giunta, tutto ha fatto tranne che far scegliere ai cittadini di Mafalda la sua sorte. L’amministrazione uscente ha messo Mafalda davanti al fatto compiuto.
Per questo, caro consigliere dimissionario Valentini, caro dimissionario N.Masciulli, caro dimissionario A.Fabrizio, caro dimissionario P. Massimi, caro amico Paolo, abbiate la dignità di non parlare di lealtà e di non difendere quelle parole e quei comportamenti, perché fanno male a Mafalda e a tutti i Mafaldesi. In aggiunta, noi Giovani Mafaldesi vogliamo richiamare l’attenzione di Valentini dicendo che poteva, nei mesi scorsi, prendere inchiostro e calamaio e avere l’onere di rispondere alle tante lettere, ben più importanti, scritte dai giovani del suo amato paese, invece di quella singolare delle sue dimissioni.
Continuiamo riprendendo le parole del neo sindaco Egidio Riccioni, che, rammaricato, presenta la situazione che sta investendo Mafalda: “Per la nuova giunta è un momento difficile, stavano cercando di far entrare Mafalda in un vicolo cieco da cui si rischia di non poter uscire”. Egli poi parla di accelerazioni incredibili nell’iter procedurale e dei soldi volutamente ed incautamente spesi dall’amministrazione uscente per mettere in difficoltà Mafalda, e al contrario avvantaggiare Dafin e queste persone che si nascondono dietro una fiduciaria. Riccioni comunque è convinto che insieme alla sua squadra, riuscirà a fermare l’Inceneritore grazie anche alla consulenza di tutti i possibili esperti e al lavoro del pool di avvocati. Ribadisce che l’ulteriore accredito fatto dalla Dafin sarà accantonato e tutti i proventi non saranno nel modo più assoluto toccati perché ci sono cause in corso e perché Mafalda ha detto con forza NO alla centrale a biomasse in contrada Pianette. Invita tutta la cittadinanza a seguire gli sviluppi della vicenda, ad informarsi su tutti i particolari, facendo un augurio a tutti e prendendosi la responsabilità di rispettare Mafalda e le decisioni democratiche di tutti i Mafaldesi.
Brevi e interessanti anche gli interventi dei consiglieri e assessori, in modo particolare dell’assessore rosa Aurelia Spatocco che risponde per le rime ad uno stravagante Molino, seguito poi da Montano, i quali chiedono alla nuova amministrazione di portare avanti il “Progetto Mafalda”. Spatocco risponde affermando che Mafalda ha scelto il suo programma e che la nuova Amministrazione combatterà con tutte le sue forze per FERMARE L ’INCENERITORE.
Questo il riassunto della serata del primo insediamento: a noi Giovani Mafaldesi preme ribadire il comportamento scorretto dell’amministrazione uscente e fare il nostro sincero in bocca al lupo al lavoro della nuova squadra amministrativa che ci appoggerà per FERMARE L’INCENERITORE. Questo è l’obiettivo nostro e della stramaggioranza di Mafalda e con questo ideale proseguiremo la nostra lotta per fermare la centrale a biomasse, nonché la distilleria.
MAFALDA HA AVUTO UNA REAZIONE FORTE E CONTINUERA’ AD APPOGGIARE LA NOSTRA CAUSA, siamo certi e combatteremo con, ed eventualmente anche contro, la nuova amministrazione per far valere la volontà popolare. SIA CHIARO!!!

lunedì 8 giugno 2009

Cronaca di una morte annunciata: bye bye, centrale!

Le urne hanno emesso il loro verdetto: il "progetto Mafalda" è stato decisamente bocciato. MAFALDA HA SCELTO DI DIRE DI NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE!!!
E' un grande risultato, per noi Giovani Mafaldesi, per tutti i mafaldesi e anche per i nostri amici dei paesi vicini.
E' un grande risultato, ma il pericolo centrale non è definitivamente scongiurato...
L' impegno dei Giovani Mafaldesi continua anche con la nuova amministrazione Riccioni (a cui vanno i nostri auguri perché faccia bene; auguri che facciamo anche al nostro amico Paolo perché la sua sia un' opposizione costruttiva); noi continueremo a vigilare sulle sorti del "Progetto Mafalda" e a fornirvi contributi sull' argomento biomasse.

sabato 6 giugno 2009

L' ennesima prova.

Ci siamo. Sabato e domenica noi mafaldesi siamo chiamati alle urne non solo a scegliere la nuova amministrazione comunale ma anche a pronunciarci sulla sorte del "Progetto Mafalda" e della centrale a biomasse. Su quest' ultimo argomento, i Giovani Mafaldesi hanno più volte chiesto la possibilità di potersi pronunciare prima delle comunali, ma gli appelli per un referendum che coinvolgesse la cittadinanza sono rimasti inascoltati.
Vi diamo, allora, l' ennesima prova della validità delle nostre tesi, cioè della pericolosità delle centrali a biomasse. La speranza è, ancora una volta, quella di svegliare le coscienze di tutti.

Come nasce l’esigenza della costruzione di una centrale termoelettrica a biomasse?
Quali combustibili utilizza? Quali conseguenze comporta per l’ambiente e l’uomo?

Ne ha parlato il prof. Gianni Tamino, biologo membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie.

Nel suo intervento ha più volte fatto riferimento al CIP6 e certificati verdi: può spiegarci in cosa consistono?
«Il CIP6 è un provvedimento con cui si incentiva l’energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, consentendo di immetterla nella rete elettrica nazionale a un prezzo superiore al normale valore del mercato. Tali incentivi vengono addebitati sulla bolletta dei consumatori.
Le prime leggi per incentivare le forme rinnovabili vennero emanate nel 1991. Oggi l’energia elettrica da fonti rinnovabili viene pagata fino a 4 o 5 volte il suo valore. Al momento dell’approvazione del decreto vennero aggiunte le cosiddette “fonti assimilate” che oggi portano via la fetta più grossa di tutti gli incentivi.
Le principali sono le code di raffinazione del petrolio: in pratica un rifiuto tra i più inquinanti viene spacciato come rinnovabile e pagato un sacco di soldi. Un’altra fonte assimilata è l’energia elettrica prodotta dagli inceneritori: questo ha determinato l'aumento della produzione di rifiuti, motivo per il quale l’Italia è stata richiamata dall’Unione Europea.
Oggi ai CIP6 si sono affiancati i certificati bianchi e i certificati verdi, di cui tutti i nuovi impianti possono usufruire. I primi premiano il risparmio energetico e l’efficienza, i secondi riguardano le fonti rinnovabili, i rifiuti e le biomasse.
Per rinnovabili si intendono quelle fonti di energia utilizzate nel tempo e nello spazio in cui sono prodotte. Tenendo presente questa definizione, le centrali a biomasse a cui sono attribuiti certificati verdi utilizzano materie prime che non possono essere prodotte nella zona. Lo confermano differenti studi condotti dai prof. Giampietro, Ulgiati, Paletti, Pimmentel che arrivano alla stessa conclusione: in Italia per produrre il 10% di energia da biomasse avremmo bisogno di tre volte la superficie agricola nazionale.
La sostenibilità si ha quando il bilancio energetico è positivo, la risorsa si riproduce nel tempo di utilizzo e il bilancio dell’anidride carbonica (CO2) è quantomeno in pareggio».

Tutti i documenti delle centrali a biomasse sostengono che le emissioni di anidride carbonica (CO2) è pari a zero perché la quantità emessa durante la combustione è pari a quella assorbita dalla pianta durante il processo di crescita, attraverso la fotosintesi.
(Questa domanda è fatta in risposta a quanto affermava Daniele Barbone nella conferenza stampa di presentazione del "Progetto Mafalda".)
«È vero. Ma alla CO2 che si ottiene bruciando devo aggiungere la CO2 consumata per ottenere la pianta, più quella consumata per trasportare dall’Estero l’olio su una nave sino al porto e dal porto alla centrale: il bilancio non è più in pareggio. Ma non solo.
Se, come nel caso di soia, girasole, colza, il consumo di petrolio e metano utilizzati per produrre fertilizzanti, per alimentare i mezzi agricoli e per trasportare i materiali è uguale o superiore all’energia che ottengo dall’olio è evidente che la CO2 emessa è maggiore di quella assorbita dalla pianta e quindi l’energia ottenuta da una centrale è inferiore a quella che consumata a monte. A conti fatti si consumerebbe meno energia utilizzando come combustibile il petrolio.
Siccome tutte le grandi centrali a biomasse hanno questo difetto, le biomasse si possono utilizzare solo con scarti di attività agricole, forestali, zootecniche, rifiuti organici al fine di realizzare piccoli impianti a biogas con produzione finale di energia sottoforma di metano e di compost destinato all’agricoltura.
Le biomasse sono significativamente interessanti se si rende l’agricoltura autonoma dai consumi energetici: è questa la grande sfida, non certo quella di produrre energia elettrica che non avrebbe nessun vantaggio economico se non venisse pagata in maniera “drogata” con i soldi dei cittadini.
Il bilancio economico passivo di queste centrali, diventa attivo grazie ai certificati verdi, come dichiarato dalle stesse aziende.
Questi impianti sono spesso incentivati da fondi dell’Unione Europea. Vengono utilizzati soldi pubblici per costruirli e acquistare l’energia elettrica in modo assurdo: il cittadino paga per avere energia elettrica da fonti in realtà non rinnovabili, per avere inquinamento ed effetto serra, in quanto l’olio vegetale inquina più del gasolio.
Inoltre, nella combustione degli oli vegetali vengono rilasciate polveri sottili, formaldeide e acroleina, responsabile del caratteristico odore di frittura».

Le emissioni di ossidi di azoto e carbonio – stando ai progettisti – verrebbero abbattute con l’installazione di particolari filtri.
«Un filtro è un dispositivo che non elimina l’inquinamento, ma lo sposta. Secondo il principio di Lavoisier "in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Un filtro va periodicamente pulito: dove saranno conferiti i residui? Si dimentica di dire che c’è bisogno di una discarica per le ceneri, senza contare il calore disperso. La vendita di energia elettrica è un guadagno, la distribuzione di calore, al contrario, è una perdita se la condotta supera una certa distanza».

