martedì 8 giugno 2010

Madruzza? Chi è costui?!

L’ultimo numero di MenteLocale ha passato ogni limite! Nonostante sia trascorso ormai un anno esatto dalla scelta definitiva dei Mafaldesi, che hanno detto no alla centrale a biomasse, i ragazzi democratici sono ancora là a parlarci del Progetto Mafalda. Prescindendo da ogni altra considerazione, ci colpisce un articolo, intitolato “La vittoria di Pirro”. Un articolo strumentale e offensivo. Un articolo che dipinge i Mafaldesi (anzi, una parte, quella che è contro la centrale) come popolo inerme e incapace di giudizio, che si lascia abbindolare, sfruttare e distruggere da pochi notabili e qualche mercenario. E poi ci sono loro, i Romani, cioè la Civiltà, il Progresso ed il Sommo Bene, incarnati nel progetto Mafalda.

Non ci stiamo ad essere offesi in questo modo!!!

Se c’è stato qualcuno che, evocato come salvatore della patria, condottiero di truppe mercenarie (alcune neppure del territorio...) che arruola la popolazione con una incredibile serie di favole, di barzellette, chiamando il popolo all'ultima crociata, quello non stava certo dalla nostra parte! Pirro, nel caso di Mafalda, è costituito da un ridottissimo numero di soggetti curiosamente coinvolti con interessi personali, alcuni di carriera politica altri di interessi economici: signor autore dell’articolo, lei è così sicuro di conoscere bene il nostro paese? Non è che sta parlando di altri personaggi, quegli stessi che invece promuovevano il Progetto e che per fortuna abbiamo allontanato dalla nostra vita politica?

Se c’è qualcosa di immorale e non etico in questa vicenda, quello è il comportamento di chi ha cercato di agire contro la volontà di tanta gente, di chi si è sottratto ripetutamente al confronto, di chi continua a fregarsene degli altri pur di arrivare ai propri scopi, di chi denigra le sentenze dei giudici, di chi si presenta come il portatore della verità assoluta ma che poi dice solo quella mezza verità che gli fa comodo, di chi continua ad offendere l’ intelligenza di tante persone...

Ma lei, signor Madruzza, chi è? A Mafalda ci è mai stato? Da dove le viene questa grande conoscenza della nostra realtà? Rifletta su quello che ci dice presentando la sua società:
Fare sistema significa lavorare insieme per progetti reali di lavoro e di sviluppo; creare nuovo valore.
Lavorare insieme significa che tutti devono essere coinvolti in questioni di vitale importanza, significa che noi cittadini abbiamo il diritto di dire la nostra su una policy che ci riguarda, specie se tale policy va a cambiare i connotati del paese. Progetti reali di lavoro e di sviluppo: quindi non stiamo parlando del Progetto Mafalda! Non crederà che basti la sua filippica a farci cambiare idea? Ma soprattutto, come si permette, lei che non ci conosce, ad insultare noi e le nostre istituzioni?

E voi, amici di MenteLocale, in che modo intendete creare nuovo valore, valore non solo economico, ma anche sociale, se non avete valori? Cosa vi resta? Le menzogne, quelle sì, rimangono...

venerdì 4 giugno 2010

Confessione di un Giovane Mafaldese...

