Inchiesta Biopower, manager sotto torchio
VOLEVANO TRASFORMARE LA CENTRALE A BIOMASSE IN INCENERITORE.
Dalle intercettazioni emergono particolari raccapriccianti.
Gli articoli de “La Repubblica-Napoli” e di comunedipignataro.it sullo tsunami giudiziario "bipartisan” che riguarda la politica locale
Ad oggi risulta ancora aperto il cantiere per la realizzazione della centrale a biomasse in località via del Conte, malgrado di fatto non ci sia un “direttore dei lavori”, agli arresti a seguito dello
scandalo che ha condotto ai domiciliari o in carcere 23 persone ed alla posizione di “indagato a piede libero” altre tre persone.
Tra gli indagati il sindaco Magliocca e l’assessore regionale Cozzolino (sottoposti a perquisizione) e Nappi, capo della segreteria del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Intanto
le indagini si concentrano su un giro di tangenti non ancora tracciate che sarebbero
passate per la repubblica di San Marino per giungere in Svizzera. Dalle intercettazioni,
emergono dei particolari raccapriccianti. In una intercettazione telefonica si sente
infatti l’imprenditore Giampiero Tombolillo che riferisce di una “trasformazione della
centrale a biomasse in un inceneritore”.“…e praticamente viene fuori cioé…grazie
alla Regione Campania ..ed in particolare all’assessore Capobianco.. stiamo
trasformando un impianto a biomasse in un termovalorizzatore di produzione di
energia…”. Queste le incredibili parole di Tombolillo, ma il sindaco Magliocca continua
ad essere convinto, da un punto di vista politico, della bontà dell’operazione e del
ritorno che ne dovrà ricevere la comunità..
Non è chiaro come una tale operazione sarebbe stata possibile, data la diversità
del forno di una centrale a biomasse da quella di un termovalorizzatore e –
soprattutto – data la necessità di richiesta di una valutazione di impatto ambientale che
per la centrale di via del Conte non c’è mai stata.
Aspetto, quest’ultimo, su cui è indispensabile fare assoluta chiarezza. Non è pensabile che si stesse per realizzare un vero e proprio delitto ambientale ai danni dei pignataresi, sotto i loro stessi occhi e senza che questi se ne rendessero conto.
La chiusura del cantiere fino a nomina del nuovo direttore dei lavori sarebbe davvero
poca cosa rispetto alla prospettiva di trovarsi un inceneritore sotto casa!
Intanto quella che i media nazionali iniziano ad assimilare al “sistema Romeo”,
made in Caserta, ha, a nostra memoria, battuto un triste record. Pare infatti che
non ci siano precedenti di sequestri ed arresti presso gli uffici del “Genio Civile”
nella nostra nazione. Questo perché, fino a pochi anni fa, questo ente non aveva quasi
alcuna funzione di controllo sugli atti depositati.
(Comunedipignataro.it )
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INCHIESTA BIOPOWER, LA PROCURA METTE IL SEGRETO AI VERBALI
Ha risposto alle domande del giudice per oltre tre ore. E alla fine
dell´interrogatorio, i magistrati hanno deciso di segretare il verbale firmato
dall´imprenditore romano Renzo Bracciali, titolare della Biopower spa, in carcere con
l´accusa di associazione per delinquere nell´ambito dell´inchiesta sulle “centrali
da biomasse” che ha portato martedì scorso all´arresto di 23 persone e alla notifica di
un avviso di garanzia per corruzione nei confronti dell´assessore regionale alle
Attività produttive Andrea Cozzolino e Gianfranco Nappi, capo della segreteria del
governatore Bassolino.Dunque l´indagine condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sembra giunta allo svincolo più delicato proprio a metà della tornata di interrogatori “di garanzia” degli indagati finiti agli arresti. Basti pensare
che nella cassaforte di una delle due società di Bracciali i finanzieri avevano trovato documenti su movimentazioni bancarie quanto meno sospette, come i bonifici ordinati da una società fiduciaria con sede a San Marino verso due conti correnti accesi a Lugano e intestati ai nomi di fantasia
“Lorgec” e “Fanfara“. E anche di questo, è facile immaginarlo, avrà parlato ieri
mattina l´imprenditore rispondendo al giudice Paola Cervo alla presenza
dell´avvocato Mario Girardi, che lo assiste insieme a Franco Coppi, e al pm Maurizio
Giordano, titolare del procedimento con il coordinamento dei procuratori aggiunti Luigi
Gay e Paolo Albano e del procuratore capo Corrado Lembo. Nel pomeriggio, e per più di
cinque ore, è stato interrogato Giampiero Tombolillo, principale collaboratore di
Bracciali e amministratore di Biopower, difeso da Mario Girardi, Giuseppe De Angelis
ed Emilia Granata. In questo caso il verbale non è stato segretato. «Tutti i chiarimenti
possibili sono stati forniti - dice l´avvocato Girardi - anche con riferimento
ad altri coindagati. Leggendo l´ordinanza si comprende chiaramente come ci sia una
lettura molto forzata e in alcuni punti fantasiosa dei fatti». I difensori dei due
imprenditori hanno presentato istanza di scarcerazione. Domani il pm esprimerà il
parere.Giovedì aveva ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari, con il parere
favorevole della Procura, il dirigente regionale Vincenzo Guerriero, accusato di
associazione per delinquere perché sospettato di aver «predisposto decisioni
comunque favorevoli alle società di Bracciali amministrate da Tombolillo».
Afferma l´avvocato Aniello Chieffo, che assiste Guerriero insieme a Enrico Tedesco:
«È stato un interrogatorio pienamente collaborativo. Il nostro cliente ha risposto
a tutte le domande, determinando l´affievolimento delle esigenze cautelari».
Il giudice Paola Cervo proseguirà nei prossimi giorni gli interrogatori degli
arrestati. Dopo i dieci raggiunti da ordinanza in carcere, toccherà a quelli che
si trovano agli arresti domiciliari.
Mercoledì ad esempio sarà il turno di Francesco Capobianco, assessore alla
Provincia di Caserta (difeso dall´avvocato Vittorio Giaquinto) indagato per corruzione
che ieri ha ricevuto la solidarietà dei capigruppo di maggioranza.La difesa di tutti gli indagati deciderà all´esito degli interrogatori se proporre ricorso al Tribunale del Riesame. La stessa
opportunità è al vaglio dell´avvocato Giuseppe Fusco, difensore di Cozzolino e
Nappi, che potrebbe rivolgersi al Riesame per chiedere la restituzione dell´agenda
sequestrata all´assessore regionale nel corso della perquisizione di martedì. I due
esponenti del Pd si sono detti nei giorni scorsi completamente estranei a qualsiasi
condotta illecita.
(LaRepubblicadiNapoli, 03/05/09)