Con la depurazione dei fumi, le concentrazioni, però, rispettano la norma.
«Spesso i progettisti sostengono: "saremo sotto le concentrazioni", ma quello che conta da un punto di vista dell’impatto non è il rispetto della concentrazione, ma il rispetto delle quantità totali di emissioni compatibili con il territorio, misurate per il numero degli anni in cui permangono nell’ambiente.
Quindi non ci si deve accontentare della concentrazione per metro cubo ma conoscere il totale annuo per gli anni di vita della centrale, moltiplicando la concentrazione per tutti i milioni, miliardi di metri cubi emessi. Lo stesso vale per il monossido di carbonio, tossico, e gli ossidi di azoto, anch’essi tossici e tra i responsabili delle piogge acide. Negli anni si accumulano, così, migliaia di tonnellate di emissioni.
Nel caso della diossina abbiamo concentrazioni basse, ma è una sostanza che una emivita (durata) di vent’anni, si accumula negli organismi ed entra nella catena alimentare, arrivando al latte materno. Se calcoliamo la produzione di diossina per tutto l’arco di vita della centrale otterremo “n” grammi. Ma 1 grammo come spiegavo nella conferenza è la dose massima ammessa per 4,5 milioni di abitanti».

Nel suo intervento è stato fortemente critico verso il combustibile generalmente utilizzato nelle centrali a biomasse, l’olio di palma.
«Per fare spazio alle piantagioni di olio di palma si distruggono le foreste, le quali assorbono dieci volte più CO2 rispetto a una coltivazione e, nel caso di piantagioni convertite a palma, si sottraggono terreni destinati all’alimentazione determinando carestie.
L’inviato speciale dell’ONU per il diritto al cibo Jean Ziegler a questo proposito ha dichiarato: "I biocarburanti sono un crimine contro l’umanità".
Prodi ha sostenuto di recente su la Repubblica: "Non possiamo permetterci carburanti anziché cibo". Mi chiedo: perché queste scelte sono state fatte dall’Unione Europea sotto la sua presidenza?
Tra gli oli vegetali bruciati ci possono essere, inoltre, anche gli oli esausti, cioè rifiuti della produzione alimentare. Il guadagno per queste centrali non c’è solo dalla vendita dell’energia elettrica, ma dal fatto che l’azienda è pagata per bruciare questi scarti. Non solo queste aziende risparmiano sulla materia prima, ma vengono pagate per smaltirla».


Durante la conferenza si è parlato dell’ubicazione di questi impianti nel territorio agricolo.
«La normativa nazionale dice di no ad impianti industriali in aree agricole a meno di una modifica del piano regolatore. La V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) permette di sottoporre un progetto a studio di impatto ambientale. Questo studio è eseguito da professionisti che apponendo la propria firma potrebbero un domani essere denunciati dalla popolazione in caso di eventuali danni».

Quali conseguenze può avere secondo lei il funzionamento di una centrale a biomasse in territorio agricolo?
«Alle conseguenze precedentemente citate si devono aggiungere quelle del danno d’immagine.
Chi vorrà acquistare prodotti biologici, D.O.P. e altri prodotti tipici provenienti da zone in cui sorgono centrali del genere? Senza contare poi che in certi casi, dopo analisi di laboratorio si potrebbero trovare valori fuori norma, specialmente riguardo le polveri sottili e la diossina. In questo caso i sacrifici e il lavoro dei coltivatori verrebbero vanificati».

Abbiamo parlato di combustibili ed emissioni. Quali altre conseguenze a suo avviso comporta una centrale a biomasse?
«Un altro elemento è costituito dal rumore. Si tratta, infatti, di motori marini modificati al cui rumore si somma quello derivato dai mezzi di trasporto che approvvigionano la centrale. Nella provincia di Pesaro e Urbino un impianto è stato bloccato proprio per questo motivo.
Non va sottovalutato anche l’inquinamento elettromagnetico causato dai tralicci che sorgono per trasportare l’energia elettrica. Inoltre, bisogna considerare che ad essere degradato è anche il paesaggio e la città a causa dei fumi che intaccano i monumenti. Posso affermare che queste centrali riducono sia il territorio sia la qualità del territorio».

In che misura una centrale influisce sulla crescita occupazionale?
«In realtà queste centrali assorbono pochissimi posti di lavoro, al massimo una decina di unità essendo controllate con sistemi informatici».

E l’indotto?
«L’indotto è rappresentato dagli autotrasportatori che lavorerebbero a prescindere dal tipo di prodotti trasportati e dalle imprese edili che terminata la costruzione esauriscono il loro compito. Si tratta di una delle attività a minore intensità occupazionale (intesa come rapporto tra capitale investito e posti di lavoro) al contrario degli insediamenti che utilizzano pannelli fotovoltaici».

sabato 30 maggio 2009

Montanari a Mafalda: la realtà delle cose...

Grande evento giovedì sera in piazza a Mafalda: sulla questione biomasse è intervenuto il prof. Montanari. Scienziato di livello mondiale, uno dei massimi esperti di nanopatologie (le malattie causate dalle polveri sottili), Stefano Montanari è stato chiamato dall' associazione "Mafalda Viva" per dare il suo autorevole parere in proposito del dibattito circa il "Progetto Mafalda" e la costruzione dell' inceneritore a biomasse. I Giovani Mafaldesi sono onorati di questa presenza nel loro paese e grati al professore per aver sposato la nostra causa.
Con grande chiarezza, Stefano Montanari ha spiegato ai tanti presenti cosa sono le micropolveri, da dove provengono, come si formano e come entrano nell' organismo umano. "Le polveri sottili sono nocive per la salute umana, e questo è noto a livello di Unione Europea", ha affermato lo scienziato, che poi ha citato il rapporto EEA 2/2007 secondo il quale "per il particolato non esiste alcun livello di sicurezza".
Quindi il discorso si è spostato sull' incenerimento. Una centrale a biomasse brucia queste biomasse, per questo è un inceneritore; dal processo di combustione si sprigionano le polveri sottili e non c'è filtro al mondo che possa trattenerle. Inoltre le ceneri prodotte hanno bisogno di una discarica speciale, che sarebbe molto più inquinante di una discarica normale.
A favore delle biomasse si sono pronunciati diversi "scienziati": un argomento che ci è stato addotto qualche volta dai favorevoli al "Progetto Mafalda". Ebbene Stefano Montanari ci ha messo in guardia da questa persone, che di scienza non sanno niente, ma sono semplicemente pagati (tanto!) per affermare certe cose.
Un altro dei temi per cui si dovrebbe essere pro biomasse è il presunto bisogno di energia che esse andrebbero a soddisfare. A tal proposito, l' Autorità per l' Energia Elettrica e il Gas afferma che "in Italia l' offerta di energia supera significativamente la domanda". Il prof. Montanari ha anche indicato una delle possibili fonti alternative di energia, pulita e rinnovabile: il solare. Basterebbe solo avere la voglia di investire in ricerche serie sul settore...
A conclusione del suo intervento, Stefano Montanari ha affermato che la centrale a biomasse che dovrebbe sorgere a Mafalda è enorme e porterebbe nient' altro che inquinamento, malattie e morte.
Al più presto vi daremo l' occasione di poter vedere il video dell' intervento, così da permettere anche a chi non è potuto essere presente ieri sera di sentire l'illustre intervento.
Noi Giovani Mafaldesi ribadiamo la nostra gratitudine al prof. Montanari, che ha dimostrato di essere un grande uomo oltre che un grande scienziato, una persona che ama il suo mestiere ma anche il mondo e la vita. Siamo inoltre contenti di aver visto tanta gente in piazza, tra cui anche tanti amici di altri paesi. Un grazie va anche ad Antonio Fasciano, un'altra persona che sta mostrando di amare la nostra terra.
Ci chiediamo, invece, perché gli organi di informazione locali erano pressoché assenti. Quale evento più importante della presenza di uno scienziato di livello mondiale si è tenuto ieri sera nella nostra piccola regione?! Siamo profondamente indignati.
E poi, da giovani, non abbiamo potuto fare a meno di notare un'altra assenza, quella che più ci dispiace e ci fa pensare: una delle liste candidate alle elezioni presenta diversi giovani tra le sue file, ha addirittura un candidato sindaco giovane; ebbene tutti questi giovani non erano presenti... Milo, Luca, Emilio, Stefano, Luigi e, soprattutto, Paolo, dove eravate giovedì sera? Quale grande impegno vi ha impedito di essere in piazza? Questa è la grande novità che voi veri giovani portate al modo di far politica nel nostro paese, la mancanza di ascolto? Proprio giovedì mattina, su un giornale, abbiamo letto un' intervista rilasciata da Paolo nel quale lui dice che l' ambiente è uno dei punti salienti del programma della sua lista: perché non siete venuti a sentire uno scienziato che ha parlato anche di ambiente? Credete davvero che un giovane possa "pianificare il proprio futuro senza necessariamente andare via dal paese" dopo quello che ha sentito l' altra sera?

domenica 24 maggio 2009

Finalmente Montanari

Molti si stanno chiedendo come mai il nostro blog sembra quasi morto, bè è molto semplice: quello che i giovani mafaldesi avevano da dire, sul progetto della centrale a biomasse, è pressochè terminato (speriamo), pensiamo di aver smosso un po le acque, e ora che la campagna elettorale è nel pieno noi non vogliamo metterci in mezzo ne alimentare polemiche, ovviamente se a elezioni terminate ci sarà ancora il pericolo (e ripeto speriamo di no) di questa centrale, noi torneremo esattamente come prima, perchè come abbiamo gia detto, quello è il nostro obiettivo primario.
Le cose che c'erano da dire sono state dette pressochè tutte, quelle che ancora non sapete le dirà il dottor Montanari, che parlerà il 28 di questo mese alle ore 20,30 in piazza della Libertà a Mafalda, per il bene dei mafaldesi.
Sarà un ottima occasione anche, per tutti quelli che gli hanno dato del ciarlatano su questo blog, per sentire con le loro orecchie un vero esperto parlare di cose che conosce bene e non le solite propagande fini solo agli interessi di chi le fa.
Un esperto di cui parliamo da tempo, e che qualcun'altro fortunatamente ha chiamato a Mafalda, quindi invitiamo tutti a partecipare!

mercoledì 6 maggio 2009

In cammino verso la verità...