Prima di leggere Mentelocale pensavo di trovarci qualcosa di costruttivo, un articolo, un appunto, un qualsivoglia saggio sul quale ci si potesse riflettere un po’; magari un pizzico di politica locale (e gli spunti non mancano) con cui cercare di creare dialogo con chi la pensa in modo leggermente differente. E invece non ho visto nulla di tutto ciò. Voi mi direte:”Ma come? Sei cieco? Sarà mai possibile?” Ed io, con il sorriso sulle labbra, un sorriso che ha un gusto un po’ amaro, vi risponderei: “Ebbene si!”. Sull’organo stampa del PD di Mafalda non si fa altro che parlare, e ormai siamo già al terzo numero, di Progetto Mafalda di qua, Progetto Mafalda di là …. Biomasse. Mi verrebbe da dire, anzi lo dico: complimenti! Siete riusciti a creare tre perfette copie di un unico giornale, di un unico pensiero, di un’unica mente. Mi addolora costatare questo dato di fatto soprattutto perché da mafaldese quale sono, anzi da giovane mafaldese, mi sento ripetere, da gente più o meno della mia età, un coro unanime e ridondante ormai da anni. Dispiace perché con questi modi si cerca di negare il fulcro della dialettica politica:il confronto. E qual è la conseguenza inevitabile? Risposta: la mancanza di una vera minoranza che faccia una vera opposizione. Eppure qualcuno seduto su quei banchi del consiglio comunale c’è, si vedono quando non decidono di scappare, si fanno sentire. Insomma sono presenti delle forme di vita, ma il loro manifestarsi non si chiama opposizione bensì ostruzionismo, manifesta mancanza di capacità e volontà di gettare le basi per un dialogo reciproco. Mi piacerebbe ricordare a questi cari signori che il loro compianto (e chissà quali sono i veri motivi) progetto è stato bocciato nettamente dalla maggioranza dei mafaldesi e, poiché in democrazia è la maggioranza del popolo sovrano a decidere, una domanda nasce spontanea:come mai tutti questi rimpianti e come mai tutte queste lamentele e mugugni? Dura lex, sed lex. Intanto qualcun altro parla di festeggiamenti tristi, di mancanza di mercato e di potere contrattuale, di morte lenta ed inesorabile del paese, della fuga dei giovani cervelli. E’ vero stiamo attraversando un periodo non tanto florido, non profumato come le rose e le viole primaverili, ma di certo non è il Progetto Mafalda a risolvere con uno schiocco di dita tutti i nostri problemi. Non è la misericordiosa e caritatevole Dafin a dover appianare, come l’unto dal Signore, tutte le nostre strade (ricordiamo anche la sentenza del TAR che dovrebbe aiutarci a riflettere; a proposito: perché non l’avete nemmeno nominata?). Vogliamo fare qualcosa di costruttivo per Mafalda? Bene! Mettiamoci intorno ad un bel tavolo e discutiamo lasciando da parte i rancori personali e gli interessi degli imprenditori e pseudo - politici di turno. E per finire, lasciatemi dire una cosa. Non si possono cambiare le cose stando seduti comodamente dietro una scrivania, magari lontano da Mafalda, con una penna in mano, facendo i disfattisti e pessimisti alla Schopenhauer quando si parla della propria realtà, dimenticandosi che chi ha amministrato il paese negli ultimi quarant’anni è stato un vostro lontano parente che, vestendosi da mago Merlino e impugnando una bacchetta magica, ha riservato maggiori attenzioni ai suoi interessi personali e non a quelli di tutta la comunità.

mercoledì 26 maggio 2010

GREEN ECONOMY=PROGETTO MAFALDA?...NO GRAZIE...

Un solo aggettivo per descrivere le celebrazioni del 40° anniversario dello Statuto dei Lavoratori dirette dal circolo PD di Mafalda:Interessante! Interessante perché esponenti del sindacato e personalità politiche di rilievo regionale hanno tracciato un percorso che, mettendo da parte la mediocrità della ricostruzione storica, si è rivelato intrigante e soprattutto tremendamente attuale. Si è parlato di flessibilità, accostata molto spesso alla precarietà, e di politiche del lavoro; si sono menzionati i famosi diritti costituzionali (artt.1 e 4) sacrosanti ed inviolabili ma molto spesso ignorati; si sono volute sottolineare le difficoltà che la piccola e media impresa trova nel gestire le sue risorse; qualcuno ha anche citato e criticato giustamente i sempre più frequenti tagli alla ricerca; ecc…Fin qui noi Giovani Mafaldesi non abbiamo nulla da contestare, anzi riconosciamo pubblicamente l’importanza delle tematiche trattate ma, quando un amico venuto da chissà quale paradiso naturale, viene a parlarci della celeberrima GREEN ECONOMY, e dell’importanza che al suo interno svolgono le fonti energetiche rinnovabili (guarda caso si è più volte volutamente sottolineato il primo posto occupato dalle biomasse)…non ce ne vogliate, ma non possiamo più essere d’accordo; non solo per i motivi che ci hanno spinto ad intraprendere la nostra battaglia “politica” e che non siamo qui a ribadire perché sono ormai noti, ma soprattutto perché questa pietosa apologia del “rinnovabile” ha dato vita ad una serie di innumerevoli encomi e panegirici del defunto “Progetto Mafalda”; un’idea nata ( e per fortuna già morta) non per gli interessi di Mafalda ma solo di pochi e chissà quanto mafaldesi!!!

sabato 1 maggio 2010

Buon Lavoro!

