L’ultimo numero di MenteLocale ha passato ogni limite! Nonostante sia trascorso ormai un anno esatto dalla scelta definitiva dei Mafaldesi, che hanno detto no alla centrale a biomasse, i ragazzi democratici sono ancora là a parlarci del Progetto Mafalda. Prescindendo da ogni altra considerazione, ci colpisce un articolo, intitolato “La vittoria di Pirro”. Un articolo strumentale e offensivo. Un articolo che dipinge i Mafaldesi (anzi, una parte, quella che è contro la centrale) come popolo inerme e incapace di giudizio, che si lascia abbindolare, sfruttare e distruggere da pochi notabili e qualche mercenario. E poi ci sono loro, i Romani, cioè la Civiltà, il Progresso ed il Sommo Bene, incarnati nel progetto Mafalda.
Non ci stiamo ad essere offesi in questo modo!!!
Se c’è stato qualcuno che, evocato come salvatore della patria, condottiero di truppe mercenarie (alcune neppure del territorio...) che arruola la popolazione con una incredibile serie di favole, di barzellette, chiamando il popolo all'ultima crociata, quello non stava certo dalla nostra parte! Pirro, nel caso di Mafalda, è costituito da un ridottissimo numero di soggetti curiosamente coinvolti con interessi personali, alcuni di carriera politica altri di interessi economici: signor autore dell’articolo, lei è così sicuro di conoscere bene il nostro paese? Non è che sta parlando di altri personaggi, quegli stessi che invece promuovevano il Progetto e che per fortuna abbiamo allontanato dalla nostra vita politica?
Se c’è qualcosa di immorale e non etico in questa vicenda, quello è il comportamento di chi ha cercato di agire contro la volontà di tanta gente, di chi si è sottratto ripetutamente al confronto, di chi continua a fregarsene degli altri pur di arrivare ai propri scopi, di chi denigra le sentenze dei giudici, di chi si presenta come il portatore della verità assoluta ma che poi dice solo quella mezza verità che gli fa comodo, di chi continua ad offendere l’ intelligenza di tante persone...
Ma lei, signor Madruzza, chi è? A Mafalda ci è mai stato? Da dove le viene questa grande conoscenza della nostra realtà? Rifletta su quello che ci dice presentando la sua società:
Fare sistema significa lavorare insieme per progetti reali di lavoro e di sviluppo; creare nuovo valore.
Lavorare insieme significa che tutti devono essere coinvolti in questioni di vitale importanza, significa che noi cittadini abbiamo il diritto di dire la nostra su una policy che ci riguarda, specie se tale policy va a cambiare i connotati del paese. Progetti reali di lavoro e di sviluppo: quindi non stiamo parlando del Progetto Mafalda! Non crederà che basti la sua filippica a farci cambiare idea? Ma soprattutto, come si permette, lei che non ci conosce, ad insultare noi e le nostre istituzioni?
E voi, amici di MenteLocale, in che modo intendete creare nuovo valore, valore non solo economico, ma anche sociale, se non avete valori? Cosa vi resta? Le menzogne, quelle sì, rimangono...
martedì 8 giugno 2010
venerdì 4 giugno 2010
Confessione di un Giovane Mafaldese...
Prima di leggere Mentelocale pensavo di trovarci qualcosa di costruttivo, un articolo, un appunto, un qualsivoglia saggio sul quale ci si potesse riflettere un po’; magari un pizzico di politica locale (e gli spunti non mancano) con cui cercare di creare dialogo con chi la pensa in modo leggermente differente. E invece non ho visto nulla di tutto ciò. Voi mi direte:”Ma come? Sei cieco? Sarà mai possibile?” Ed io, con il sorriso sulle labbra, un sorriso che ha un gusto un po’ amaro, vi risponderei: “Ebbene si!”. Sull’organo stampa del PD di Mafalda non si fa altro che parlare, e ormai siamo già al terzo numero, di Progetto Mafalda di qua, Progetto Mafalda di là …. Biomasse. Mi verrebbe da dire, anzi lo dico: complimenti! Siete riusciti a creare tre perfette copie di un unico giornale, di un unico pensiero, di un’unica mente. Mi addolora costatare questo dato di fatto soprattutto perché da mafaldese quale sono, anzi da giovane mafaldese, mi sento ripetere, da gente più o meno della mia età, un coro unanime e ridondante ormai da anni. Dispiace perché con questi modi si cerca di negare il fulcro della dialettica politica:il confronto. E qual è la conseguenza inevitabile? Risposta: la mancanza di una vera minoranza che faccia una vera opposizione. Eppure qualcuno seduto su quei banchi del consiglio comunale c’è, si vedono quando non decidono di scappare, si fanno sentire. Insomma sono presenti delle forme di vita, ma il loro manifestarsi non si chiama opposizione bensì ostruzionismo, manifesta mancanza di capacità e volontà di gettare le basi per un dialogo reciproco. Mi piacerebbe ricordare a questi cari signori che il loro compianto (e chissà quali sono i veri motivi) progetto è stato bocciato nettamente dalla maggioranza dei mafaldesi e, poiché in democrazia è la maggioranza del popolo sovrano a decidere, una domanda nasce spontanea:come mai tutti questi rimpianti e come mai tutte queste lamentele e mugugni? Dura lex, sed lex. Intanto qualcun altro parla di festeggiamenti tristi, di mancanza di mercato e di potere contrattuale, di morte lenta ed inesorabile del paese, della fuga dei giovani cervelli. E’ vero stiamo attraversando un periodo non tanto florido, non profumato come le rose e le viole primaverili, ma di certo non è il Progetto Mafalda a risolvere con uno schiocco di dita tutti i nostri problemi. Non è la misericordiosa e caritatevole Dafin a dover appianare, come l’unto dal Signore, tutte le nostre strade (ricordiamo anche la sentenza del TAR che dovrebbe aiutarci a riflettere; a proposito: perché non l’avete nemmeno nominata?). Vogliamo fare qualcosa di costruttivo per Mafalda? Bene! Mettiamoci intorno ad un bel tavolo e discutiamo lasciando da parte i rancori personali e gli interessi degli imprenditori e pseudo - politici di turno. E per finire, lasciatemi dire una cosa. Non si possono cambiare le cose stando seduti comodamente dietro una scrivania, magari lontano da Mafalda, con una penna in mano, facendo i disfattisti e pessimisti alla Schopenhauer quando si parla della propria realtà, dimenticandosi che chi ha amministrato il paese negli ultimi quarant’anni è stato un vostro lontano parente che, vestendosi da mago Merlino e impugnando una bacchetta magica, ha riservato maggiori attenzioni ai suoi interessi personali e non a quelli di tutta la comunità.
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