Inchiesta Biopower, manager sotto torchio
VOLEVANO TRASFORMARE LA CENTRALE A BIOMASSE IN INCENERITORE.

Dalle intercettazioni emergono particolari raccapriccianti.
Gli articoli de “La Repubblica-Napoli” e di comunedipignataro.it sullo tsunami giudiziario "bipartisan” che riguarda la politica locale

Ad oggi risulta ancora aperto il cantiere per la realizzazione della centrale a biomasse in località via del Conte, malgrado di fatto non ci sia un “direttore dei lavori”, agli arresti a seguito dello
scandalo che ha condotto ai domiciliari o in carcere 23 persone ed alla posizione di “indagato a piede libero” altre tre persone.
Tra gli indagati il sindaco Magliocca e l’assessore regionale Cozzolino (sottoposti a perquisizione) e Nappi, capo della segreteria del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Intanto
le indagini si concentrano su un giro di tangenti non ancora tracciate che sarebbero
passate per la repubblica di San Marino per giungere in Svizzera. Dalle intercettazioni,
emergono dei particolari raccapriccianti. In una intercettazione telefonica si sente
infatti l’imprenditore Giampiero Tombolillo che riferisce di una “trasformazione della
centrale a biomasse in un inceneritore”.“…e praticamente viene fuori cioé…grazie
alla Regione Campania ..ed in particolare all’assessore Capobianco.. stiamo
trasformando un impianto a biomasse in un termovalorizzatore di produzione di
energia…”. Queste le incredibili parole di Tombolillo, ma il sindaco Magliocca continua
ad essere convinto, da un punto di vista politico, della bontà dell’operazione e del
ritorno che ne dovrà ricevere la comunità..
Non è chiaro come una tale operazione sarebbe stata possibile, data la diversità
del forno di una centrale a biomasse da quella di un termovalorizzatore e –
soprattutto – data la necessità di richiesta di una valutazione di impatto ambientale che
per la centrale di via del Conte non c’è mai stata.
Aspetto, quest’ultimo, su cui è indispensabile fare assoluta chiarezza. Non è pensabile che si stesse per realizzare un vero e proprio delitto ambientale ai danni dei pignataresi, sotto i loro stessi occhi e senza che questi se ne rendessero conto.
La chiusura del cantiere fino a nomina del nuovo direttore dei lavori sarebbe davvero
poca cosa rispetto alla prospettiva di trovarsi un inceneritore sotto casa!
Intanto quella che i media nazionali iniziano ad assimilare al “sistema Romeo”,
made in Caserta, ha, a nostra memoria, battuto un triste record. Pare infatti che
non ci siano precedenti di sequestri ed arresti presso gli uffici del “Genio Civile”
nella nostra nazione. Questo perché, fino a pochi anni fa, questo ente non aveva quasi
alcuna funzione di controllo sugli atti depositati.

(Comunedipignataro.it )
***

INCHIESTA BIOPOWER, LA PROCURA METTE IL SEGRETO AI VERBALI
Ha risposto alle domande del giudice per oltre tre ore. E alla fine
dell´interrogatorio, i magistrati hanno deciso di segretare il verbale firmato
dall´imprenditore romano Renzo Bracciali, titolare della Biopower spa, in carcere con
l´accusa di associazione per delinquere nell´ambito dell´inchiesta sulle “centrali
da biomasse” che ha portato martedì scorso all´arresto di 23 persone e alla notifica di
un avviso di garanzia per corruzione nei confronti dell´assessore regionale alle
Attività produttive Andrea Cozzolino e Gianfranco Nappi, capo della segreteria del
governatore Bassolino.Dunque l´indagine condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sembra giunta allo svincolo più delicato proprio a metà della tornata di interrogatori “di garanzia” degli indagati finiti agli arresti. Basti pensare
che nella cassaforte di una delle due società di Bracciali i finanzieri avevano trovato documenti su movimentazioni bancarie quanto meno sospette, come i bonifici ordinati da una società fiduciaria con sede a San Marino verso due conti correnti accesi a Lugano e intestati ai nomi di fantasia
“Lorgec” e “Fanfara“. E anche di questo, è facile immaginarlo, avrà parlato ieri
mattina l´imprenditore rispondendo al giudice Paola Cervo alla presenza
dell´avvocato Mario Girardi, che lo assiste insieme a Franco Coppi, e al pm Maurizio
Giordano, titolare del procedimento con il coordinamento dei procuratori aggiunti Luigi
Gay e Paolo Albano e del procuratore capo Corrado Lembo. Nel pomeriggio, e per più di
cinque ore, è stato interrogato Giampiero Tombolillo, principale collaboratore di
Bracciali e amministratore di Biopower, difeso da Mario Girardi, Giuseppe De Angelis
ed Emilia Granata. In questo caso il verbale non è stato segretato. «Tutti i chiarimenti
possibili sono stati forniti - dice l´avvocato Girardi - anche con riferimento
ad altri coindagati. Leggendo l´ordinanza si comprende chiaramente come ci sia una
lettura molto forzata e in alcuni punti fantasiosa dei fatti». I difensori dei due
imprenditori hanno presentato istanza di scarcerazione. Domani il pm esprimerà il
parere.Giovedì aveva ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari, con il parere
favorevole della Procura, il dirigente regionale Vincenzo Guerriero, accusato di
associazione per delinquere perché sospettato di aver «predisposto decisioni
comunque favorevoli alle società di Bracciali amministrate da Tombolillo».
Afferma l´avvocato Aniello Chieffo, che assiste Guerriero insieme a Enrico Tedesco:
«È stato un interrogatorio pienamente collaborativo. Il nostro cliente ha risposto
a tutte le domande, determinando l´affievolimento delle esigenze cautelari».
Il giudice Paola Cervo proseguirà nei prossimi giorni gli interrogatori degli
arrestati. Dopo i dieci raggiunti da ordinanza in carcere, toccherà a quelli che
si trovano agli arresti domiciliari.
Mercoledì ad esempio sarà il turno di Francesco Capobianco, assessore alla
Provincia di Caserta (difeso dall´avvocato Vittorio Giaquinto) indagato per corruzione
che ieri ha ricevuto la solidarietà dei capigruppo di maggioranza.La difesa di tutti gli indagati deciderà all´esito degli interrogatori se proporre ricorso al Tribunale del Riesame. La stessa
opportunità è al vaglio dell´avvocato Giuseppe Fusco, difensore di Cozzolino e
Nappi, che potrebbe rivolgersi al Riesame per chiedere la restituzione dell´agenda
sequestrata all´assessore regionale nel corso della perquisizione di martedì. I due
esponenti del Pd si sono detti nei giorni scorsi completamente estranei a qualsiasi
condotta illecita.

(LaRepubblicadiNapoli, 03/05/09)

mercoledì 29 aprile 2009

L'ennesimo scandalo


Centrale a biomasse, finisce in manette Capobianco pretoriano di De Franciscis

L'ex assessore è stato arrestato assieme ad altre ventidue persone tra cui funzionari della regione e del Genio civile







Franco Capobianco (a sinistra) con De Franciscis

CASERTA - La bufera è scoppiata alle prime luci dell'alba quando le macchine della guardia di Finanza hanno cominciato a solcare le strade del casertano e del napoletano. Arrestato e messo ai domiciliari Franco Capobianco, ex assessore della disciolta giunta de Franciscis, esponente del Pd (è stato sospeso dal partito) che è finito in manette assieme a Eugenio di Santo, un consulente dell'assessorato alle attività produttive che abita a Sant'Arpino e che anche lui è legato al Pd. L'inchiesta dei sostituti procuratori sammaritani (l'ordinanza è composta da 180 pagine) riguarda la costruzione di una centrale a biomasse a Pignataro. L'ordinanza parla di tangenti, pressioni e intimidazioni.

Contro la realizzazione della centrale a biomasse si svolsero manifestazioni e l'esponente del centrosinistra Raimondo Cuccaro ricevette pressioni per non effettuare queste proteste, mentre l'esponente della maggioranza, attraverso una sponsorizzazione alla squadra di calcio della quale era presidente, dette il suo voto favorevole alla realizzazione. L'arresto di Capobianco ha provocato l'ennesimo terremoto nel Pd casertano già travolto da alcuni scandali che hanno portato alla sospensione dal partito di alcuni importanti esponenti. Dopo il caso di Angelo Brancaccio (trasmigrato nell'Udeur) c' stato lo scandalo che ha coinvolto il vicepresidente dell'Asi Natale e ora quello che riguarda l'ex potentissimo assessore che da bassoliniano di ferro era diventato un rutelliano, la prima linea dei «riformisti coraggiosi» del presidente de Franciscis. proprio dopo le dimissioni per l'incarico a Lourdes all'interno del Pd si era scatenata una battaglia per arrivare a far nominare un «vice» a de Franciscis che non ha voluto saperne di una tale soluzione.
Favori in cambio di posti di lavoro nella centrale a biomasse. Questa l’ipotesi accusatoria della Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Franco Capobianco, ex assessore alle attività produttive della Provincia di Caserta. Dalle risultanze dell’inchiesta sulla centrale di Pignataro Maggiore (Caserta), infatti emerge come l’ex assessore sia accusato, di «avere assicurato , per suo tramite, il sostegno pubblico ed amministrativo alla realizzazione della centrale a Pignataro Maggiore e di avere dissuaso un consigliere di minoranza del Comune di Pignataro, della sua stessa area politica, dalle proteste e dalle denunce pubbliche sulle modalità di autorizzazione della costruzione della centrale». Secondo quanto emerso dai dettagli dell’operazione «Biopower» della Guardia di Finanza di Caserta e della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Capobianco avrebbe in cambio accettato la promessa, fattagli da Tombolillo di assumere, su sua indicazione, personale in occasione dell’apertura della centrale. L’ex assessore è anche a accusato di avere ottenuto l’assunzione di un suo segnalato come consulente del gruppo di uno dei due imprenditori romani arrestati. Capobianco ha così conseguito accresciuto il suo consenso elettorale in coloro che avrebbero beneficiato delle assunzioni.