Oggi, Primo Maggio, si festeggia in tutto il mondo la giornata dei lavoratori. Un valore importante, quello del lavoro, tant’ è che, nel suo incipit, la nostra Costituzione fonda su di esso la nostra Repubblica. Quest’ anno poi, la festa giunge a pochi giorni da una ricorrenza particolarmente significativa: i quaranta anni dello Statuto dei Lavoratori (legge 20 maggio 1970, n.300).
Proprio oggi vogliamo rivolgere il nostro pensiero ad una particolare categoria di lavoratori, tutti gli ex dipendenti della SMI, esprimendo loro la nostra solidarietà per la condizione poco bella in cui si trovano a vivere di questi tempi. Tale condizione è legata, ricordiamo, alla costruzione della centrale a biomasse: questa avrebbe dovuto sorgere sullo stesso sito degli stabilimenti dismessi; molto probabilmente la fine dell’ attività di questi ultimi serviva a far spazio alla centrale, ma non potremo mai affermarlo con certezza; sicuramente, invece, il passaggio dalla Smi alla biomasse avrebbe avuto lo stesso effetto per i lavoratori: lasciarli a casa.
Dopo la sentenza del Tar Molise, che ha accettato i ricorsi presentati per ostacolare la costruzione della centrale annullando alcune delibere comunali, vorremmo festeggiare un’ altra vittoria e cioè la risoluzione dei problemi di questi lavoratori. Sappiamo che nessuno è dotato di bacchetta magica e potrà cambiare le cose da un giorno all’altro, ma ci auspichiamo che si giunga presto ad una soluzione, magari una ripresa delle attività lavorative con nuovi proprietari che rilevino gli stabilimenti ora fermi.

venerdì 9 aprile 2010

Abbiamo vinto tutti!

Ieri 08 aprile, il Tar si è definitivamente pronunciato in merito ai ricorsi presentati contro il "Progetto Mafalda", accogliendoli: una vittoria che è di tutti i mafaldesi. La sentenza è piuttosto lunga, in questo post vi riportiamo soltanto i passi salienti, essendo certi che la leggerete con pazienza ed interesse.

Con il ricorso n. 128/2009, viene impugnata la delibera del Consiglio Comunale di Mafalda n. 15/2008, già impugnata con il precedente ricorso n. 24/2009. In proposito, va detto che la detta delibera consiliare è un atto che si limita ad approvare uno schema di convenzione, recante impegni generici, privi di effetti giuridici significativi. Invero, l’oggetto della convenzione viene enunciato in modo confuso e incerto, laddove si afferma che la convenzione "…regola la concessione data dal Comune a favore della società per la realizzazione di una Centrale termoelettrica". Non è chiaro cosa conceda il Comune alla società, né cosa la società corrisponda in cambio al Comune. Si tratta, dunque, di una delibera che non soltanto non influenza in alcun modo il procedimento di autorizzazione unica dell’impianto, ma neppure impegna realmente l’Amministrazione comunale verso obblighi giuridici veri e propri.

Quanto al merito del ricorso n. 128/2009, la delibera di C.C. 25/2008 – con esso impugnata – evidentemente introduce una variante sostanziale delle Norme tecniche di attuazione della zona D del Piano di insediamenti produttivi del Comune di Mafalda, e lo fa dissimulandola dietro la forma dell’interpretazione autentica. La disposizione di cui alla pagina 8 delle N.t.a. della zona D fissa in metri otto il limite massimo di altezza dei fabbricati nell’area artigianale, eccettuando dal limite quelle strutture che, avendo carattere prominente, non fanno parte della sagoma del fabbricato, ma si aggiungono ad esso, come silos, ciminiere, torri e similari volumi tecnici. Invero, consentire, con una forzata interpretazione autentica delle N.t.a., di far rientrare nel novero delle "eccezioni", cioè delle deroghe ai limiti di altezza, una struttura, quale quella del progettato impianto a biomasse, che non è una pertinenza, né un volume tecnico, ma un fabbricato che supera di gran lunga gli otto metri di altezza (50 metri il camino, 40 metri la copertura caldaia, 31 metri l’edificio), significa modificare sostanzialmente le N.t.a. della zona D del P.i.p., destinata ad artigianato e piccola industria. Ciò, peraltro, avviene con un procedimento di variante urbanistica irrituale, dunque illegittimo, perché in palese contrasto con la normativa urbanistica.