Le opposizioni hanno sempre denunciato la situazione all'interno della provincia per quanto riguarda una serie di incarichi. Ora però trovano che questa rete di rapporti per la realizzazione della centrale alle biomasse visto che un consigliere comunale della maggioranza (di centrodestra) alla conferenza di servizi ha votato a favore dell'impianto. Soddisfatti coloro che avevano organizzato le manifestazioni. Alla fine hanno avuto loro ragione e gli altri, gli arrestati, torto.

28 aprile 2009

Link alla pagina:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/notizie/cronaca/2009/28-aprile-2009/centrale-biomasse-finisce-manette-capobianco-pretoriano-de-franciscis-1501303966234.shtml

sabato 11 aprile 2009

Un mancato intervento

A distanza di due settimane dall' incontro con il sindaco e la sua amministrazione comunale tenutosi in palestra, diamo voce ad Adriano Mei, un amico di Mafalda venuto apposta dalle Marche per sostenere la nostra causa. Purtroppo il "democratico" svolgersi degli avvenimenti non gli ha permesso di formulare direttamente al sindaco le sue domande.Chissà, magari lui avrebbe ottenuto qualche risposta...


«Cari amici del blog di Mafalda, vi ringrazio di avermi chiesto, tramite la gentile Aurelia, di scrivere questa mia per invitarmi ad esprimere cio' che non ho potuto dire all'incontro svoltosi domenica scorsa.
Permettetimi di presentarmi, mi chiamo Adriano Mei, sono quasi sessantenne, sposato con due figlie e, spero solo per il momento, nessun nipote. Di professione sono un piccolo imprenditore, settore edile e depurazione acque, abito a Montemaggiore al Metauro (PU).

Non immaginavo di occuparmi di cose come gli inceneritori, non chiamatela centrale di produzione elettrica a biomasse, è un inceneritore perche' brucia ed è indifferente il materiale combusto, finche', sul finire del 2005, la Regione Marche non prescrisse, cioe' ordino', la costruzione di un inceneritore a biomasse in quel di Schieppe di Orciano (PU), a circa due kilometri dalla mia residenza, senza neppure degnarsi di informare i cittadini.

Cominciammo, a marzo del 2006, una dura battaglia contro questa decisione, battaglia che tuttora prosegue. Siamo riusciti prima ad invalidare la prescrizione, in seguito ad impedire qualsiasi tentativo, della Regione e del proponente, di mettere mano alla costruzione dell'impianto. La mobilitazione dei residenti ha finito per coinvolgere i Sindaci dei Comuni interessati piu' direttamente, 6, nonche' quelli di altri 8 Comuni.
Abbiamo fatto come voi : prima ci siamo informati, poi abbiamo informato la popolazione e quindi abbiamo usato tutti gli strumenti, leggitimi e democratici, dalle manifestazioni ai ricorsi legali alle ingiunzioni contro funzionari ed amministratori responsabili dei provvedimenti, per i danni che l'inceneritore avrebbe arrecato al patrimonio, alla salute ed all'esistenza delle famiglie interessate.

Potrete trovare la nostra storia sul sito http://www.comitatinrete.it/.

Abbiamo chiamato in nostro aiuto medici, scienziati, economisti , tecnici ed anche filosofi e studiosi di etica.

Uno dei primi che accorse fu il dr. Ferdinando Laghi, ematologo di Castrovillari (CS), e ci insegno' che portare la solidarietà concreta era un dovere per lui. Ecco perchè mi sono sentito in dovere di accogliere l'invito e di venire a trovarvi.

Non ho potuto parlare, ma ho trascorso un gran bel pomeriggio, un po' ventoso direi, assistendo prima all'incontro, e poi parlando con il Presidente, Aurelia, Antonio e gli altri.

Ecco le cose che avrei voluto dire :

1) che sono orgoglioso di essere definito un nimby. Ci tengo a che il mio giardino sia pulito, e forse se tutti si comportassero come me l'intero mondo sarebbe piu' pulito. Trovo invece singolare che un Sindaco propugni l'idea di sporcare il suo Comune, anche se fa cio' in nome di un improbabile progresso.

2) che l'inceneritore è tutt'altro che innocuo. Il Sindaco ha piu' volte ripetuto che l'impianto non fa alcun male alla salute, come riconosciuto da tutti. Tutti chi ? Basterebbe leggere il parere positivo rilasciato dalla Regione Molise. In esso si autorizza, per l'impianto l'emissione di quantità limitate di diossina. Avrei chiesto cosa significa limitate visto che la diossina, ma anche i furani ed il particolato, sono forti fattori di inquinamento capaci prima di intaccare l'apparato respiratorio, poi alla lunga di produrre malattie, indebolimento dell'apparato circolatorio fino alle neoplasie, cioe' cancri. E l'inquinamento prodotto da questi fattori permane per periodi lunghissimi, intacca i suoli e, tramite la catena alimentare, minaccia l'uomo al di la' della sola emissione. Al Sindaco, ha piu' o meno la mia età, gli avrei chiesto se si ricordava di Seveso.In ogni caso, l'Amministrazione Comunale farebbe bene a chiedere il parere scientifico dell'IST, Istituto superiore dei Tumori, un istituto pubblico con sede a Genova. Il mio Comune l'ha fatto e potrete trovare sul sito indicatovi la risposta dell' IST, negativa, cioe' l'inceneritore a biomasse è in grado di nuocere alla salute.

3) il progetto Mafalda. Vi sono idee buone in quel progetto, ma tutto ruota attorno ad un perno che lo rende impraticabile. Il perno è dato dagli introiti che il Comune riceverebbe con la costruzione e la gestione dell'impianto. Non è stato detto, con la dovuta chiarezza, che la produzione di energia elettrica tramite combustione di qualsivoglia sostanza (biomassa, tra l'altro esausta nel vostro caso, o rifiuti) è antieconomica. Cioe' e' in perdita. Per arrivare all'utile, la ditta deve ricevere i cosiddetti certificati verdi, nel vostro caso e con un calcolo approsimativo circa 12 milioni di Euro garantiti per 15 Anni. Ma i certicati verdi, di emanazione europea, sono dati per la produzione di energia elettrica, ma a condizione che tutta l'energia sviluppata dalla combustione sia utilizzata. L'Europa cassa qualsiasi contributo se non viene rispettata questa parte della normativa. Ora l'incenerimento non produce energia elettrica, bensì energia termica. Solo non piu' di un terzo dell'energia termica si puo' trasformare, tramite appositi macchinari, in energia elettrica. Ed il resto ? Ha detto il Sindaco, e l'ho trovato scritto nel depliant dell'azienda proponente, che il resto, tramite il teleriscaldamento, andra' a servire le serre per circa 15 ettari coperti !?!?Ma un conto è il dire, un conto il fare. Chi finanzierà i progetti relativi, chi produrra' le derrate, quali aziende si sono impegnate ? Attenzione il costo di questa operazione è molto elevato.
A quel punto avrei fatto una domanda al Sindaco Valentini. Gli avrei chiesto : "Sig. Sindaco lo sa che senza l'utilizzo di tutta l'energia prodotta, l'Europa non finanzierà mai quell'impianto ? " Se è cosi' (e ciascuno puo' controllare ciò che affermo: basta inviare una richiesta di chiarimenti alla UE, di solito rispondono in un mese) tutto l'ambizioso progetto Mafalda sembra piu' simile ad un castello di sabbia, che ad una robusta costruzione programmatica. Notate che qualsiasi cittadino europeo puo' ricorrere alla Ue ed alla Corte Europea per ottenere giustizia.

4) La democrazia. Nell'incontro è stato affermato che in occasione delle elezioni amministrative, i Mafaldesi (spero che si dica cosi' abbiate la cortesia di scusarmi se mi sbaglio) decideranno democraticamente il futuro.
La democrazia non è soltanto il voto. La democrazia è un sistema di regole, di leggi, di amministrazione che non puo' mai conculcare il diritto individuale. Che razza di democrazia sarebbe se la maggioranza, che puo' cambiare le leggi, si permettesse di ignorare i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle normative Europee? Parlo del diritto alla vita, alla proprietà, alla certezza del diritto. Ebbene i danneggiati, cioe' i cittadini colpiti nei loro diritti, perche' non dovrebbero difendersi con i mezzi previsti dall'ordinamento giuridico ? Non sono ne' egoisti ne' insensibili, esercitano cio' che è proprio di una democrazia, il loro ruolo di cittadini danneggiati.

5) Avrei quindi concluso con una domanda: "Credete che la ditta pagherebbe tutti quei soldi, se l'impianto non fosse un impianto nocivo di prima classe ?" Credo proprio di no, ed allora perche' i soldi li dovrebbe avere il Comune e non direttamente i cittadini danneggiati ?

Vi ringrazio dell'invito, della cortesia e colgo l'occasione per salutare gli amici che mi hanno invitato. E' valsa la pena venire a Mafalda per incontrare tanta gente generosa ed ospitale. Grazie ed arrivederci.

Adriano Mei »

I Giovani Mafaldesi ringraziano l' amico Adriano per il puntuale intervento. Purtroppo le sue domande sono rimaste senza una risposta, come le nostre, del resto! Ci dispiace anche che l' incontro sia finito nel modo "democratico" che tutti sappiamo: sicuramente ci sarebbero stati altri interventi interessanti come questo.

lunedì 6 aprile 2009

Emergenza

I Giovani Mafaldesi vogliono, con questo post, esprimere tutta la loro solidarietà a tutte le persone colpite dal terremoto di questa notte.
Tutti noi sappiamo cosa vuol dire essere vittime di questi tristi eventi, anche se nessuno di noi si è mai trovato in una situazione cosi grave.