Anche il ricorso n. 121 del 2009 è ammissibile, sotto il profilo della legittimazione e dell’interesse a ricorrere. Viene con esso impugnato da Codacons, ma anche dal sig. Simigliani Ezio, titolare di un’attività commerciale ubicata a 500 metri dall’area dell’intervento progettato, l’atto regionale di autorizzazione unica al menzionato impianto di produzione di energia. A voler escludere l’associazione consumeristica dalla legittimazione attiva, non si può fare lo stesso per il privato vicino, che ha un interesse personale, concreto e attuale a impedire, con il rimedio giurisdizionale, che su un’area prossima a quella delle sue attività sorga una Centrale termoelettrica, che produce emissioni e rifiuti potenzialmente nocivi e le cui strutture hanno caratteristiche edilizie non conformi a quelle della zona omogenea D del Piano di insediamenti produttivi del Comune di Mafalda.

Le doglianze del ricorso n. 121/2009 sono molteplici: 1) incompatibilità e mancata astensione nel procedimento amministrativo della persona che all’epoca rivestiva la carica di Sindaco del Comune, in asserita posizione di conflitto di interessi potenziale; 2) violazione della normativa in materia di valutazione preventiva di impatto ambientale, con riguardo alle emissioni dell’impianto autorizzato, alla produzione di rifiuti, al rischio sismico e al rischio di esondazione del fiume che scorre in prossimità dell’area di intervento; 3) violazione del vincolo paesaggistico della zona; 4) violazione della disciplina urbanistica.

Si osserva che la Commissione tecnica di verifica per la v.i.a. e la v.a.s., che siede presso il Ministero dell’ambiente, con un parere reso in sede di procedimento di verificazione ha espresso obiettive perplessità in ordine alla mancata sottoposizione del progetto alla valutazione di impatto ambientale, anche in considerazione delle lacune nell’ informazione di dettaglio del progetto medesimo. Tali lacune evidenziano quantomeno una carenza istruttoria nell’attività della Conferenza di servizi e quindi dell’impugnato procedimento autorizzatorio. Ciò è confermato dal fatto che, con la nota prot. n. 8010969 datata 24.10.2008, la stessa Regione Molise, pur affermando che l’impianto non rientra tra gli interventi per i quali sia prevista la valutazione di impatto ambientale, aggiunge di non escludere che la v.i.a. sia necessaria per l’impianto di depurazione di acque reflue, previsto in progettazione. Il problema non sembra risolto dalla comunicazione comunale di assenso ad accogliere nel depuratore comunale della zona P.i.p. i reflui provenienti dal costruendo impianto, di guisa che tanta incertezza - in una questione delicata e sensibile quale è quella dell’impatto ambientale degli scarichi della Centrale termoelettrica – aggravata dall’atteggiamento dubitativo della Regione, denota eccessiva perplessità nell’ agire amministrativo.

La stessa società proponente, invero, non fa molto per mettere le Amministrazioni decidenti nella condizione di adottare le decisioni di competenza, con la consapevolezza e la pienezza delle informazioni necessarie. Il progetto proposto, invero, fa riferimento a una produzione di potenza pari a 49.9 MW, sennonché il riferimento alla potenza prodotta non è preciso, né univoco in tutti gli atti della progettazione, la qual cosa lascia intravedere il malcelato intento della società proponente di sottrarsi deliberatamente alla v.i.a., ben sapendo che è soggetto alla procedura di v.i.a. ogni impianto di produzione di energia elettrica con potenza termica superiore a 50 MW.

Altro aspetto incerto e perplesso, ai fini della valutazione di impatto ambientale, è quello che riguarda la produzione e lo smaltimento dei rifiuti. Tra le biomasse utilizzate come combustibili sono comprese le vinacce, per le quali sarebbe previsto un trattamento preliminare di disalcolazione e – considerato che l’impianto non è inserito progettualmente all’interno di un ciclo produttivo di vinificazione o distillazione del quale le vinacce sarebbero un sottoprodotto – essa è una scelta poco plausibile, poco trasparente e di scarsa garanzia, se si ha riguardo all’imprescindibile esigenza della salvaguardia ambientale.