Vi invitiamo tutti a partecipare alle iniziative e a renderci note eventuali altre
Ecco i primi appelli che circolano tra gli utenti di un noto social network, non ne abbiamo controllato l'attendibilità, ma siamo certi della buona fede in questo momento:
- Abbiamo bisogno di posti letto...chiunque avesse una struttura alberghiera o similare in Abruzzo (costa, collina) chiamate 0854308309

-L'Abruzzo si sta appoggiando all'Avis del Lazio, CERCANO URGENTEMENTE SANGUE DI TIPO 0 RH NEGATIVO. Per INFO 06 491340
AGGIORNAMENTO POST
- Donate 1€ mandando un SMS al numero 48580, oppure da telefono fisso donate 2€ chiamando sempre il numero 48580

lunedì 30 marzo 2009

Il "Progetto Mafalda": la soluzione alla crisi mondiale

Ieri 29 marzo è stata una giornata molto importante per la nostra battaglia contro la centrale a biomasse e il "Progetto Mafalda" in generale. In mattinata si è svolto a San Felice un incontro tra i dipendenti della SMI (Marrollo) e alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, mentre nel pomeriggio c'è stato un dibattito pubblico tra l' Amministrazione comunale e la cittadinanza di Mafalda presso la palestra comunale.

Purtroppo nessuna tv locale si è degnata di seguire gli eventi mentre soltanto un quotidiano regionale ha inviato un giornalista in palestra: evidentemente a Campobasso e dintorni succedono cose più importanti. Noi Giovani Mafaldesi invece erevamo presenti ad entrambi gli incontri...


L' incontro a San Felice. Davanti a una folla di circa 150 persone, dipendenti Smi e non, provenienti da San Felice, Mafalda, Dogliola, Tufillo e Fresagrandinaria, sono intervenuti sindaci, consiglieri provinciali, il presidente della provincia di Campobasso, rappresentanti dei sindacati e Lui: il Nostro Signor Sindaco Nicola Valentini. In un trionfo di retorica e discorsi fumosi, tra le tante parole spese, quelle che hanno attirato maggiormente la nostra attenzione sono state pronunciate dal Nostro, riguardanti (indovinate?) il mitico "Progetto Mafalda". Circa 150 operai perderanno il posto di lavoro a causa della dismissione degli impianti della Smi? Niente paura, c'è il "Progetto Mafalda"! La valle del Trigno tutta è in crisi occupazionale? Grazie a Dio c'è il "Progetto Mafalda"!! La crisi è mondiale? Allora non avete capito niente!?! Il "Progetto Mafalda" è la risposta!!! "Altro non c'è!", ha affermato orgoglioso (arrogante) il Sindaco Valentini. Lui che - poverino - è stato colpito da un fulmine a ciel sereno quando i dirigenti Smi gli hanno comunicato che presto chiuderanno gli impianti (peccato però che ci risulta che siano soci in affari Valentini e Marrollo) ha però subito pensato ad un grandioso piano di rilancio del territorio che occuperebbe non solo gli attuali 150 operai, ma arriverebbe a dar lavoro ad 860 (!) persone. Ma noi siamo troppo egoisti o strumentalizzati ed anche abbastanza ignoranti da non capire...Peccato però non aver ottenuto una risposta alla nostra domanda su quali siano i reali interessi della Smi nel "Progetto".


Abbiamo ottenuto comunque una piccola grande conquista dall' assemblea mattutina: il presidente della provincia di Campobasso, Nicola D'Ascanio, ci ha garantito che L' Ente che rappresenta sarà al nostro fianco nel contrastare la costruzione della Centrale a biomasse perché "la produzione energetica", queste le sue parole, ormai "è diventata soltanto una questione affaristica".

Ed ora veniamo al dibattito pomeridiano.
Ad accogliere una folla di oltre 250 cittadini, mafaldesi ma non solo, c' erano il Nostro Signor Sindaco Nicola Valentini e tutta la sua fedelissima Amministrazione: là seduti ad un tavolo, sul palco, sembravano il noto quadro di Leonardo da Vinci "L' ultima cena"; visto il periodo pasquale, la scenetta sembrava studiata ad hoc con Lui al centro nel ruolo di Nostro Signore e con tanto di Giuda Iscariota (preghiamo la persona interessata di non averne a male, Gesù avrebbe ragione di offendersi molto di più a nostro parere) che lo ha già abbandonato per tradirlo, sedendosi tra il pubblico.

Le premesse sembravano incoraggianti: scopo del pubblico dibattito era creare un clima di dialogo attorno al "Progetto Mafalda", per spazzar via ogni dubbio ed ogni timore sulla pericolosità della centrale a biomasse; in democrazia, in fondo, si fa così! E poi via al solito comizio valentiniano, un lungo monologo che tesseva le lodi della sua Idea e ci illustrava le “magnifiche sorti e progressive” di cui beneficierà Mafalda. Le nostre orecchie incredule hanno ascoltato numeri mirabolanti sia per quanto riguarda i dati sull'impiego sia per quelli sulle ricadute economiche. Ma noi, “egoisti strumentalizzati ignoranti”, siamo anche degli intellettualoidi codardi e non capiamo che il "Progetto Mafalda è la risposta.
Credete sia tutto?
Aspettate...
La Creatura del Signor Sindaco sarebbe potuta nascere prima, già dal primo gennaio di quest'anno, ma noi terroristi psicologici per giunta autolesionisti abbiamo rimandato il suo Avvento con le proteste e i ricorsi al Tar. La panacea di tutti i mali, il "Progetto Mafalda" arriverà più tardi.

Ed ecco il coupe de théatre: sospendiamo tutto fino al primo luglio, cioè dopo le comunali! Nicola Valentini, novello Ponzio Pilato, si lava le mani e lascia noi elettori liberi di decidere le sorti del Progetto, di sostenerlo o di demolirlo.
(Effettivamente i termini libertà di decisione e Nicola Valentini messi vicini sembrano, anzi, sono un grande ossimoro...)
E poi, vestito da starter di gare automobilistiche, il Signor Sindaco spara in aria il colpo di pistola che dà il via ufficiale alla campagna elettorale. Da una parte lui e il suo Progetto, il Bene Assoluto e la sua manifestazione, dall' altra chi non capisce e chi non vuol capire, a braccetto con Satana.

L' Armageddon ci sarà il 7 e l' 8 giugno. (Convertitevi e credete al Vangelo secondo Nicola!)

Siccome la magnanimità del Sindaco è senza pari, anche a noi umili cittadini viene concesso il diritto alla parola e ad ottenere persino una risposta da sua Bontà. Così, dopo il tormentato intervento di Fausto Matassa e il puntuale argomentare di un signore di Dogliola ricordiamo che questo paese sarà colpito solo dai lati negativi del progetto, e non da quelli ipotetici positivi come Mafalda), arriva il nostro turno.

Noi Giovani Mafaldesi facciamo ascoltare l'audio estratto dal video pubblicato nel post precedente e chiediamo al Sindaco il perché dell' incongruenza tra quelle parole e la realtà attuale; gli chiediamo se gli sembra che nel paese sia stata raggiunta una grande coesione sociale attorno al Progetto; ancora, perché nonostante abbia ripetuto per tre volte (con un sorriso che, però, è visibile solo dal video) che "questo è un argomento da referendum" e nonostante le nostre tre lettere che lo richiedeveno (il numero ricorre, ma siamo vicini alla notte in cui Pietro rinnegò per tre volte Gesù), di questa consultazione non c'è ombra; infine rivolgiamo le stesse domande ai giovani dell'amministrazione: tra coetanei magari ci si capisce meglio...


Ci viene chiesta un pò di pazienza, otterremo le nostre risposte quando saranno finiti gli interventi.
Cioè: mai!!! Prendono la parola un portavoce di Mafalda Viva, Biondo Mastrangelo, il presidente regionale del WWF Giuseppina Nigro (che ringraziamo per la sua presenza e per le cose di cui ci ha portato a conoscenza), Sandro Colagioia e infine Roberto Mastrangelo che pone una domanda a noi.
Siamo all' atto finale. Il nostro portavoce si alza per raggiungere l' amico e rispondergli, subito, davanti a tutti ma "siamo in democrazia, di grazia!", esclama irritato il sindaco, "hai già parlato, lascia parlare gli altri!"; questo scatena le ire di parte degli intervenuti mentre il Giovane Mafaldese (nella foto) se ne torna al suo posto.
Ma la democrazia è democrazia ed ha le sue regole, bisogna ascoltare tutti, non sempre gli stessi!! Allora il Sindaco, stanco di questo deficit democratico e di sentire sempre la stessa voce (la sua!!!), prende la decisione più democratica di tutte: si alza e se ne va.


Giù il sipario.

La sceneggiata è finita prima del previsto e gli attoniti consiglieri comunali, evidentemente imbarazzati e spiazzati dalla decisione del Capo, si precipitano in una repentina ritirata.
Anche questa volta il confronto con il sindaco non c'è stato.

Le nostre domande restano senza risposta. I consiglieri hanno dimostrato di non essere in grado di assumere una propria posizione, forse perché non ce l' hanno. I signori investitori della Dafin non si sono nemmeno degnati di intervenire. Nessun esperto, nessuno scienziato ci ha assicurato e fornito prove che la centrale a biomasse non fa male. In sostanza, una vittoria per il nostro fronte? Probabilmente si. Ma ancora una volta la grande sconfitta è la democrazia a Mafalda.
Ai Giovani Mafaldesi non resta altro che questo appello: tutti alle ruspe, DEMOLIAMO IL PROGETTO MAFALDA!!!

domenica 29 marzo 2009

Il giorno della verità

Si è appena terminato l'incontro della Dafin Spa e dell'amministrazione di Mafalda con la popolazione...
Stiamo preparando un resoconto accurato della giornata, nel frattempo vi proponiamo un video di vecchia data (di cui l'audio è stato fatto ascoltare pubblicamente proprio oggi), il video della serata in cui l'amministrazione di Mafalda, tra vino e tarallucci, presentò il "Progetto Mafalda";
questo è solo un piccolo riassunto del video che durava circa 2 ore, ma non per travisare i contenuti, bensì perchè la maggior parte della serata verteva sull'argomento "famiglie venezuelane" (che noi non discutiamo),e ben poco si è parlato, mischiando a altre energie alternative, della famigerata centrale.
Dopo queste puntualizzazioni fondamentali buona visione...

Visto questo video da noi montato (i suoni sono stati montati per far risaltare i punti che a nostro parere sono quanto meno bizzarri) la situazione attuale si è invertita: di famiglie venezuelane ancora neanche l'ombra, cosi come delle altre energie alternative, mentre per la centrale ci si è mossi molto e velocemente...

A voi i commenti...

venerdì 27 marzo 2009

Esempi da imitare

L’articolo che riportiamo di seguito è tratto da un quotidiano locale della città di Taranto (“Tarantosera- la voce della città-”); è stato pubblicato appena il 24 marzo 2009 e tratta nello specifico la decisione del sindaco di Fragagnano (TA) Maria Teresa Alfonso di opporsi alla realizzazione di una centrale a biomasse nel comune, appunto, di Fragagnano.
Possiamo tutti notare come il caso in questione sia molto simile alla vicenda che da mesi attanaglia il nostro paese, con la differenza che a Mafalda il sindaco è il più forte sostenitore del progetto, mentre a Fragagnano il sindaco “FACENDOSI PORTAVOCE DELLE PREOCCUPAZIONI DELLA POPOLAZIONE” ha ritenuto opportuno SCONGIURARE un simile rischio e cercare soluzioni alternative per lo sviluppo del paese.
Il sindaco di Fragagnano sottolinea il fatto che “E’ STATA UNA BATTAGLIA DIFFICILE, MA L’ABBIAMO VINTA, PASSANDO PER UNA RACCOLTA DI FIRME (3000) E LA PROPOSTA DI UN REFERENDUM”.

Il sindaco: «Ho vinto»
martedì 24 marzo 2009
FRAGAGNANO - Non ci sarà nessuna centrale termoelettrica a biomasse. La conferenza di servizi ha accettato le osservazioni dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Teresa Alfonso. L’impianto avrebbe dovuto nascere in contrada Cazzato a pochi chilometri dal centro abitato e nelle vicinanze delle discarica. La battaglia contro la centrale è cominciata prima del 2007, quando l’attuale sindaco era seduta tra i banchi di opposizione. “Mi feci portavoce delle preoccupazioni dei cittadini - ha spiegato questa mattina in conferenza stampa - perchè l’impatto ambientale sul territorio sarebbe stato notevole. Il timore era che, non essendoci produzioni di biomasse nelle vicinanze, quella centrale avrebbe finito per bruciare i rifiuti della discarica. In più ci sarebbe stato un incremento di smog per la presenza sul territorio di camion diretti all’impianto. Insomma è stata una battaglia difficile, ma l’abbiamo vinta, passando per una raccolta di firme (3000) e la proposta di un referendum. Anche la Regione e l’Arpa ci hanno dato ragione bloccando, con il loro parere negativo, l’autorizzazione che l’ex sindaco Spada aveva rilasciato alla società Setrif”. E’ tutta incentrata sulla tutela della saluta pubblica la conferenza stampa indetta stamane dal sindaco. Con lei c’erano l’assessore all’ambiente Vincenzo Di Maggio e l’assessore al bilancio Giuseppe Fischetti. Altri temi affrontati sono stati, infatti, gli impianti fotovoltaici installati sulla casa comunale e sulla scuola “De Amicis” e l’atto di indirizzo voluto dalla giunta per invitare i privati a installare impianti fotovoltaici sul territorio comunale. “I pannelli sistemati sul Municipio e sulla scuola - ha commentato il primo cittadino - ci stanno già dando i primi frutti. Uno schermo, in Comune, ci dice giorno per giorno quanto risparmiamo in materia di consumo di energia elettrica”. Maria De Bartolomeo

A Mafalda però le cose vanno diversamente…
Certamente però episodi come questi possono farci ben sperare!

E A PROPOSITO DI ESEMPI, L'APPELLO DEI GIOVANI MAFALDESI, PER L'INCONTRO CON LA DAFIN DI DOMENICA, E' DI PARTECIPARE, POTREMO ESSERE IN TANTI A FAR SENTIRE IL NOSTRO NO, E SE CHI DI DOVERE NON CI ASCOLTERA' ALMENO CI ASCOLTERANNO LE PERSONE...

lunedì 23 marzo 2009

RELAZIONE SULLA CENTRALE A BIOMASSE DI MAFALDA del dott. Salvatore Giuliano Franco

Pubblichiamo, per tutti coloro che volessero informarsi in merito, la relazione redatta dal Dott. Salvatore Giuliano Franco (esperto in strategie aziendali) sul progetto dell’inceneritore di Mafalda, e da egli illustrata nel convegno didattico organizzato dall’Associazione Mafalda Viva il 21/02/2009 presso la palestra comunale.

N.B. In aggiunta, nei prossimi giorni, pubblicheremo dei chiarimenti tecnici del prof. Gianni Tamino, (biologo membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, esperto sulle centrali termoelettriche a biomasse), riguardo dette centrali. Domande e risposte che faranno capire ulteriormente la pericolosità e l’assurdità di questi impianti, ovvero quello che si vuole realizzare a Mafalda.


Note critiche su una CTE 20 MWh a biomasse solide
Parte dell'impianto che s'intende costruire a Mafalda sul Trigno è costituito da un succedersi di più fasi che, in termini assai semplici e assai sinteticamente possiamo riassumere come segue:

l) raccolta e trasporto delle biomasse, ove per biomasse s'intende essenzialmente il CDR, e questo per motivi che sarebbe davvero pleonastico stare qui a ricordare;
2) stoccaggio delle biomasse in apposite aree dell'impianto;
3) trasporto del combustibili fino alla bocca del forno;
4) il forno previsto nel progetto è a griglia mobile in corrente d’aria forzata, questo per migliorare la combustione e raffreddare la griglia stessa che, per il mantenimento delle proprie caratteristiche meccaniche necessita anche di un flusso interno di acqua
5) va assolutamente segnato che, a fronte di un quasi sempre riscontrabile basso potere calorifico delle biomasse, è necessario immettere, per ogni tonnellata di combustibile, dai 5 ai 20 mc di gas metano, in media 12 mc/t;
6) il calore della combustione porta alla vaporizzazione dell'acqua in caldaia e le acque che alimentano la caldaia vanno preventivamente trattate;
7) il vapore, a 55 bar e 420° C aziona il turboalternatore che produce energia elettrica;
8) poiché il principio del “nulla si crea e nulla si distrugge" è più che mai valido anche in questo caso, durante il processo di combustione si aggiungono, al CDR, l'ossigeno dell'aria, acqua e metano, ed è per questo che il prodotto in uscita è maggiore delle quantità delle sole biomasse in entrata;
9) per ogni tonnellata di combustibile solido si ha, mediamente, una produzione di:

  • 1000 kg di fumi immessi in atmosfera,
  • 300 kg di ceneri pesanti e scorie,
  • 30 kg di ceneri volanti

10) il raffreddamento delle ceneri pesanti e scorie si realizza mediante immissione delle stesse in apposite vasche piene d'acqua;
11) per raffreddare una sola tonnellata di ceneri pesanti e scorie necessitano 2500 litri di acqua che, prima d'essere scaricata in ambiente, deve essere depurata;
12) il raffreddamento delle stesse acque e la loro depurazione non è mai totale, e quindi, per ogni tonnellata di biomasse, si immettono in ambiente oltre 700 litri di acque inquinate;
13) i fumi caldi della combustione che, per legge, non possono assolutamente avere una temperatura inferiore agli 850°C, meglio se oltre i 1.000 ° C, vanno poi opportunamente trattati in sezioni multistadio per filtrare gli agenti inquinanti, con capacità di trattamento di 125.000 Nmc/h;
14) mediamente si immettono in ambiente, per ogni t di CDR, 6.000 mc di fumi alla residua temperatura di ca. 140° C.;
15) le ceneri pesanti e le scorie vanno generalmente smaltite in discarica;
16) le ceneri volanti e le polveri, cernite dal sistema di depurazione dei fumi, sono rifiuti particolarmente tossici da smaltire in speciali discariche.

A questo punto, per rendere più semplice e comprensibile il sistema proviamo a disegnare una veduta d'insieme.
Sappiamo che una (CTE a biomasse solide che, per i necessari controlli e una sua vitale ordinaria manutenzione deve subire ogni anno, l'interruzione di un mese, resta accesa e funziona, ogni anno di vita, per una media di 8000 ore.

Una CTE a biomasse solide da 20 MW assorbe nell'anno:
l) 200.000 t di biomasse con tasso d’umidità assai contenuto, pari a 600 t al giorno e 25 t l'ora;
2) 110.000 mc. di acqua per alimentare la caldaia generatrice di vapore, pari a 33 mc/g e ca. 14 t/h;
3) ca 150.000 mc di acqua per raffreddare le scorie e le ceneri pesanti, pari a più di 45 mc/g e ca. 2 mc/h;
4) 2.400.000 mc di gas metano per facilitare la combustione e mantenerne alta la temperatura, pari a 7.200 mc/g e 300 mc/h;


Per contro restituisce nello stesso anno:
1) 160.000 MW di Energia Elettrica, pari a 480 MW al giorno e 20 MW/h;
2) 550.000 t di vapore se immesso liberamente nell’atmosfera a 70°C, pari a 1.650 t/g e ca. 70 mc/h;
3) 1.200.000.000 mc di fumi a 140°C e da purificare, pari a 3.600.000 mc/g e 150.000 mc /h, pari questi a 25 t/h, in precisa corrispondenza con le 25 t/h di combustibile;
4) 150.000 mc di acqua ancora calda e inquinata; pari a 450 mc/g e 19 mc/h;
5) il calore generato dalla CTE e immesso nell’ambiente, se non altrimenti utilizzato, è di ca. 3 MW per 1 MW di EE prodotta, per un totale annuo di ca. 480.000 MW di calore equivalente;
6) 12.000 t di polveri sottili e ceneri volanti pari a 36 t/g e 1,5 t/h;
7) 67.000 t di ceneri pesanti e scorie, pari a 200 t/g e 8 t/h.