Le due perizie tecniche versate in atti dal ricorrente Simigliani (datata 13.3.2009) e dalla controinteressata Dafin s.p.a. (datata 19.2.2010) giungono a conclusioni diverse, per quel che riguarda la verifica della compatibilità delle quote, nonché delle distanze tra la sponda del fiume Trigno, il bosco e l’area dell’intervento. Anche su tali aspetti, invero, la Conferena di servizi non pare essersi soffermata a sufficienza e le stesse note dell’Autorità di bacino datate 20.1.2009 nn. 429 e 446, con le quali si attesta che la Centrale elettrica non ricade all’interno di aree a pericolosità idrogeologica, non affrontano le questioni più critiche e dubbie in modo esplicito e diretto, denotando ancora carenze istruttorie e di motivazione.
Quanto alla valutazione di incidenza naturalistica, il Collegio ritiene che la motivazione di essa sia laconica, persino tautologica e, pertanto, insufficiente, nella parte in cui, con la determina n. 203 del 12.12.2008, la Regione Molise – Servizio Conservazione natura e v.i.a. – esclude la necessità di una valutazione di incidenza, sul mero presupposto (del tutto indimostrato) che l’impianto non abbia effetti significativi sull’habitat naturale.

Se i profili di impatto ambientale e di incidenza naturalistica denotano incertezze, incompletezze di istruttoria, carenze di motivazione (che pure sono sintomi di un eccesso di potere che vizia la legittimità degli atti), i profili edilizi e urbanistici della vicenda pongono in luce più evidenti violazioni della disciplina di settore.
Al parere edilizio favorevole - rilasciato dal responsabile del servizio tecnico del comune di Mafalda in data 15.12.2008 - fa difetto una motivazione congrua e precisa in ordine al rispetto delle discipline in materia anti-sismica e di conservazione paesaggistica. Tale carenza di motivazione si riverbera in un vizio di legittimità del parere e, conseguentemente, dell’autorizzazione unica, nella parte in cui assevera (o dovrebbe asseverare) la conformità sismica e paesaggistica dell’intervento.
E’ peraltro assai anomalo che il Consiglio Comunale di Mafalda, con la delibera n. 25 del 26.11.2008, abbia disposto che l’ufficio tecnico comunale rilasci un parere favorevole sull’insediamento. Si tratta evidentemente di un’indebita ingerenza dell’organo di indirizzo politico nel campo di attribuzioni dell’ufficio tecnico, che viola la normativa sulla separazione tra atti di indirizzo e atti di gestione amministrativa.

Infine, la forzatura interpretativa delle N.t.a. della zona D - che induce all’annullamento della delibera C.C. n. 25/2008 - ha, come ulteriore conseguenza, quella di travolgere il parere di conformità edilizia e urbanistica dell’ufficio tecnico comunale, tutto basato sulla detta forzatura interpretativa. Di rimbalzo, essa travolge l’autorizzazione unica regionale che sussume – nel procedimento della Conferenza di servizi – il detto parere edilizio e urbanistico favorevole.
In conclusione, i ricorsi nn. 121/2009, 128/2009 e 169/2009 sono ammissibili e meritevoli di accoglimento.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise, definitivamente pronunciando sui ricorsi in epigrafe, accoglie i ricorsi nn. 121/2009, 128/2009 e 169/2009 e, per l’effetto, annulla i provvedimenti con essi impugnati e precisamente: 1) la delibera di Consiglio Comunale n. 25 del 26.11.2008; 2) la determina dirigenziale n. 4 del 22.1.2009, con la quale la Regione Molise – Direzione Generale II – Servizio Energia ha rilasciato in favore della società Dafin l’autorizzazione unica per la realizzazione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica a vapore, funzionante a biomassa, nella zona industriale P.i.p. del Comune di Mafalda; 3) la nota del 12.12.2008 prot. n. 11322 del Servizio Conservazione natura e v.i.a. della Regione Molise e l’allegata determina dirigenziale n. 203 del 12.12.2008 contenente la valutazione di incidenza naturalistica; 4) il parere urbanistico favorevole espresso dal Comune di Mafalda in data 15.12.2008; 5) il verbale finale della Conferenza di servizi del 16.12.2008; 6) le note dell’Autorità di bacino datate 20.1.2009 nn. 429 e 446, con le quali si attesta che la Centrale elettrica non ricade all’interno di aree a pericolosità idrogeologica.


Dopo mesi di dure battaglie, il pericolo biomasse dovrebbe essere definitivamente scongiurato. Aspettiamo, comunque, prima di porre la parola fine su questa triste vicenda.

giovedì 25 marzo 2010

Niente di nuovo...

Ieri 24 Marzo, presso il TAR del Molise, si è scritto un nuovo capitolo del contenzioso tra la Dafin Spa, promotrice per eccellenza del Progetto Mafalda e il comune di Mafalda insieme alle associazioni e alle singole persone che a tale progetto si sono opposte ricorrendo proprio al tribunale amministrativo.