Tutti gli inquinanti catturati non vengono in realtà eliminati ma, anziché entrare nell'atmosfera, sono filtrati e concentrati o nelle ceneri o nelle acque di scarico.
Tralasciamo allora di parlare qui delle scorie, delle ceneri pesanti e delle acque e facciamo solo una breve ricognizione su tutto ciò che si immette nell’atmosfera:
* grandi quantità di calore
* grandi quantità di fumi

In termini molto pratici facendo il paragone con auto che percorrono nell'anno 10.000 km in ciclo urbano, possiamo dire che, nell’anno, una CTE da 20 MW a biomasse solide, immette, oltre a decine di altri inquinanti noti e altre centinaia di inquinanti ancora sconosciuti, in kg e in numero equivalente di auto:

1) Polveri kg 16.000 n. auto 31.000
2) Acido cloridrico kg 32.000 assente
3) Acido fluoridrico kg 1.500 assente
4) Ossidi di azoto kg 320.000 n. auto 58.000
5) Anidride solforosa 160.000 n.d.
6) Monossido di carbonio 8O.000 n. auto 22.000
7) Sostanze organiche volatili 16.000 n. auto 4

Potremmo aggiungere 500 kg di mercurio, 1500 kg di cadmio, 60.000 kg di zinco e poi, tra le sostanze più tossiche e meno monitorabili mai studiate, i furani, l'esaclorobenzene e le diossine.

In conclusione, in Italia, i fautori delle megacentrali per la produzione di energia elettrica mediante inceneritori, termovalorizzatori o l’uso delle biomasse, solide e liquide, o sono ciechi, o sono stupidi o sono fortemente politicizzati.

L'inceneritore di Terni nel 2008 è stato posto sotto sequestro per emissioni gassose non a norma e perchè nelle acque di scarico sono state rilevate alte concentrazioni di mercurio, cadmio, acido cloridrico e diossine.

L'inceneritore di Trieste, a costo di creare una assai pericolosa emergenza rifiuti, solo due anni fa fu posto sotto sequestro perché produceva diossine in quantità oltre dieci volte superiori al limite massimo consentito.
E' di oggi la notizia che i due inceneritori di Colleferro sono stati posti sotto sequestro perché, conniventi molti insospettabili bruciavano rifiuti tossico-nocivi, con gravissima compromissione ambientale.

L’ENEA, nell'ormai lontano 1995, aveva stimato che, in Italia, il 70% della produzione di furani e diossina fosse dovuta alla presenza degli inceneritori.

Brescia, con il suo megainceneritore d'avanguardia, è la città più inquinata d'Italia e smista le polveri del suo, ”termovalorizzatore” nelle miniere di salgemma della Germania, che vengono usate anche per lo smaltimento di rifiuti radioattivi.
Un “inceneritore”, e smettiamola di definirlo falsamente e ipocritamente Termovalorizzatore, è solo un impianto che, anche se tratta materiali abbastanza innocui come i CDR, produce, grazie al processo di combustione, una quantità di sostanze tossiche.

Ogni inceneritore ha sempre bisogno di una discarica dove inviare le ceneri prodotte dall'impianto, pari in peso al 30% del combustibile ed anche dove stoccare quello conferitogli nel mese di sosta obbligata ma, in più, di una discarica speciale dove smaltire tutto il tossico-nocivo che produce.

Gli stessi reflui liquidi prodotti in discarica creano alla gente problemi sanitari di molto suipeiori a quelli che producono gli inquinanti dispersi nell'atmosfera da un inceneritore.

Negli U.S.A che ci hanno preceduto di molti anni nella termodistruzione del CDR, in molti Stati e grandi Città hanno già bandito il sistema, come in parte del Canadà; in Belgio vige una moratoria per 5 anni; in Gran Bretagna si respingono sempre più proposte, malgrado la forza delle Lobby; Amsterdam ha cancellato tutti i progetti di inceneritori; in Olanda e in Germania prevedono già di dimettere anche tutti quelli ancora esistenti; la stessa Francia sta riconsiderando la sua politica di smaltimento dei rifiuti basata proprio sulla termodistruzione; e così via.

In Giappone è stato inoppugnabilmente rilevato che esiste una precisa correlazione tra una serie di disturbi nei bambini e la distanza degli impianti: e così anche per il linfoma di Hodgkin, il tumore polmonare, i sarcomi nei tessuti molli, i tumori pediatrici, le malformazioni neonatali, ma queste precise correlazioni con la presenza di inceneritori è stata rilevata anche in Italia.

Questa breve trattazione rischierebbe di trasformarsi in un incubo se solo si iniziasse a parlare del diverso e terribile potere distruttivo che hanno sulla salute degli essere viventi le cosiddette particelle “grossolane”, “fini” e “ultrafini”.

A tutto questo si aggiunge che i termovalorizzatori consumano più energia di quanta ne producono e questa costa molto, ma molto di più di quella prodotta con centrali tradizionali .

Si prevede che la soluzione più economica e non nociva potrà essere solo quella della raccolta indifferenziata dei rifiuti, con successiva e molto articolata differenziazione meccanica, e il reale utilizzo dei materiali selezionati.

Nel mentre la Ricerca studia e trova le giuste soluzioni tecniche, è opportuno incrementare la raccolta differenziata ed educare il cittadino, le aziende e le industrie a produrre meno CDR possibile, a evitare gli sprechi, a contrastare l'usa e getta, a ridurre gli imballi, a utilizzare contenitori biodegradabili.

Le micro CTE a biomasse solide, non superiori a 2 MW, sono comunque realizzazioni altamente positive ed encomiabili purché proporzionate al territorio immediatamente circostante.

Ogni realizzazione dovrebbe: però essere preceduta da un accurato studio d'impatto ambientale, portato avanti con l'indispensabile consulenza delle diverse figure professionali" purché non politicizzate, che, con scienza e coscienza, possono indicare le giuste soluzioni nel rispetto della terra, delle acque e dell’aria.

Dott. Salvatore Giuliano Franco
esperto in strategie aziendali.



venerdì 20 marzo 2009

PRESENTATO IL “PROGETTO MAFALDA”. A TERMOLI…

Ieri 19 febbraio è stato presentato alla stampa il Progetto Mafalda presso la sede dell’associazione Industriali a Termoli.

Noi Giovani Mafaldesi ci poniamo diverse domande…

Prima di tutto: perché a Termoli e non a Mafalda?
Non ci convince la risposta dei rappresentanti della Dafin, che dice: “Perché è un intervento di grandi dimensioni, quindi di interessi vasti”.
SI VOLEVA FORSE RIDURRE AL MINIMO LA PRESENZA DEI CITTADINI CHE, TRA L'ALTRO, DURANTE LA SETTIMANA LAVORANO? QUESTI INTERESSI VASTI FORSE NON COINCIDONO CON QUELLI DEI MAFALDESI…

Ancora, a proposito dell’ impatto ambientale, il responsabile Ambiente e Comunicazione del progetto, Daniele Barbone, ha detto: “E’ ovvio che dipende da quello che entra nell’ impianto. Si tende spesso a strumentalizzare, si parla di DIOSSINA, di sostanze che creano allarme nella popolazione, ma sono timori COMPLETAMENTE INFONDATI per Mafalda, in quanto non utilizzeremo plastica o altri materiali, ma semplicemente prodotti vegetali. Sono previsti inoltre 4 stadi di abbattimento degli inquinanti, per cui l’impianto rispetta in pieno le normative vigenti. Tutti i dati sulle emissioni – secondo quanto stabilito dalle autorizzazioni – saranno costantemente monitorati, con lo Sme, cioè con una serie di indicatori al secondo che saranno on line. Quindi ogni cittadino potrà essere informato. E sono previsti controlli su matrici ambientali differenti nell’area del Trigno”.

Ci chiediamo: COSA ENTRERA’ REALMENTE NELL’ IMPIANTO? Chi ci garantisce che la centrale non inizierà a bruciare anche rifiuti dopo alcuni anni dall’ inizio del suo funzionamento, viste anche le voci che parlano di smaltimenti "sospetti" nella zona?
Ricordiamo che lo smaltimento di rifiuti urbani è consentito anche dalla legge.
Basteranno le garanzie fornite da Barbone?
Sui 4 stadi di abbattimento degli inquinanti vi rimandiamo al video del prof. Montanari che, ripetiamo, non è l'ultimo arrivato, come molti sostengono su questo blog.
Inoltre come si legge, il sig. Barbone minimizza sostanze come la DIOSSINA... Questa leggerezza non fa che aumentare le nostre perplessità cosi come quelle dei cittadini mafaldesi, ai quali era stato promesso un referendum che ancora non si è visto.

Infine: “Per la cantierizzazione saranno impiegate alcune centinaia di operai mentre i posti per le attività dirette saranno occupate 45 – 50 persone”, sono ancora parole di Barbone.
DA DOVE VERRANNO GLI ALTRI 750 POSTI DI LAVORO PROMESSI, PIU' DI UNA VOLTA, DALL'AMMINISTRAZIONE ?
Si parlava dei posti provvisori per la costruzione della centrale? Ma quale ditta a Mafalda potrebbe essere in grado? Faremo tutti gli autotrasportatori a lavori finiti?
Tenendo anche conto che 200-50=150, quindi l'amministrazione di Mafalda e il sig. Marrollo partono gia con uno "svantaggio" di 150 posti di lavoro persi.
Molti dicono che Marrollo avrebbe chiuso comunque lo stabilimento, "che coincidenza!!" rispondiamo noi.

Chiudiamo informandovi che, nonostante si senta dire ultimamente che i Giovani Mafaldesi si sono spenti, siamo vivi, vegeti e laboriosi, e stiamo preparando alcune cose per voi lettori, mafaldesi e non solo...
Non vi anticipiamo altro per ora...


lunedì 9 marzo 2009

A scanso di equivoci...