I Giovani Mafaldesi non potevano di certo mancare, anche perchè le speranze erano forti e si iniziava a respirare aria di conclusione. Invece no! Usciamo dall'aula con le nostre aspettative decisamente ridimensionate perchè il giudice non si pronuncerà prima di 30-60 giorni. Insomma, l'attesa è ancora lunga. Si potrebbe dire: "Niente di nuovo"!

Passando alla cronaca dei fatti, le speranze di poter mettere la parola fine a questa vicenda si percepivano da subito entrando nella sede del TAR di Campobasso. Infatti in molti vi si sono recati per assistere all'udienza: alcuni membri dell'amministrazione comunale, rappresentanti delle varie associazioni locali e altri cittadini mafaldesi interessati allo svolgimento dei fatti. Niente rappresentanti mafaldesi, invece, per i sostenitori del Progetto Mafalda, ma solo alcuni membri della Dafin.

Davanti al giudice, gli avvocati del comune di Mafalda e l'avvocato dell'associazione "Mafalda Viva" Boschetti, hanno esposto e argomentato tutte le lacune (specialmente la mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale) e i punti oscuri che tutti conosciamo e che vi abbiamo descritto ampiamente nel corso dei mesi riguardo al Progetto Mafalda. Tutto questo dovrebbe costituire punti a favore delle parti ricorrenti e di conseguenza portare all'accoglimento dei ricorsi. E' stata poi la volta dei legali della Dafin che hanno messo in campo le loro motivazioni, puntando soprattutto sulla presunta illegittimità di alcuni dei quattro ricorsi che sarebbero stati presentati al di fuori dei termini utili e sostenendo che il progetto da loro difeso non sarebbe assoggettabile a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale).

Al termine di questa breve discussione, il tutto è stato messo agli atti e, come già detto, si è venuto a delineare un nuovo termine di scadenza che andrà dai 30 ai 60 giorni per l'emissione della sentenza. Per concludere, gli sviluppi dell'intera faccenda sono stati minimi se non inesistenti e di conseguenza tutto è rimasto immutato.

Come al solito, continueremo a tenervi informati...

mercoledì 10 marzo 2010

Un'Informazione Chiara???

Chi informa ha l'obbligo morale di non voler plagiare la testa della gente. Abbiamo avvertito l'esigenza di dare una informazione autentica e reale ai cittadini di Mafalda. Informare prima di tutto dove informare non sta per diffamare ma è la semplice quanto straordinaria azione di dare informazioni alle persone, affinché queste, nutrendo la propria Mente con tali informazioni, possano crearsi una opinione sulle questioni importanti. Opinione che sia libera ed autonoma, in altre parole essere informati per ragionare con la propria testa. Perché a noi le strumentalizzazioni non interessano!
Queste bellissime parole potremmo averle scritte noi Giovani Mafaldesi nel post e sui volantini con i quali ci siamo presentati a voi, cari lettori ma invece sono riprese dall’articolo di presentazione del direttore di Mente Locale. Ed allora ci viene un dubbio…
Nel secondo numero del giornalino fatto dalla nostra controparte, quei giovani che sono a favore della centrale, c’è un’intervista al dott. Stefano Corradi responsabile dell'ambiente di Varese Ligure, un comune che ha presentato qualcosa di simile al Progetto Mafalda, il Progetto Varese. Ma siamo sicuri che sia proprio così? La risposta è no!!! Nel comune ligure l’energia viene prodotta attraverso un impianto eolico e non è stata mai prevista la costruzione di una centrale a biomasse delle dimensioni di quella che avevano in mente la Dafin e la vecchia amministrazione per Mafalda. Tutto ciò però è incredibilmente omesso nell’articolo, che vuole far passare i mafaldesi per ingenui e retrogradi ancora una volta.
Ora, questa vi pare un’informazione autentica, reale e priva di strumentalizzazioni?

mercoledì 27 gennaio 2010

Ancora un rinvio

Nemmeno questa volta possiamo salutare definitivamente la centrale a biomasse.
Nella sessione odierna, il TAR ha rinviato la sua decisione in merito al ricorso presentato contro il "Progetto Mafalda" ed ha fissato la prossima udienza per il 24 marzo. Continuiamo ad aspettare con fiducia e, come sempre, terremo informati i lettori su eventuali sviluppi.