Leggendo gli ultimi commenti sono emersi alcuni punti:
- con nostra grande soddisfazione, sono finalmente arrivati pareri positivi alla centrale sul nostro blog, quindi speriamo si possa dialogare in modo costruttivo e civile (l'invito e rivolto a TUTTI)
- molte persone (sempre tra le pro-centrale, e non solo su questo blog, ma anche parlando per strada) ci accusano di fare confusioni tra centrale a biomasse, termovalorizzatori e inceneritori.
Noi crediamo di avere capito bene le differenze (e le "non-differenze") grazie ad alcuni documenti e video ad opera del dott. Montanari, comunque a scanso di equivoci, quello che vi proponiamo qui sotto è dedicato precisamente alle centrali a biomassa.
Ricordiamo che questi sono video facilmente reperibili, ma non per questo non attendibili (questo video è registrato durante una conferenza del dottore stesso).


- infine ci siamo accorti che i commenti sono sempre di piu, ma la velocità della linea del paese interessato, la nostra amata Mafalda, rimane la stessa e deludente... quindi cercheremo di pubblicare più articoli per far si che non ci voglia un eternità ad aprire le pagine dei commenti... riguardo il video sopra anche se ci mettera molto a caricare (è abbastanza lungo, circa 8minuti) ma vi consigliamo di vederlo (se proprio dovessero esserci problemi cercheremo di trascrivere il testo)...

Buona visione...

venerdì 6 marzo 2009

Che il signore sia con noi


QUESTA è UNA LETTERA CHE I VESCOVI DEL MOLISE E D'ABRUZZO HANNO INVIATO A TUTTA LA POPOLAZIONE:

AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE


L’inizio del Nuovo Anno 2009, pur segnato da una preoccupante recessione economica e da una crisi che già sta incidendo negativamente sulla serenità di tante persone, è occasione propizia per ravvivare la speranza ritrovando le ragioni vere di un rinnovato impegno.
Come Vescovi e Pastori non possiamo ignorare la sofferenza e il disagio delle famiglie che vedono diminuire sempre più i mezzi indispensabili di sussistenza, né possiamo restare indifferenti davanti alla disaffezione verso la partecipazione democratica alla vita del Paese, quando l’alta percentuale di astensione al voto manifesta la sfiducia verso le istituzioni politiche.
Per questo abbiamo deciso di proporre una riflessione alle nostre comunità e a tutti gli uomini e le donne di Abruzzo e Molise perché ci sentiamo interpellati con loro in un esame di coscienza che, lungi dal farci sentire giudici gli uni degli altri, può costituire la base di rilancio e di rinnovato impegno per tutti.

I. La perenne attualità delle Beatitudini evangeliche.
Le Beatitudini si ripropongono con urgenza alla nostra coscienza. Tutti siamo chiamati a verificarci sulle parole di Gesù: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Evochiamo soltanto qualcuna delle Beatitudini.
La povertà, quella che incrociamo lungo le strade, ma anche come scelta di vita più sobria e aperta alla condivisione, mai al di sopra delle proprie possibilità; la mitezza, che è il contrario di arroganza, orgoglio, voglia di predominio sugli altri; l’impegno per la pace, non solo a livello mondiale, ma anche familiare, comunitario, politico; la purezza, come trasparenza di vita, di comportamenti, di fedeltà a Dio e agli uomini; la misericordia, cioè il sentirsi tutti responsabili del bene altrui.

II. Il “bene comune”: una responsabilità che riguarda tutti.
Il bene comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo, “con umiltà e mitezza, competenza e trasparenza, lealtà e rispetto verso gli avversari, preferendo il dialogo allo scontro, rispettando le esigenze del metodo democratico, sollecitando il consenso più largo possibile per l’attuazione di ciò che obbiettivamente è un bene per tutti”.
Questa convinzione, fondamentale per la vita di una società, attraversa oggi una crisi profonda perché si va diffondendo l’idea che prioritario sia il profitto privato da ricercare a tutti i costi, specie quando si assumono delle responsabilità politiche. Gli scandali, che vengono alla luce nel nostro Paese senza più distinzioni di localizzazioni geografiche o appartenenze politiche, contribuiscono a consolidare un’opinione pubblica non adeguatamente informata e abituata a generalizzare. Ne consegue il crescente distacco tra Paese reale e Paese legale e l’aumento del numero di coloro che prendono le distanze dalla partecipazione attiva alla vita democratica.
Come Vescovi siamo già intervenuti alcuni mesi fa sulla “questione morale” nella vita politico-amministrativa.
L’alta percentuale di astensione del voto, nelle recenti consultazioni regionali in Abruzzo, è un dato molto preoccupante che, lo diciamo con sofferenza e chiarezza, non può essere giustificato dalla volontà di prendere distanze da comportamenti di singoli amministratori o politici.
La prospettiva in cui dobbiamo vivere l’impegno per il bene comune ci viene suggerita dall’apostolo Paolo: l’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore ( Romani 13,10). Egli in diverse occasioni affronta il problema dei rapporti del credente con l’autorità politica e richiama la responsabilità a collaborare nel rispetto reciproco e non avendo altro debito con alcuno, al di fuori delle carità.

III. La politica come servizio, espressione della carità.
In questo contesto intendiamo condividere la diffusa esigenza di un rinnovamento morale e generazionale della politica. Non si tratta di prendere posizione a favore o contro l’uno o l’altro schieramento partitico o politico, quanto piuttosto di richiamare quei valori fondamentali e quell norme di comportamento che ogni elettore si aspetta da colui in cui ha risposto la fiducia per l’amministrazione della cosa pubblica.
La politica eticamente sostenuta richiede sempre più persone capaci di governare cioè capaci di discernere in maniera lungimirante, valorizzando il positivo, intuendo il futuro, avendo uno aguardo d’insieme.
Con questo messaggio, intendiamo così farci voce del bisogno di nuova moralità che si avverte nella vita sociale della nostra gente, e ribadiamo quanto già affermato in luglio circa “le preoccupazioni per le ricadute degli eventi in atto, soprattutto sulla situazione dell’assistenza sanitaria, in specie ai più deboli, nonché sullo sviluppo economico della regione, con conseguenze drammatiche sul lavoro e la vita di tante famiglie”.
Con spirito di collaborazione ci rivolgiamo anche a quanti sono stati eletti, e perciò chiamati ad esercitare un preciso servizio a favore della comunità regionale, quanto piuttosto per incoraggiarli in questo momento non facile per la vita del Paese. Proponiamo alla loro riflessione un decalogo ispirato alla dottrina sociale della Chiesa.

1 Il potere è al servizio del bene comune e la politica è il più esigente esercizio di carità genuina e verso le categorie più deboli: i poveri, gli umili, i piccoli. L’uso del pubblico potere e del pubblico denaro va sempre orientato per il bene comune e non per favorire affari personali e di gruppo o per creare clientele. La trasparenza riguardo i patrimoni personali potrà incoraggiare la fiducia degli elettori.
2 La politica attiva comporta una crescita di responsabilità e forme di democrazia ascendente che prevede luoghi permanenti e periodici di partecipazione: circoli, associazioni culturali, volontariato, società civile. LA politica ha ancora il compito di garantire la partecipazione responsabile i soggetti sociali, avendo di mira e privilegiando gli interessi delle persone e delle comunità intermedie. Nei confronti di queste essa si pone come sostegno e coordinamento nel rispetto del principio di sussidarietà e di un sano pluralismo personalista e comunitario.
3 Il rispetto delle altrui posizioni favorisce il dialogo con amici e avversari; il rifiuto della rissa e dell’intolleranza sviluppa una sana competizione delle idee per risolvere i problemi, riducendo la conflittualità esasperata, incrementando la collaborazione con spirito costruttivo sui temi del bene comune.
4 Il requisito della coerenza ha conseguenze sui comportamenti nella vita pubblica. I mutamenti di schieramento, sempre possibili per motivi di coscienza, dovrebbero richiedere le dimissioni dall’incarico. La coscienza politica deve favorire e promuovere i valori della persona, quali la dignità, il diritto al lavoro, la giustizia, la promozione della cultura, la crescita della moralità civile, la custodia della famiglia, il rispetto della vita e la crescita della sua qualità, la non violenza, la libertà di pensiero, di azione e di religione.
5 Va ribadito il rifiuto e la denuncia di comportamenti immorali e disonesti, come la corruzione, la concussione, la menzogna, la calunnia, il clientelismo, l’associazione per delinquere, l’abuso e la truffa. A tal fine potrà essere di aiuto l’elaborazione di codici etici condivisi.
6 Occorre impegno per favorire la cultura della legalità, che rispetti e faccia rispettare le regole e le procedure democratiche. Gli eletti a cariche pubbliche avvertano il dovere di essere testimoni esemplari del rispetto delle leggi.
7 Gli amministratori abbiano una adeguata preparazione politica, giuridica, amministrativa, storica, economica e sociologica. A tal fine si incoraggiano i luoghi e strumenti di formazione permanente. Gli incarichi di secondo livello vanno affidati a persone competenti, di provata moralità e testimoniata onestà professionale.
8 La selezione della classe dirigente amministrativa premi il merito, la competenza e rifugga dall’affidarsi a simpatie, legami personali o familiari, ripicche, vendette.
9 L’impegno politico amministrativo richiede un limite di mandato e periodi di tempo determinato, con fasi opportune di astensione tra incarichi dello stesso tipo.
10 L’attenzione ai problemi specifici del territorio in cui si opera va coordinata e misurata sulla base del principio di sussidarietà con una visione aggiornata alle soluzioni nazionali e internazionali. La presenza assidua negli organismi amministrativi e di governo va apprezzata come va condannata ogni prassi di assenteismo.


Quanto detto rimanda all’appello di coscienza morale rettamente formata. Ciascuno si sforzi di agire sempre in obbedienza alla Verità, alla Giustizia, al Bene. Come credenti, ricordiamo l’urgenza di misurarsi costantemente sul giudizio di Dio.
A questo criterio intendiamo ispirare le nostre scelte personali come quelle delle chiese che ci sono affidate.

Chieti 25 febbraio 2009-02-28


Arcivescovi e Vescovi
della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana